I 46 anni di un album che ha cambiato la storia del metal | Recensione Music Voltage
Osannato e odiato, glorificato e bandito, Sabotage dei Black Sabbath è sicuramente uno degli album con più storia da raccontare che si siano mai visti.
“L’ ossessione di Tommy Iommi”, come lo rinominò Ozzy Osbourne all’epoca, fu sin da subito più travagliato rispetto ai precedenti: richiese molte più ore in studio, tra Bruxelles e Londra, e richiese anche molto più denaro, portando inoltre una certa discordia tra i componenti stessi e tra i fan, che non gradirono subito l’influenza psichedelica e thrash che il disco si trascinava dietro.
Eppure, resta uno degli album metal più iconici della storia.
Se gli storici fan storsero il naso, la critica e l’industria metal presero appunti. Un album versatile, che spaziava su strumenti nuovi, fuori dal comune e fuori dagli schemi del genere, come sintetizzatori e arpe. Una certa orecchiabilità, un certo fascino, un certo stile trainava l’album, ad oggi considerato da Rolling Stone, il trentesimo album migliore di sempre per la musica metal.
Oggi, quest’album esce in una nuova veste, la Super Deluxe Edition: un box da ben 4 dischi contenenti l’album rimasterizzato, due album live inediti direttamente dal 1975 e il singolo Am I Going Insane versione radiofonica, rilanciato da poco sul mercato. Il tutto adornato da un meraviglioso booklet contenente immagini, interviste e note dei Black Sabbath che ricordano i momenti storici che furono.
Insomma, un vero gioiello …
… almeno, per i collezionisti …
Basti pensare che l’ultima ristampa di Sabotage è avvenuta nel 2016, e che ne conta almeno tre dall’epoca del rilascio!
E un po’ come i vecchi vinili che vengono ristampati oggi, perde un po’ la sua originale preziosità.
Un album “di annata” porta con sé il suono e i sapori dell’epoca. Certo, il digitale ci trascina verso una qualità migliore seppur più fredda, ed è anche vero che l’industria musicale e dedita alle audio produzioni si sviluppa in maniera sempre più efficiente e rapida all’alba dell’ 8D …
… ma riproporre lo stesso trattamento con dischi storici non è una buona scelta.
I fan amano le imperfezioni delle loro band preferite, gli amanti del rock sono alla costante ricerca di quella variante “sporca” che rende epico il loro brano preferito. Digitalizzare e attualizzare tutto è davvero necessario? Basti pensare in quanti hanno amato e lodato Ozzy Osbourne e Bill Ward a fine disco canticchiare quasi parodisticamente Blow on a Jug accompagnati dal pianoforte e a basso volume.
L’unico vero motivo per la quale si potrebbe considerare l’acquisto sono i due album live.
Perché un album live è un album live.
E se si considera che molte di queste esibizioni non sono mai state rese disponibili, l’album assume un suo certo spessore e carattere … ma se al posto del quarto disco – che non sembra offrire molto di diverso dal primo – si fosse inserito un DVD, con il concerto completo non sarebbe stato un tantino meglio?
Insomma, questo è un disco per i fan. Una chicca, un regalo dalla band per celebrare come si deve un album che ha fatto la storia. Ma sentivamo il bisogno di qualcosa di inedito.
La band si è sciolta nel 2017, e il loro ultimo album in studio risale al 2013. Ma un gruppo così importante come i Black Sabbath, avrà sicuramente tanti inediti scartati per ogni sessione, che farebbero molta più gola ai fan e che non vedremmo l’ora di ascoltare.
Gabriele Romano