Alvaro Soler: Magia | Recensione Music Voltage

Arriva l’estate,il caldo,la voglia di mare e ovviamente ecco il nuovo disco di Alvaro Soler! Ebbene si ,che si ami o si odi, è il re della musica estiva. Hit come “Sofia” o “Cintura” sono rimaste nel firmamento della musica dell’anno in cui sono state pubblicate, e non esiste italiano che non ne conosca l’esistenza e non ne abbia canticchiato – seppure in modo strampalato – qualche strofa.


Nel 2020 Alvaro ha deciso di prendersi una pausa dalle scene musicali, sia a seguito della pandemia, sia per
ritagliarsi del tempo per sé e per i suoi cari.

La vita è breve – è fatta per essere divertente.L’isolamento ci ha
costretti a riscoprire noi stessi e a
concentrarci su quanto possano essere magiche le piccole cose della vita. Per esempio, abbracciare i
nostri genitori o guardare il tramonto nel bar all’angolo. A parte tutte le preoccupazioni, ho percepito
una solidarietà tra sconosciuti che non avevo mai riscontrato prima, e il desiderio di riunire le
persone con la mia musica si è risvegliato in me. La musica diffonde speranza e ci aiuta a
conservare la fiducia

ph: ufficio stampa, credito Christoph Köstlin. Fonte MTV


Così, all’arrivo del nuovo anno, eccolo rispuntare molto presto, il 5 marzo per la precisione, con un nuovo
brano Magìa, che anticipa l’omonimo album e che ha riscontrato un successo, al momento inferiore rispetto ad altri brani già pubblicati. Ma Alvaro non si arrende e rilascia il nove luglio il suo terzo album che
porta proprio il nome della canzone.


Magia parla di un amore passionale ed estivo, comparando le bellezze di questa stagione all’amore che
prova verso l’amata, non tralasciando paragoni alla luna e al mare tipiche di una canzone di questo periodo.
Il suono però è incalzante: si apre con il suono di una chitarra spagnoleggiante per poi muoversi abilmente
in un ritornello più carico e ricco di cori, che fissano il brano in testa. Tuttavia è vero che,
rispetto ai precedenti singoli risultato è più debole, ma poco importa, perché è una “verdadera canciòn del
verano
”, e rilascia la giusta solarità ed allegria di cui avevamo bisogno.


Quasi in contrasto, Despiertos è una ballata “movimentata”, a base di chitarra, xilofono e qualche sintetizzatore. Incalzante, avvolgente e con un ottima metrica che gestisce tutto il pezzo. E’ quasi una sorpresa sentire Alvaro “rappare” nel mezzo del brano, ma ciò non infastidisce e non crea tensioni all’interno del pezzo, che rimane ballabile ed un ottimo singolo, peccato solo che il tema centrale sia troppo simile a quello precedente. Si coglie un piccolo riferimento reggae.

Tale riferimento si spalanca invece in “Mañana” che si traduce in una vera e propria “gassata” estiva, a ritmo di balli di gruppo sulla spiaggia. Percussioni e cori sono protagonisti indiscussi, insieme a Cali e El
Dandee
, che accompagnano Soler per tutto il pezzo. Si sente forte l’influenza degli ultimi singoli estivi rilasciati in Italia … si sarà fatto ispirare?


Più eclettico è invece Tipo Normal, con un sound più scuro. “Te gusta reggaeton? Yo prefiero poesia” …
Con questa frase, Alvaro conquista a mani basse.

Il brano è accompagnato da ogni tipo di coro e strumenti tipicamente ispanici, che fa ballare con maggiore energia. Una produzione squisita e un cantato intoccabile. L’unica pecca, se proprio si vuol trovare, è sulla durata: troppo breve per questo pezzo che, finora, spicca su tutti i precedenti.


Fa sperare in una canzone più acustica Si te Vas, che indubbiamente risulta più “lenta”, ma sempre più
incentrata sul conquistare i locali e i balli del pubblico. Si potrebbe anche considerare “meno originale”, ma
per questo stile di musica, un brano del genere è una chicca se inserito in un punto simile dell’album.
Interessante che avanzando tra le tracce, i testi risultino più complessi e con significati più pieni, ma ancora
poco articolati.


A quelli che amano le parti concentrate di cori, saranno subito conquistati da Déjala Que Baile, poi se li
uniamo ad una buona produzione e ad un buon tamburo strategico si crea un godevole momento. Però la
situazione è sempre la stessa, siamo di fronte a qualcosa di già sentito, lascia l’amaro in bocca e non fa
spiccare la traccia tra le altre.


Cosa contraria per Amor Para Llevar che invece sembra una canzone più sudamericana che spagnola, più
calda e frizzante, anche più semplice se si vuole, ma è proprio questa sfumatura di semplicità che crea un
momento interessante ed estremamente piacevole all’interno del disco.


Sembra una ballad Te Busqué al suo inizio, e invece Alvaro svela quel lato scuro che aveva accennato nella quarta traccia, creando una delle tracce più riuscite del disco: è ipnotico il ritornello, con quei riferimenti leggermente orientaleggianti che lo compongono. Ma la vera delizia è sentir cantare Alvaro in FRANCESE per metà canzone! E sorprendente è sapere che ha una pronuncia perfetta, che non è poca cosa se un artista decide di cantare in una lingua diversa dalla propria. Un brano dannatamente energico e coinvolgente, che sfiderei chiunque a rimanere seduto ad ascoltare,senza scatenarsi in pista o almeno avere una voglia irresistibile di ballare!


Arriva subito dopo questa perla, En tu Piel e FINALMENTE siamo di fronte ad una ballad in perfetto stile
spagnolo che però non annoia. Il cantato è sublime, il sound è coinvolgente e dolce e il cambio di registro
risulta un’ ottima strategia arrivati a questo punto. E’ inconfondibile e ben fatto, un vero pezzo di pura
Magia, le armonizzazioni e gli acuti nello special si aprono maestosamente accompagnando la canzone
verso la fine, con dei violini e tamburi ad effetto.

Alvaro
Photoshoot e copertina del nuovo album “Magia” di Alvaro Soler. Fonte: Magic Music Magazine


Sembra provenire da un’altra epoca Hawaii che si muove egregiamente all’interno del disco, con un ritmo
prorompente e dalle sonorità che ricordano il reggaeton fine anni ottanta inizio anni novanta, uno stile
tropicale ed incalzante. Tuttavia, il filo conduttore delle prime tracce ricade prepotentemente su questa ,facendo si che “Hawaii” se presa singolarmente sia un ottimo pezzo, ma nel contesto dell’album regala
un’emozione più pacata.


Si abbassa il tono ma non si rafreddano le atmosfere nella collaborazione con Diferente un gangsta –
reggae, con una leggerissima sfumatura di trap che però non fa perdere eleganza al progetto che, anzi, si
impreziosisce. Queste melodie più scure sembrano donare particolarità al cantato di Alvaro, e la
collaborazione con Greg Taro risulta un piacevole accostamento che non stona, anzi accompagna, l’effetto
voluto.


Una chitarra più prorompente ascoltiamo in No Te Entiendo, che risulta una fusione fra le sfumature che
Alvaro ci ha mostrato nel resto del disco, ovviamente mescolate con profonda attenzione. Il brano è
piacevole e trascinante, ma risplende meno di altre tracce. Se preso singolarmente, si crea un
ottimo pezzo, se accostato al resto dell’album però, si scivola in un ritmo ripetitivo.


E proprio come una perla sul fondo del mare, Alma de Luz ,dopo averla ascoltata ci meraviglia e ci
stravolge. Questa canzone mi ruba l’ultima parola e cambia totalmente registro. Una canzone acustica
dall’inizio alla fine, totalmente emotiva e malinconica, il cantato è superbo e la chitarra anche, per non parlare di un testo che trasmette pura poesia, ed è un colpo allo stomaco il suo stile dolceamaro. Un brano voluto, atteso e
necessario a chiudere, come un vero concerto spagnolo, tutta la Magia che Alvaro ci ha riservato.


Insomma, Magia è un progetto coerente con i suoi pro e contro. E’ un album dannatamente incalzante ed
energico, una produzione ottima e una voce ricercata e voluta, nonostante si spazi molto poco in tema di cambiamenti: testi ripetitivi e melodie che si somigliano. Pur trattandosi di un album creato appositamente per “fare baldoria” non ci sono vuoti, non ci sono tracce che non funzionino o che annoino come è successo in casi precedentemente trattati. E’ un album che si mantiene elegante, semplice ma pur sempre sbarazzino e frizzante come l’artista ci ha abituati. Canzoni come “Te Busqué” o “En Tu Piel” o
ancora “Tipo Normal”, sono l’acqua che ci serve per sopportare le estati afose, e si spera che in futuro,
Alvaro continui su questa scia, amplificandola.


Potete trovare il nuovo album qui

Gabriele Romano