Blue: Heart & Soul | Recensione

blue heart soul recensione

I Blue hanno segnato i primi anni 2000 con le loro canzoni pop, che hanno fatto la storia della musica e delle classifiche di tutta Europa e non solo. A sette anni dal rilascio del loro precedente album Colours, ci presentano il nuovo progetto intitolato Heart & Soul. La recensione:

Pubblicato dalla Tag8 e dalla BMG, Heart & Soul è il sesto album dei Blue, si compone di 10 tracce e vede la presenza dello storico produttore Hugh Goldsmith. A voi la recensione.


Si apre con il lead single Haven’t Found You Yet, che ricalca bene lo stile del british pop degli anni ’90 inizi 2000, rivisto però, con delle sfumature che ricalcano le tecnologie degli anni recenti ed una leggera punta di EDM che non infastidisce. Il testo è tipico dei Blue, con le tematiche romantiche che li hanno portati al
successo.


Si continua poi con un urban pop al limite del funky nel pezzo volutamente ed eccessivamente anni ’90: Dance With Me. Si tratta del secondo singolo estratto dal disco, ed è elettrizzante. Enfatizza bene tutte le
qualità e le sfumature vocali di tutti i membri della boyband senza tralasciare nessuno. Un pezzo di qualità ed interessante in quanto risalta il classicismo pop, pur apportando delle modifiche moderne e ricercate.


This Could Be Love è invece una ballad che si colora di sfumature tecno e rock. Rispetto ai brani precedenti, è più vicino ai giorni nostri, ma in qualche modo colpisce di meno, in quanto ricorda molto lo stile dei moderni Bastille e OneRepublic, non apportando nulla di nuovo al panorama musicale.
Un piano dolceamaro apre le danze, seguendo il loop tra violini e synth alla volta di Let’s Get Sad; un brano che urla “2002 British Pop” a tutto volume. Bella, sicuramente non originale, ma orecchiabile e fedele allo stile dei suoi artisti.
Alla volta della title-track, Heart & Soul si muove su sfumature decisamente più attuali e dance. Un brano che può tranquillamente conquistare sia le piste dei club di mezzo mondo, che i cuori dei nostalgici fan. E’ un buon risultato per chi cerca qualità e divertimento, caratteristiche fondamentali nel genere che si sta
ascoltando … forse troppo breve, ma va bene anche così.


Man Do invece è un brano di nicchia, che sperimenta sound meno puliti e processati. Mantiene uno stile sempre vintage, ma ha qualcosa di diverso dalle precedenti canzoni. E’ più “indipendente”, più “avventato”, più da “uniamo le forze dei componenti, dei musicisti e del produttore, tiriamo fuori il meglio
da tutti e creiamo una canzone degna di portare la nostra firma”, ed eccola qui, un piccolo gioiellino nel disco.
Ci imbattiamo successivamente nella prima vera e propria ballad del disco: Magnetic. Un brano che ai nuovi ascoltatori potrebbe risultare banale, ma sono stati proprio loro a proporre musica di questo genere nei loro anni d’oro. Un bellissimo pezzo che esalta di nuovo la voce dei protagonisti e si lancia in fiati e corde
pronti a conquistare le anime degli ascoltatori più famelici di puro pop.

blue heart & soul recensione


Gravity si apre con una chitarra elettrica suonata pesantemente, accompagnata solo dopo da synth e batterie. E’ al momento il brano più cupo del disco, che mostra sfumature chiare solo verso il ritornello, mantenendo drammatiche le strofe. Ancora una volta, nulla di davvero nuovo, ma la maestria e il talento
mostrato e portato di fronte lo spettatore, creano comunque un pezzo interessante.
Diversa è invece la canzone più breve del disco dal titolo Ultraviolet. Si tratta di un brano elettropop con sfumature e un cantato più funky e, per certi versi, tendente al soul. Un pezzo estremamente catchy e travolgente, che riflette la sua orecchiabilità anche in un testo accattivante … peccato solo, anche qui, la
breve durata.


E se vi mancava “A chi mi dice”, prego, ecco a voi Stop. Una versione in falsetto del brano probabilmente più famoso –almeno qui in Italia- del quartetto. Una straordinaria esecuzione di una ballad guidata totalmente dai cori che sostituiscono con maestria gli altri strumenti e dal piano in sottofondo. Il tutto,
regala un bellissimo messaggio di supporto verso i popoli e verso il mondo, ai quali in fondo, dovremmo tutti porgere la nostra mano.

blue heart & soul recensione


In parole povere …
Heart & Soul è la riprova che i Blue non sono un gruppo basato sull’originalità e la sperimentazione: sono ancora quel gruppo teen pop di 20 anni fa, che ha rubato il cuore di milioni di fan in tutto il mondo, ma
alla fine tutto ciò che hanno fatto è stato ricalcare le idee di qualcun altro, senza provare nemmeno a creare un disco lungo o con tematiche diverse dalle solite. Ma è ciò davvero un male?
I Blue sono bravi a fare ciò che fanno: hanno voci straordinarie, un songwriting intelligente e restano fedeli a ciò che sono, portando avanti a testa alta la filosofia di “se ci seguono, ci amano per questo”. Certo, non disdegnano le nuove mode, le guardano, le provano e cercano di includerle nel proprio stile, ma mai e poi
mai si sognerebbero di stravolgerlo, e con gli artisti pop attuali, che per una hit al primo posto si svenderebbero ricorrendo all’ultimo dei generi musicali, i nostri quattro beniamini, sono solo da apprezzare.

Scopri di più su MusicVoltage.com

Gabriele Romano

Correzione di Valentina La Viola