Horus Black ci presenta il nuovo disco Spinning Rainbow | Intervista

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A poche ore dall’uscita del suo nuovo EP Spinning Rainbow, Horus Black, nome d’arte di Riccardo Sechi, ci ha gentilmente concessun’intervista per condividere con noi l’esperienza e la nascita, di questo nuovo progetto musicale.

Per chi non lo conoscesse, Horus Black è un cantante genovese nato nel 1999 e che ha fatto il suo debutto nel panorama musicale nel 2018 con il disco Simply Horus Black. E’ un appassionato di musica rock n’roll anni ’50 e ’60 ed è affascinato dalla musica psichedelica. Generi entrambi, che influenzeranno la sua musica.

Qual é la differenza tra Spinning Rainbow e Simply Horus Black?

La differenza tra “Simply Horus Black” e “Spinning Rainbow” è che il primo trae maggiore ispirazione dal rock’n’roll anni ’50, mentre il secondo dagli anni ’60. A fare da collante tra i due album è l’ultimo brano del primo disco intitolato “We can’t go on this way”, un pezzo psichedelico che anticipava le intenzioni del mio secondo lavoro. 


Per questo nuovo progetto ti sei lasciato ispirare dalla musica rock n’ roll anni 50 e 60. In qualche modo, si sta ritornando sempre più ai tempi d’oro della musica. Ma in che modo nasce l’unione tra la musica moderna e la musica di quegli anni?

L’unione tra musica moderna e quella del periodo storico in questione si può trovare in due modi: inserendo alcuni tipi di suoni più recenti che a livello tecnologico non esistevano all’epoca o semplicemente rielaborando con la propria sensibilità gli input assimilati con l’ascolto.

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Con quest’ultimo punto intendo dire che io che ho ascoltato musica anni ’50, ’60 e ’70 al giorno d’oggi non ho sicuramente reagito come gli ascoltatori contemporanei del tempo. Per fare un esempio se voglio approfondire Elvis Presley ho già pronti 61 album senza dover aspettare i tempi di uscita tra l’uno e l’altro, quindi “l’analisi” è molto più immediata e posso spaziare tra lo sviluppo musicale di un artista che in questo caso ha registrato canzoni per più di vent’anni in un attimo. Insomma, forse non è bello da dire, ma è comodo arrivare “a cose fatte” . Inoltre, anche solo a livello inconscio, è ovvio che avrò in testa stili musicali più moderni. 


Come nasce una canzone di Horus Black?

Le mie canzoni nascono tutte da un’idea musicale, che sia un riff, un giro armonico o la parte di un determinato strumento, intorno alla quale poi sviluppo l’intero brano. Queste idee possono nascere anche da elementi extra musicali, come una frase sentita in un film o letta da qualche parte. Nella stragrande maggioranza dei casi in seguito butto giù una prima forma di arrangiamento, che porto a definitivo compimento insieme a mio padre. I miei genitori infatti sono entrambi violinisti classici. 


Hai una traccia preferita all’interno del disco?

Probabilmente la canzone del disco di cui sono più soddisfatto è “Mirror On The Wall”; sia per quanto riguarda il testo, sia per l’arrangiamento, a parer mio il più elaborato dell’album. 


Come nasce il titolo “Spinning Rainbow”?

Ho scelto “Spinning Rainbow” come titolo perché volevo un nome che portasse subito l’immaginazione dell’ascoltatore ad una dimensione psichedelica; tipica del rock di fine anni ’60 e l’idea di un “Arcobaleno vorticoso” mi sembrava più che in linea. 


Com’é stato ideare e girare il video di “Mirror On The Wall”?

Una volta scritto il testo di “Mirror On The Wall” è stato per me facile ideare il video musicale.

Quest’ultimo infatti segue perfettamente sia il testo che la musica della canzone. La strofa è musicalmente più scarna e testualmente vede il protagonista accolto da una sorta di profeta che gli spiega come attraverso uno specchio magico potrà vedere il mondo come è realmente. Nel video io sono accolto da un vagabondo che vive in un rudere abbandonato. Una volta entrato a contatto con lo specchio però il vagabondo è ben vestito ed il rudere diventa una magnifica reggia. Questa è la parte del ritornello, che vede un arrangiamento sinfonico. Alla fine del video decido di restare nel mondo reale, ma vestito come nel mondo vissuto nel riflesso dello specchio; vale a dire conscio di come stiano sul serio le cose, che non sempre sono ciò che sembrano. Per questo le riprese sono state fatte in due blocchi: uno nella parte abbandonata e l’altra all’interno della reggia.


Hai da poco rilasciato “The Monster”, pensi che seguirà un video anche per questa traccia?

Sì, gireremo il video musicale anche di “The Monster”, che già stato ideato e scritto. L’ispirazione principale per il video è il film del 1964 di Mario BavaSei donne per l’assassino” , uno dei miei preferiti. 


Per promuovere il disco, hai intenzione di proporre spettacoli dal vivo? Se si, dove ti piacerebbe esibirti? 

Assolutamente sì, le esibizioni dal vivo sono la parte che preferisco del mondo musicale. Mi piacerebbe esibirmi in teatro includendo anche archi e fiati ( solitamente mi esibisco con una band di quattro elementi). Già in passato è stato possibile realizzare uno spettacolo di questo tipo ed al momento sto scrivendo gli arrangiamenti in vista di un’esibizione del genere. Probabilmente sarà tutto pronto per essere proposto verso settembre. 

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Hai citato tra le tue fonti d’ispirazione i Doors, i Turtles, i Roling Stones e gli Animals; sul panorama italiano invece, c’é un artista o gruppo che ispira la tua musica o semplicemente apprezzi?

Sì, ascolto anche musica italiana. Essendo nato e cresciuto a Genova sono molto legato al cantautorato della città, in particolare a quello di Fabrizio De André, ma anche a Luigi Tenco o Bruno Lauzi.

Faber, di cui era appassionato un mio amico, è stato il primo artista che ho approfondito( anche grazie al vinile del live con la PFM di proprietà di mio zio), contemporaneamente ad un altro cantante a lui coevo ma musicalmente differente, ossia , di cui trovai una cassetta appartenente a mio nonno.

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In particolare durante l’estate tra la quinta elementare e la prima media ho ascoltato solamente il disco e la cassetta sopracitati. Guardando invece a musicisti italiani contemporanei, sono amante di Elio e le storie tese, Morgan ed i Bluvertigo.

Insomma, un disco tutto da scoprire e di cui presto avrete anche la recensione! Non ci resta che ascoltare Spinning Rainbow e di augurare il meglio a questo giovane ma talentuoso artista; cui vanno i nostri ringraziamenti per averci reso partecipi della sua nuova avventura.

Hai già letto delle novità in arrivo questa settimana? Le trovi qui.

Gabriele Romano