Alanis Morissette: The Storm Before The Calm | Recensione

alanis morissette the storm recensione

Alanis Morissette torna con un nuovo album: The Calm Before The Storm, la recensione di Music Voltage.

Chi non conosce Alanis Morissette! Artista che da 30 anni ci regala perle musicali che sono rimaste nella storia? Album come Jagged Little Pill o Supposed Former Infatuation Junkie” sono delle pietre miliari della musica degli anni ’90, la sua grinta e la sua “rabbia” hanno caratterizzato una svolta, soprattutto nel mondo del rock al femminile. You Oughta Now, Ironic, Thank You, Hands Clean o Everything, sono solo alcuni titoli delle hit che la nostra beniamina ha lanciato nel mondo, arrivando a conquistare tutti, anche i più scettici. Oggi, dopo milioni di palchi calcati in tutto il mondo e un successo dopo l’altro, torna con il suo decimo album in studio, dal titolo The Storm Before The Calm, edito da RCA.
Un album che non ci aspettavamo, un album da meditazione… Si, avete letto bene.


Concepito nel 2020, durante la pandemia e diventato realtà dopo 2 anni, scritto interamente dalla cantante, in collaborazione con Dave Harrington, anche in veste di produttore.
11 tracce, un viaggio emozionale in quello che di buono c’è per creare un progetto ambient che non può rimanere inosservato, che ci distacca dal mood ribelle che è Alanis.
In copertina vediamo la cantante in primo piano, con solo metà volto visibile, uno sfondo bianco e dei colori tenui e quasi sbiaditi, che creano una distensione non solo emotiva ma anche visiva.
Partiamo, dunque, per questo viaggio che, siamo certi, ci porterà molto lontano.
Il primo brano si intitola Light-The Lightworker’s Lament, entriamo in un mondo inesplorato. Sembra di esserci imbattuti in una canzone che fa da colonna sonora ad un film,  mistery o dark. I sottofondi musicali ci di stendono, ma ci lasciano a metà tra meditazione e coscienza, quasi come se  volessero trattenermi, senza  lasciarci andare completamente.

alanis morissette the storm before the calm recensione


Heart-Power Of A Soft Heart propone una melodia basic, alimentata da dei “sussurri”, che si disperdono man mano che vengono emessi. Molto potente, ci fa venire i brividi, e ci accompagna verso Explore-The Other Side Of Stillness, che contiene i tipici suoni della musica orientale. In 12 minuti, ci si immerge in un mondo fatto di ciclicità, ma non di ripetitività, è molto importante tale concetto.
Ci dirigiamo verso Space-Pause On Violence,  a metà track troviamo un suono più marcato, che non va a sgualcire tutta l’atmosfera di relax che ritroviamo fino alla fine del brano. Brano che dura 13 minuti, sembrano quasi infiniti. Forse andava solo accorciato un po’.
Purification-The Alchemical Crunch, ha un suono pressoché “divino”, ci immaginiamo in un viale dove tutto è buio e una luce di fronte a noi  illumina la strada giusta da seguire. Una coscienza che, tramutata in musica, discerne quello che nel nostro animo è giusto e quello che deve essere epurato. C’è del talento qui.
Restore-Calling Generation X, a differenza della traccia precedente, ci mostra quello che c’è dopo questo cammino. Le possibilità che la vita ti mette di fronte, e siamo noi, soltanto noi, a concretizzare quello che vogliamo e quello che è tossico, quello che ci serve e quello che è superfluo. Anche qui troviamo un cambio di registro, il ritmo incalza e un fischiettìo ci rimbomba nelle orecchie. Ne avevamo bisogno.
Awakening-In Between Thoughts è una track che ci ricorda il mare, la profondità di un oceano che è bello, inesplorato, quasi inesistente a volte. Morbido è il suono, leggero, quasi inebriante; in Ground-I Want To Live percepiamo quasi una musica urbana, un tram  che ricorda il caos delle grandi città, quando immersi nei nostri doveri, cerchiamo di trovare un angolo di pace solo nostro. I tamburi si percepiscono in sottofondo ma sono delicati, completano il tutto.


Safety-Empath In Paradise è la track uscita poco prima del disco, che anticipa questo viaggio tra i suoni. E’ il brano più “movimentato” del disco, un mix tra la tranquillità e le sfumature più audaci che ogni suono può avere. Mania-Resting In The Fire da un ulteriore scossa. C’è un po’ di chitarra, il suono diventa più elettronico e “sporcato” da una batteria, che irrompe di getto creando quasi uno stacco netto, come un fulmine che arriva durante una tempesta già preannunciata.
Chiudiamo con Vapor-Amplified In Stillness, degna chiusura del disco. Siamo arrivati a destinazione, il posto felice che ognuno di noi sa di avere e che ci porta al “nirvana”, a quella sensazione di benessere che è poi lo scopo finale di ogni essere umano.
Rullo di tamburi… Siamo arrivati alla fine!

alanis morissette the storm before the calm recensione


Non possiamo non dire che questo disco sia un ottimo diversivo per chi, come noi, non sapeva a cosa stessimo andando incontro. Certo è che, nonostante ci abbia fatto raggiungere vette altissime, ci fa sentire la nostalgia dei vecchi lavori di Alanis. Lo vediamo più come uno squarcio sulla vita di una donna che, adesso moglie e madre, vuol fare un viaggio introspettivo nella sua anima. Donna molto spirituale lei, è risaputo, ma speriamo che il suo prossimo lavoro ci porti un po’ di sano rock, che non guasta mai. Chitarre & voce, un duo che solo la Morissette può garantirci, dove la qualità resta l’unica priorità assoluta.

Marco Gruttaglia

Correzione di Valentina La Viola

Scopri di più su MusicVoltage.com