Giorgia: Blu | Recensione

giorgia blu recensione

Giorgia è una delle voci più potenti ed interessanti del panorama italiano. Ci ha regalato pezzi incredibili ed album pieni di estro, e ‘’Blu’’ è il titolo del suo nuovo lavoro edito da Sony Music, la recensione.


Undicesimo album per la cantante, questo album arriva dopo 7 anni dal suo ultimo capitolo musicale, e contiene i singoli ‘’Normale’’ e ‘’Parole Dette Male’’, quest’ultimo presentato a Sanremo e piazzatosi al sesto posto.
Un periodo poco roseo per la cantante che ha dichiarato in merito alla pausa di questi anni:
«Ho passato un periodaccio. Piangevo davanti al pianoforte e al computer, buttavo via tutto quello che scrivevo […] Ho anche pensato di ritirarmi. Non avevo più punti di riferimento. Molti sono morti. Adele e Beyoncé sono dei mostri; […] fra le nuove amo Cleo Soul e Rosie Lowe ma ero disorientata. È cambiato tutto in questi anni e mi sono dovuta reinventare. Mi sono messa a studiare e ho capito che il mio posto è il passato, ma con uno sguardo contemporaneo.»


Poi la rinascita. Inizia a comporre, dopo aver trovato nuova linfa d’ispirazione, e il risultato sono 9 canzoni nuove di zecca:
«Blu l’ho scelto alla fine, notando che in ogni nuova canzone c’è una parola che ti porta verso il cielo. Continuavo a ripetermi: “Alza lo sguardo!”. Siamo abituati a guardare giù, ma se ci rivolgiamo un attimo su capiamo che c’è dell’altro, che non finiamo qui, che non siamo solamente questo corpo, questa mente. Le emozioni, a volte bastarde: se ti gestiscono, ti rovinano, sono lo strumento per trovare un punto di vista diverso e da lì migliorare un pezzettino, evolversi»

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La copertina dell’album vede la cantante ritratta come l’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, con uno sfondo ovviamente di colore blu. Un acconciatura che richiama David Bowie e una metafora che porta l’artista al centro, come un intermediario tra cielo e stelle.
Ma bando alle ciance e iniziamo subito l’analisi delle tracce partendo da ‘’Meccaniche Celesti’’. Un inizio molto soft, ma con una modernità quasi disarmante. Lo stile di Giorgia sporcato con i suoni di oggi, un esperimento ben coeso. Ci piace, non abbiamo nulla da ridire, brano d’impatto.
‘’Normale’’ è un brano facilmente dimenticabile. Il suono è quasi disturbante, un testo banalotto, la voce distorta ( Giorgina cara ma tu non ne hai bisogno con quella voce pazzesca che hai!?! )… e niente, noia portami via. Andiamo avanti e speriamo in un domani migliore.


‘’Atacama’’ sembra un pezzo di Mahmood, ma addolcito dal tocco di una donna. Nel complesso non suona male, peró ha quel qualcosa di ‘’scontato’’ che da una come Giorgia non ti aspetti, con un portfolio cosí importante. Ok la voglia di modernizzarsi, ma ne vale la pena se poi resti bloccata nella mediocrità? Ce lo stiamo davvero chiedendo.
‘’Parole Dette Male’’ ha 2 particolaritá: il sound richiama Giorgia, in tutto e per tutto…il testo sembra scritto da una quattordicenne alle prime esperienze, quasi come una Pausini più depressa del solito. Siamo parecchio confusi…Giorgia dove sei?


‘’Senza Confine’’ smuove un pó il mood statico dell’album. Ritmo estivo, nonostante un testo ben composto. Moderna al punto giusto, ci da quantomeno qualcosa di diverso.
Con ‘’Si O No’’ la modernità continua: un battere incessante, un pó di cantato oserei dire ‘’rappato’’, una sorpresa in positivo. Gradevole nel complesso.


Se’’ ha il testo più onesto dell’album: un rimando a tante canzoni passate dell’artista, il sound sembra un pó strascicato ma è un effetto voluto e ben adattato.
’Ogni Chance Che Hai’’ vede la partecipazione di Gemitaiz, unico duetto che troviamo. Hip Hop nell’animo, questo brano viene contaminato dal mondo di Gemitaiz e dal suo rappato. Beh un buon risultato, non eccezionale. Un brano che non esplode veramente.
Concludiamo con ‘’Tornerai’’, morbida canzone romantica. Non sdolcinata, ma semplice e d’impatto. Ben lontano dai pezzi di punta dell’artista, ma una buona alternativa per chi vuole assaporare questa evoluzione musicale.

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Gli artisti si evolvono e ci danno musica nuova, come è giusto che sia. Anche Giorgia ci ha provato, e il risultato è mediocre, come se difficilmente riesca ad adattarsi a questa nuova pelle che si ritrova, per fortuna o sfortuna, mettiamola cosí.
Un album gradevole, ma che lascia un sapore amaro in bocca essendo un pó forzato. Amiamo gli artisti istrionici, ma qui sembra un pó che Giorgia abbia perso quella che è la sua impronta. Vedremo questa nuova avventura dove la porterá, intanto aspettiamo di sentirla in tour… li sappiamo bene che la sua voce ci scuoterá provocandoci un vortice di forti emozioni.

Senti come suona

Marco Gruttaglia