Jem Bosatta: “Loss&Love”

Jem Bosatta è un emergente cantautore italo-britannico, osa definirsi cantastorie e il suo punto di forza è il live.

Si i suoi live sono unici in quanto privi di amplificazione, composti solo da solidi strumenti, con un pubblico abbastanza ristretto per creare emotività e intimità e rendere unico il suo spettacolo.


Loss&Love, suo EP di debutto infatti, è stato registrato in presa diretta e in soli due giorni, scortato da pochi
musicisti che venivano “obbligati”,quando non suonavano, a sentire le proprie canzoni al fianco di pupazzi e
immagini di persone care, affinchè potessero immedesimarsi in qualsiasi traccia.
Ci stiamo per addentrare dunque in un progetto musicale più “rude” di quanto visto in precedenza, con un
suono volutamente più sporco e imperfetto, a mo’ di vinile per intenderci, e le aspettative non prevedono
sintetizzatori o “strumenti freddi” per i prossimi minuti.
Sentiamo, quindi, ciò che Jem ha da dirci.


Il disco inizia con Cases, uno dei primi singoli dell’artista. Tutto inizia con un violino lento e malinconico, che
fa da intro ad una chitarra appena accordata. La voce del cantante tarda a farsi strada, ma quando arriva, lo
fa con una semplicità e dolcezza disarmanti, proprio come un pezzo di uno storyteller. Il testo sembra un
resoconto della propria vita, non sempre facile, non sempre felice, ma piena di passione e voglia di fare. Ed
è proprio questo che spinge l’autore alla ricerca della sua strada, consapevole che dovrà affrontare tanti
viaggi con “una valigia di troppo”, ma non si scoraggia e prosegue, dritto per ciò che vuole.


Più luminosa è invece Weed, che procede con una semplice chitarra acustica e qualche coro sparso, che
non demorde e non rovina l’atmosfera dolce del duo chitarra-voce tanto ricercato. Semplice, diretto e
personale, tanto personale da riflettersi all’interno dell’animo dello spettatore, che non può non perdersi
tra le parole e la voce dell’autore.


Si continua con Memories, simile a Weed, ma con uno stile più folk. Si interfacciano infatti anche
armoniche alla classica chitarra acustica, regalandoci un pezzo d’altri tempi, spontaneo crudo ed
emozionante. Il cantato è notevole soprattutto con quella voce di maschera con dei picchi di falsetto qua e
là che danno spessore ed emotività a un brano che appunto si interfaccia con i ricordi più veri e puri
dell’adolescenza.

jem bosatta loss&love


Quando arriva Father, canzone dedicata al nonno, contrariamente a quanto potrebbe far credere il titolo,
ritorniamo in un’atmosfera più scura. Il testo scritto col cuore sembra una lettera, le ultime parole che si
sarebbero volute dire a qualcuno che improvvisamente non compare più nella nostra vita. Anche questo unbrano dalla struttura complessa, ma semplice allo stesso tempo: un testo articolato e poche ripetizioni, ma
ancora la combo voce-chitarra vince.


Curioso come ogni traccia inizi esattamente con l’artista che nomina il suo titolo.


Brother è invece dedicata al fratello, e così come quasi tutti i brani del disco, troviamo quanto ogni traccia
sia dedicata a una figura maschile importante per l’artista. Strutturalmente non si distacca molto dal brano
precedente, semplicemente si differenzia per un atmosfera più solare, seppur mantenendo un significato
profondo e toccante. Colpisce il fatto che il cantante con pochissimi strumenti, stia facendo trasparire tanta
vulnerabilità e carisma.


Le “canzoni che parlano” continuano con Killer, uno dei pezzi meglio riusciti dell’artista, che si è
destreggiato meglio nel successo dell’internet. Una canzone che unisce sacro e profano, arricchita con il
grande ritorno dei violini e dei cori, assenti rispetto le tracce precedenti. Una canzone più sociale, spinta
verso l’esterno, piuttosto che dall’interiorità, come nei pezzi precedenti.


Un brano più “spensierato” e musicalmente più ritmico e veloce è Football in The Field, che aggiunge alla
strumentazione una dolce batteria d’accompagnamento. La voce è leggermente più sussurrata e alta,
prendendo una dolce piega folk moderna che impreziosisce il pezzo. Belli anche i flauti nello special. La
canzone si fa gustare anche per il fatto di essere leggermente diversa dalle precedenti, con il suo suono più
movimentato e meno drammatico.


Finisce l’EP con The Fountain, un pezzo più strutturalmente e musicalmente complesso rispetto ai
precedenti, tanto da riunire tutti gli strumenti utilizzati prima, per dare allo spettatore il migliore encore
che si potesse richiedere. Il disco si muove proprio come uno spettacolo dal vivo,e si sa, in uno spettacolo la
parte migliore viene alla fine, e “The Fountain” è il perfetto finale per questo spettacolo chiamato
Loss&Love.
L’EP in sostanza è un disco che si fa apprezzare per la sua genuinità e spontaneità. E’ un disco d’impatto,
che vuole esser ricordato per i suoi sentimenti, più che per la sua composizione, regalando allo spettatore
un gioiellino in fatto di musica pop-folk. Potrebbe però anche non essere apprezzato se si considera che
non ci sono vere e proprie svolte, e ciò rende il disco più piatto del previsto, ma se si apprezza un certo
genere di musica, Loss&Love è un must have.

jem bosatta loss&love

Hai già ascoltato il nuovo album delle Juicy? Leggi qui la sua recensione!


Gabriele Romano

Correzione a cura di Valentina La Viola