Ava Max: Diamonds & Dancefloors | Recensione

ava max diamonds dancefloors recensione

In pochissimo tempo è stata in grado di rapire il cuore di tutti noi con i suoi beat frizzanti e la sua voce angelica. “Bella e brava” si diceva un tempo, Ava Max ci ha stregato con Heaven And Hell, ed è pronta a colpirci ancora con Diamonds And Dancefloors, la recensione.


Sembra passato pochissimo tempo da quando la cantante di Sweet but Psycho colorava le nostre tristi giornate in quarantena con Torn, e invece: due singoli promozionali, collaborazioni del calibro di Tiesto, e ora l’attesissimo album Diamonds And Dancefloors! E noi siamo pronti a rilasciare con piacere la recensione.


Million Dollar Baby è la prima traccia e la hit indiscussa del disco. Un inno ad amare chi si è e ad esternarlo in qualsiasi momento. I suoi beat frenetici e l’eclettico video, nonché le whistle note, sono la riprova dello straordinario talento della nostra diva di Milwawkee. Impossibile dimenticare una canzone così
soddisfacente.


E Sleepwalker ricalca la dance degli anni 2000; pompa pesante sul tempo e ci regala un nostalgico pezzo dance pop degno di nota. Uno stile pulito, elegante e vagamente rock nel bridge rende Sleepwalker un momento estremamente piacevole senza cadere mai nel banale.
Punto in meno, invece, per Maybe You’re The Problem, il lead single dell’album. Non si fraintenda: la canzone è fantastica; perfetta sotto ogni sfumatura, ma fa fatica a legarsi con il resto dell’album, sembrando più una classica hit estiva, rispetto al primo singolo di un progetto. Per il resto si tratta di un pezzo fresco e frizzante
nonché altamente iconico – basti pensare che è stato “ricopiato” da RDS come sveglia nella rotazione mattutina – senza considerare la bellezza e l’impatto del testo, che rendono Maybe You’re The Problem uno dei momenti più frenetici del disco. È importante dire che di certo fa fatica ad integrarsi con il resto del disco, senza considerare che è meno potente del singolo precedente, ma il pregio è incontestabile.


Si continua con Ghost, quando incontriamo anche le prime pecche. Una canzone non brutta, ma blanda: accordi triti e ritriti e un testo molto spicciolo non aiutano la traccia a spiccare, oltre al fatto che si potrebbe davvero spacciare per qualsiasi brano dance anni ’80. Le cose semplici si apprezzano si, ma se hanno carattere.
E ne è un ottimo esempio Hold Up (Wait A Minute) che per quanto sembri banale, con i suoi continui “tara ta ta ta”, con l’aiuto di splendidi vocals e una produzione meticolosamente curata crea un’atmosfera perfetta creando una delle tracce più amabili di Diamonds And Dancefloors, seppure si tratti di un testo non proprio sopraffino.
Procediamo poi con Weapons; questa crea la perfetta atmosfera: con i suoi sintetizzatori e i suoi cori che fanno da protagonisti per tutto il pezzo.


Vogliamo parlare della title track? La sua eleganza e le note basse ma piene di “sostanza” accompagnate da un elegante electro-pop nelle sue varianti scure non riuscirà proprio a farvi rimanere seduti, è una promessa già dall’inizio della traccia.
La seconda nota stonata dell’album la troviamo in In The Dark. Un R’n’B che cerca di trovare il suo spazio nella dance, fallendo con un ritornello scontato e banale. Un testo che non aiuta, e dei beat messi li più che altro a tenere alta l’attenzione su un pezzo noioso. Brutta? No, è pur sempre una canzone di Ava Max.
Potremmo vivere senza? Si! Decisamente!

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Ma come insieme abbiamo imparato, dopo una canzone “meh” arriva il pezzo da ’90 …Ecco Turn Off The Lights, e non è solo un modo di dire.
Un’elettrica house-pop anni ’90 pompa forte in questo iconico pezzo, che farebbe scatenare la
persona più seria e noiosa del mondo; la riprova che per creare un pezzo meraviglioso ma chart e disco friendly, non sia poi necessario cadere nel volgare e banale.
One of Us vorrebbe essere la traccia triste del disco, ma parliamo di Ava Max: la più strappalacrime del suo repertorio ti farebbe ballare comunque. Funziona bene questo pezzo che parla di una relazione che sta per
finire:uno dei due soffrirà, e uno dei due dovrà dire addio, ma c’è qualcosa che non convince a pieno … come a precisare “pezzo fantastico, ma tra i due c’è un migliore”.


E con Get Outta My Heart ci rendiamo conto che quell’uno dei due dovrebbe essere proprio la nostra Ava, che con Get Outta My Heart ci regala un pezzo differente nella sua discografia, ma in qualche modo collegatoalla traccia precedente. Una Ava che chiede di dimenticarsi del suo vecchio amore per poter andare avanti. Lei cerca di odiarlo affinchè possa respingerlo, elimina tutto di lui, eppure resta sempre lì,
nel suo cuore.
E come si fa a non amare Cold As Ice? Un tripudio di bassi e suoni eclettici con una voce così determinata e fiera fanno di Ava Max una diva degli anni ’60, ambientata nei giorni nostri. La classe e lo stile che vengono esibiti e raccontati in questa breve traccia fanno fuoco da tutte le parti … altro che ghiaccio! Fatevi portare
un asciugamano signori, perché qui le temperature sono alte !


Per i nostalgici degli anni ’90, Last Night On Earth vi darà un tuffo al cuore. Uno stile retrò ma rivisitato crea l’atmosfera perfetta per uno dei pezzi migliori del disco. Una base apparentemente semplice vede il meglio
con la voce colorata di Ava, che spicca alto il volo, specialmente nel bridge.
Dancing’s Done invece, è qui per confermarvi che il meglio viene sempre alla fine. Una base scura e fredda prende parte a una poesia articolata da meravigliosi vocals e synth. Un testo bellissimo e pieno di passione, una voce melodiosa e dei beat martellanti che riescono a rimanere al loro posto senza mai rovinare la perfetta armonia che crea questo capolavoro di canzone. Fortunatamente la stiamo già ascoltando in radio, senza aver dovuto attendere troppo!


Insomma cari, questo è il momento in cui vi diciamo che questo album è una vera perla della musica. Oggi no, oggi non lo diciamo, perché tali definizioni vanno bene ad un lavoro eseguito in modo discreto e pulito. Qui ci troviamo di fronte a un diamante – e non solo per il titolo del disco – della musica pop: un diamante perché è luminoso, pieno di sfaccettature, elegante, raffinato, da cui è impossibile essere annoiati e soprattutto è indistruttibile.

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Certo, Diamonds And Dancefloors è ben lontano dal mastodontico Heaven And Hell, ma il suo spazio se lo prende con piena dignità e piena classe, tanto è vero che sarà molto difficile aspettarsi un album dance pop fatto meglio per questo 2023.
Qui si è detto e qui si apre la sfida!
E nel frattempo
Senti come suona.


Gabriele Romano