Intervistiamo Tiromancino in occasione dell’uscita del disco:” Ho cambito tante case”

E’ da poco uscito il nuovissimo album di Tiromancino: “Ho Cambiato Tante Case”, anticipato dai singoli “Finchè Ti Va”, “Cerotti”, “Er Musicista” e “Domenica”. Noi di Music Voltage lo abbiamo già recensito, ma abbiamo avuto la fortuna di intervistare l’anima del gruppo, Federico Zampaglione, che è stato così gentile e professionale nel rispondere alle nostre domande, che spaziano tra musica e vita privata.

Ma lasciamo la parola a lui augurandovi buona lettura.

  1. Ciao Federico, grazie per averci concesso questa intervista! Il nuovo album si intitola “Ho Cambiato Tante Case”: una scelta un po’ insolita come titolo di un album. Cosa ci si può aspettare da questo progetto così intenso? Come definiresti il sound di questo disco?

“Il sound di questo disco spazia molto, è stato fatto in 3 anni di tempo ed “Ho Cambiato Tante Case” proprio perché mi sono spostato anche durante la lavorazione da Roma a Milano. Poi sono tornato qui, ho registrato cose in periodi diversi, è stato un lavoro molto lungo e articolato, per cui rispecchia il titolo del disco… Anche il disco ha cambiato tante case prima di arrivare nelle vostre.”

  1. Tiromancino è un nome che ci accompagna dal lontano 1992, anno della pubblicazione del primo album… In che modo la tua musica si è evoluta e cosa è cambiato nel tuo stile in questi anni?

“Mah, se ripenso al ’92, anzi in realtà il primo singolo era del ’89, la filosofia è stata sempre la stessa: non porsi limiti e sperimentare molto con tutti i generi musicali, divertirsi e cercare anche di non avere paura a volte di prendersi dei rischi. Perché quando poi diventi consolidato, hai un tuo stile, tendi a ripetere sempre quello perché hai paura delle classifiche e hai paura del giudizio. A me francamente di tutto questo non frega un cazzo, mi diverto, faccio le cose che mi piacciono, cose che mi ispirano, e probabilmente questa mentalità mi tiene qua da 30 anni.”

Foto a cura di: Jessica Gaudioso
  1. Viviamo un periodo storico molto complicato, oramai da un anno, per via del Covid… Il mondo della musica ha subito un drastico colpo, come hai affrontato questo “isolamento forzato”?

“L’isolamento forzato è stato difficile per tutti. Io sono rimasto connesso con il pubblico, però sono contento di essere stato il primo a fare un concerto completo in diretta sui social network, dopo l’hanno fatto anche altri, però mi fregio di questa cosa. Dopo mi sono dedicato alla mia altra attività, quella di regista, ho girato ‘Morrison’ che è in uscita in questi giorni, il 18 ottobre su Amazon Prime ed il 20 su Sky Cinema. Ma ho portato sempre avanti il progetto di “Ho Cambiato Tante Case”, che per me è stato anche un modo per esorcizzare tutta una serie di ansie e di paure, che ho poi messo dentro l’arte e la composizione, l’arrangiamento e la scrittura.”

  1. Il tuo nuovo album è un progetto raffinato e mai banale, con diverse contaminazioni musicali… Quali artisti hanno più influenzato la tua carriera?

   “Ad aver influenzato la mia carriera è quasi tutta la musica che è stata fatta fino ad adesso. Ho cominciato con il blues, ma ho ascoltato di tutto: dal metal alla musica elettronica, all’hip hop, al rap, alla trap, al folk, al country, al funk, all’ r’n’b’, al rock anche più sperimentale. Ti dico solo che   tra i miei gruppi preferiti ci sono i Tool.

Foto a cura di Jessica Gaudioso
  1. I Tiromancino nascono come gruppo, senza però mai avere una formazione fissa: sei voce e anima del progetto. Preferisci creare le tue canzoni senza interferenze esterne?

“I Tiromancino  hanno cambiato tante formazioni, mantenendo poi sempre me come punto fisso, però la mentalità è quella di collaborare, è quasi un laboratorio. Tant’è vero che non ho mai fatto dischi a nome mio, ma ho sempre preferito collaborare. Su questo disco ci sono tante collaborazioni, tutta la scena del nuovo cantautorato, Alan Clark dei Dire Straits, diversi producer come Jason Rooney, Antonio Marcucci, Leo Pari… collaborazione è scambio di idee, che è una mentalità  più da band che da solista.”

  1. Il mondo della musica oggi è cambiato, tra streaming e digitale si è un po’ perso il bello di comprare il supporto fisico come CD o vinile… Pensi che questa evoluzione abbia del buono o la consideri un danno per gli artisti?

“Come in ogni cambiamento epocale e storico, ci sono aspetti positivi e aspetti negativi. La gente si è abituata all’ascoltare musica gratis, però allo stesso tempo la musica viene ascoltata da molte più persone, è diffusa su tutti i dispositivi, dai telefonini alle radio, dalle piattaforme… quindi la gente continua ad amarla. Io non mi occupo di come viene diffusa, mi occupo più che altro di farla e di ascoltarla.”

Foto a cura di Jessica Gaudioso
  1. Torniamo al tuo album… 12 canzoni, tutte unite da un unico filo conduttore: l’amore! Possiamo definirti un inguaribile romantico?

“Nel disco si parla d’amore e si parla anche di vita, di rapporti con mio padre, con musicisti che mi hanno influenzato, si parla del mestiere di musicista in canzoni come ‘Er Musicista’, si parla di dipendenze come nella canzone ‘Lei’. Ci sono momenti più romantici, momenti più esistenziali. E’ un disco che secondo me fotografa un esistenza a 360 gradi.”

  1. La tua discografia è composta da 12 album, tutti molto diversi tra loro. C’è un progetto tra questi che potresti definire “il tuo preferito”?

“Non c’è un disco preferito perché quasi ogni disco racconta un periodo della mia vita. Sono come delle fotografie, delle istantanee di quel momento, quindi ritrovo ricordi o suggestioni, ispirazioni, persone, fatti. E in ognuno di loro c’è qualcosa che mi conquista sempre.”

Foto a cura di Jessica Gaudioso

Grazie ancora Federico per questa chiaccherata, in bocca al lupo per il nuovo album e speriamo di vederti presto in tour!

Marco Gruttaglia