Fred De Palma: Unico | Recensione Music Voltage

Rap, Trap, Hip Hop e Reggaeton: quattro generi che hanno segnato le generazioni e influenzato la musica americana da nord a sud, dando lavoro, visibilità e gloria a svariati artisti e creando preziosi sottogeneri. E Fred De Palma non è proprio riuscito ad omaggiarli tutti e quattro …

Si chiama Unico il nuovo progetto di Federico Palana, classe 1989 di provenienza torinese. Un progetto pubblicizzato e desiderato dai più, ma che si rivela essere tutto fuorché “Unico”. Il perché? Non c’è spazialità, ogni canzone sembra riprendere lo stesso schema. E mentre ci sono dei godibili tormentoni estivi da un lato, troviamo dall’altro produzioni di scarso valore. Molto diverso dai precedenti lavori di Fred.

L’intro Mondo fa capire come sarà strutturato il disco. Si  inizia con una fusione tra rap e trap un po’arrabbiati, per poi fondersi via via con un pop reggaeton in stile De Palma, che però resta lì, nell’ombra senza mai uscire, come a mettere la firma in qualcosa che non è esattamente tuo ;stessa cosa  che accade per Pa La Cultura, seconda traccia del disco.

Un altro ballo è la classica canzone “Fred De Palma – Anitta”, nuovo tormentone estivo per questo 2021, che vuole ricalcare la scia di Paloma e Ti raggiungerò – che vedremo tra poco – ma resta più debole rispetto a questi due. E’ comunque un piccolo salto di qualità.

Si migliora con Superstar, una canzone che ricorda per stile Maluma: più “lenta” ma d’impatto, usa bene i ritmi e le sonorità, restando calma e meno aggressiva, un vero reggaeton.

Sulla stessa scia, ma più veloce e con un sottofondo più underground è Uana in collaborazione con Gue Pequeno, che nonostante non sia particolarmente armonizzata nelle strofe è ballabile nel ritornello.

Fred De Palma Unico
Copertina di “Unico”

Il singolo che più è conosciuto del disco è Ti Raggiungerò. Marchio di fabbrica per  De Palma. Qui si nota che il rapper è nel suo rango e infatti si muove bene creando una canzone che difficilmente riusciremo a dimenticare, regalandoci uno dei momenti più alti di questo album. Orecchiabile e catchy.

Lasciandoci alle spalle i tormentoni e le sinfonie spagnoleggianti, con Margiela– riferimento allo stilista belga – De Palma si muove su scie più urban e trap, con leggere sfumature di reggaeton che però non invadono mai la traccia, un po’ come i primi due brani. Curioso come, l’artista partecipante Boro Boro, ci regali la parte migliore e la parte peggiore di questo pezzo.

Nonostante la collaborazione con i Boomdabash, che bene sanno come creare beat incalzanti e perfetti per l’estate, Te lo immagini finisce per lasciare  l’amaro in bocca: il problema in questo caso risiede proprio nella traccia strumentale, che resta troppo grezza e scarna per farsi apprezzare. Da notare però come il gruppo salentino si sia mosso egregiamente all’interno del pezzo nonostante la produzione.

“Ieieeeeh” fa iniziare Discoteka, facendo capire immediatamente l’andazzo del brano. Forse la punta più bassa di tutto il progetto. Il momento più interessante della “”canzone”” è quello in cui  il “rapper” fa capire le sue vere intenzioni cantando in spagnolo per restare family friendly. Per il resto, sembra una brutta copia dei pezzi precedenti!

Nella parte finale dell’album la situazione però tende a migliorare. Niente di che si muove in atmosfere più limpide e strutturate – c’è addirittura una chitarra in sottofondo! Potrebbe sembrare che finalmente si cambi registro, ma in realtà è solo il vibe, che si allontana dallo stile Bad Boy risultando più limpido ed enfatizzando la voce di De Palma che si presenta leggermente più dolce,procedura operata  per rispecchiare il tema del brano che canta di un amore perduto.

Senza Dio potrebbe funzionare anche come singolo. Si eleva rispetto agli altri, mostrando che con un po’ d’impegno in più poteva uscirne un progetto migliore. Il testo è decisamente migliore rispetto agli altri, anche se non è sublime. Ma si fa ascoltare, è piacevole nel suo piccolo.

Anche 5:20 avrebbe potuto avere un  potenziale, si sente anche una leggera influenza dei colleghi Boombdabash ;il problema rimane sempre lo stesso; la traccia strumentale: insipida , priva di emozione, che rovina il pezzo non lasciandolo andare dove dovrebbe. Stessa cosa vale anche per Cretina, che un po’ si salva per il testo– rimanendo comunque quello che è – ma la produzione è sempre più spicciola, e l’artista invitato Juanfran,non salva certo la situazione.

Arriva Paloma e si tira un sospiro di sollievo – sarà per questo che si è deciso di metterla a fine disco? – Nonostante sia sentita e risentita per la sua grande popolarità, porta una sferzata di freschezza e dolcezza con la voce di Anitta. Porta con sé un vibe estivo e travolgente che fa venire voglia di ballare, travolgente e intramontabile, iconico pezzo che rimarrà nella colonna sonora anche di questa estate.

Insomma, siamo ben lontani dal parlare di un album “Unico”,infatti per quanto possiamo sforzarci di trovare dei lati positivi, qui manca la materia prima: la passione e la grinta! Non si può pretendere di creare un progetto rap o hip hop, o anche reggaeton, senza un briciolo di sentimento.

Si resta in un’atmosfera aggressiva in certi punti, sì, ma comunque manca di rabbia, manca di desiderio, manca di testi che comunichino.

Se invece si vuol giocare sul fattore produzione e musica, cadiamo ancora più in basso. In certi punti sembra che le tracce siano state create premendo due tasti e mettendoli in loop, creando un progetto che risulta solo noioso se unito a quanto detto prima.

De Palma ha le giuste caratteristiche per creare qualcosa che valga davvero la pena ascoltare, ne è una riprova la sua strabiliante carriera, ma deve impegnarsi di più, o resterà travolto dalle sue stesse mani.

Qui il link se volete ascoltare o acquistare il disco.

Gabriele Romano