“È un disco molto sofferto ma pieno d’amore. – continua il musicista – Ed è proprio l’Amore quello che io cerco in ogni momento della mia vita e della mia arte. Il lavoro che ho fatto è stato di cercare un unico suono: quello della verità, il mio essere nero e bianco… per potermi ritrovare, e rintracciare la mia identità. Le canzoni di questo album mi danno una carica emozionale notevole, per me rappresentano il presente ma anche il futuro. Sembrano canzoni ma vanno oltre; sono lo specchio della mia vita. In questi brani si sente il soffio del mio cuore”.
James Senese in un’ intervista per ilMattino.it
Così Senese, dall’alto dei suoi 76 anni e dai suoi ben 20 album pubblicati, annuncia il 21esimo: James Is Back. Titolo americano, ma lo stile è a metà strada tra Napoli e l’America, con la sua musica partenopea accompagnata da squisite atmosfere blues ,degne di un pregiato sassofonista.
James Senese -Coltrane italiano, come viene definito da molti- , si rimette in gioco dopo diversi anni con un nuovo disco composto da nove tracce e rispettivamente venduto in CD, album digitale e vinile.
Ad aprire il disco è Voglio partì , e subito ci troviamo sommersi dal suo amato sassofono, un beat incalzante che fa scuotere le spalle e ondeggiare anche da seduti; Il basso- ipnotico – meravigliosamente si sposa con la voce di James, che cavalca il brano tra bassi, medi e acuti mischiati con una certa naturalezza. Unica pecca , se proprio si vuol trovare, è la ripetitività del brano nel finale.
Diverso invece è L’America: Parte d’impatto, con note alte e batteria, chi era rimasto seduto col primo brano ora scende in pista a ballarlo e cantarlo. Un mix di armonie e intonazioni perfettamente studiate per rimanere impresse e, perché no, cambiare lo stile al canto e alla musica stessa. Simpatici, voluti e tutt’altro che inopportuni ,a differenza di molti suoi colleghi, gli inglesismi nel ritornello, pronunciati con un accento fortemente napoletano.
Un drink si versa e il sassofono parte, è il momento della title- track :James is back .L’atmosfera di orgoglio al positivo e di autostima aumenta, sia per l’artista che per l’ascoltatore; qui l’artista gioca molto con la sua voce e con inedite atmosfere musicali, ma tutto ciò non annoia mai. E’ un pezzo che dovrebbero conoscere tutti, sentendola per strada, con le cuffie, camminando, oppure in macchina ,a tutto volume, c’è il rischio concreto di sentirsi capaci di tutto!
Si apre in maniera totalmente diversa Je sone con atmosfere elettroniche, batteria, sintetizzatori e voce accompagnano un brano dal ritmo più veloce rispetto ai precedenti. Un brano che gioca più sulla metrica e sul tempo piuttosto che su un canto sostenuto, e lo si apprezza ancor di più quando nel bridge il tempo cambia quasi radicalmente. “Fermati un momento” canta James, poco prima che il sassofono lo riaccompagni fino a fine traccia, ma è proprio lui quello che sembra correre!
Voce di petto e chitarra, un brano che fa pensare a una superstrada tutta dritta da percorrere a cento chilometri orari, è questa la prima sensazione che si ha quando si ascolta Jesce fore ,una commistione musicale di blues, country e musica napoletana. Un brano che si fa ascoltare, ma non riuscitissimo come i precedenti: un po’ troppo ripetitivo!
Si cambia nuovamente registro con O meglio amico mio. Tonalità bassa e un sound quasi da bachata ,con forti influenze sudamericane. Si sente molto che James si è divertito particolarmente a suonarla e registrarla. Scatenata all’inverosimile, carica di entusiasmo e di eleganti chitarre elettriche proprio dove serve. “A vita toj non è a mij, ‘u sang toj non è ‘u mij” recita nel ritornello, creando un’incalzante una canzone intrisa di rabbia, che tutto pare fuorchè scontata, dato che il testo si discosta molto dal suono; brano incisivo ,che facilmente rimane in testa. Bellissime anche le “acrobazie” con il sassofono nell’ultimo minuto e mezzo.
Duendes invece, si apre con un flow più delicato e pacato, ma sempre impeccabile. La voce di James lascia totalmente spazio agli strumenti , schiudendo il sipario su quella che è la più grande passione di questo artista: il sassofono.
Lo stesso stile, ma più vivace, fa partire Ancora ancora, che piano piano si trascina sullo stile di “Je sone”, ma con un suono più naturale e sciolto. Sembra davvero difficile rimanere seduti e tranquilli ascoltando quest’album! E’ perfetto per passeggiate o corse in aperta natura o in città. Bellissimo anche il testo, nel quale l’artista prega per superare le sue paure e per provare quei sentimenti che lo facciano sentire vivo. Marchio di fabbrica è ormai il sassofono a fine brano che accompagna il resto degli strumenti verso il fade out finale.
L’ultima track, Tutta ‘a vita accussì, si apre invece con un bel piano e delle leggere percussioni, al contrario della voce di Gaetano, che risulta cristallina e piena, per una power ballad classica ma di forte impatto per completare il disco. Gli strumenti principali in questa traccia vengono accompagnati da un piano e una chitarra in prima linea.Bello anche il testo, col quale l’autore ricorda col sorriso e un po’ di malinconia i bei tempi passati della sua vita, e quanti ancora ne dovrà passare.
In copertina, le mani intrecciate, piene di rughe e con le vene sporgenti, non potevano raffigurare meglio questo album. Esse simboleggiano la maestria, le mani di un uomo che ha lavorato tanto per il suo mestiere e che non ha paura di dimostrare la sua età. “James is Back” è un album di celebrazione alla vita, ai successi, a sé stessi; un album per essere forti e decisi che insegna –infine- che l’impegno applicato ripaga.
Non ci resta che ascoltare ancora l’album ,praticamente perfetto, tranne per alcune tracce ripetitive , e aspettare il tanto atteso tour che James ci sta preparando e che partirà il 29 giugno da Roma, con la speranza sempre viva che si possa ritornare ad assistere dal vivo ai concerti.
Recensione di Gabriele Romano
Correzione a cura di Valentina La Viola