Jem Bosatta si racconta a Music Voltage | Intervista

Jem Bosatta, cantautore britannico nonchè poliedrico artista, ha da poco rilasciato il suo EP di debutto Loss&Love, dove qui si può trovare la recensione. Dopo aver ascoltato il disco, Jem ha deciso di rispondere ad alcune domande di Music Voltage.

jem bosatta intervista music voltage

Jem Bosatta è un ragazzo solare, romantico e pieno di passione per la vita e per la musica. La sua presenza sulle pagine di Music Voltage per noi è un grande onore. Un artista fuori dagli schemi, fuori da ciò che è considerato moderno in quanto estremamente fedele alla buona musica e al talento più vero.

MV: Mi ha colpito molto la canzone Memories, sembra avere un significato particolare per te. A cosa ti sei ispirato principalmente per la scrittura di questo pezzo?

Jem: Questa canzone e’ interessante, non e’ del tutto mia e la devo interamente alla versione originale – Erinnerungen di Max Prosa, un fantastico cantautore tedesco. Grazie Max. Ho cominciato con una traduzione basica e poi l’ho modificata trasformandola in una canzone di amore per questo “boy I loved”. Lui non e’ una persona ma un collage tra finzione e realta’ ispirato dalle mie esperienze adolescenziali.


MV: So che invitavi i tuoi musicisti ad ascoltare le tue canzoni quando non suonavano, magari tenendo in mano un oggetto a loro legato o una foto dei propri cari. Come reagivano a ciò?

Jem: E’ successo cosi’: io sono andato allo studio di mattina per registrare tutte le canzoni due o tre volte, e ho preso con me oggetti nostalgici come un orsetto o delle foto dei miei cari. I cantanti sono arrivati di pomeriggio per accompagnarmi su due canzoni su sei. Per gli altri brani, invece che andare a casa o fumare o scrollare sul telefonino, sono rimasti nella sala ad ascoltarmi. A quel punto non serviva piu’ il pubblico “artificiale” della mattinata, gli oggetti li abbiamo un po’ dimenticati! Ma abbiamo condiviso momenti molto speciali. E la loro presenza è stata fondamentale affinché io abbia potuto dare una performance molto emozionante. Guardavo in su e c’erano degli occhi che mi guardavano, per la prima volta dall’inizio della pandemia. Ne avevo bisogno.

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MV: Preferisci sempre dei live più acustici e intimi rispetto a grandi platee, quindi mi chiedevo in quali luoghi tu preferisci esibirti. Ci sono dei posti dove esibirti, per te, ti da quel senso di magia?

Jem: Il mio scenario ideale e’ di suonare sotto il cielo aperto, spesso davanti ad un falò. Non c’e’ niente di piu’ magico. Al secondo posto direi una piccola cappella per il senso di grandiosita’ e per l’acustica. Al terzo posto, un piccola sala privata come un salotto o una terrazza. 


MV: Loss&Love … come mai la scelta di questo titolo per il disco?

Jem: E’ un titolo semplice e onesto per una collezione di sei canzoni semplici e oneste. Tre canzoni raccontano l’intimita’, tre la lontananza.

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MV: Il tuo disco parla di maschilità in tutte le sue sfaccettature. Ma qual è a tuo avviso, la concezione della maschilità nella società odierna? Cosa la gente dovrebbe imparare a capire meglio del “vestire i panni di un uomo”?

Jem: C’e’ solo un aggettivo che viene messo insieme alla “maschilita’” nell’attualità: ovvero la “maschilita’ tossica”. Sono d’accordo che ne dobbiamo parlare, ma l’esperienza maschile e’ cosi’ ricca e diversificata,  tra luce e ombra, che ci serve un linguaggio molto piu’ sottile per parlarne. E questo lo dobbiamo sviluppare noi uomi, non possiamo aspettare che gli altri “vestano i nostri panni”. Se vogliamo essere capiti, ci dobbiamo spiegare con piu’ onesta’.


MV: Hai dedicato “Brother” a tuo fratello e “Father” a tuo nonno. Ma c’è una canzone in particolare alla quale sei legato che è presente nel disco? E perché?

Jem: Proprio a Brother. “Il tuo silenzio e’ oro, ed io condivido con te l’isola del tesoro.” Soprattutto noi uomini non siamo bravi a dire quando qualcosa non va, pero’ anche stare vicino a qualcuno in silenzio e’ sufficiente. Ho la sensazione di avere catturato questo momento preciso e di avere dato parola alla sua bellezza dolce amara.


MV: Le tue canzoni mi hanno fatto molto pensare ai bei tempi di Bob Dylan e Johnny Cash, ma con una spruzzatina di modernità che richiama molto le ballad alla Ed Sheeran. Ma quali sono gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente?

Jem: Grazie per questi paragoni! Magari si sente nella musica che non ascolto tantissima musica moderna. Il mio eroe moderno e’ Nick Cave, il mio idolo di una volta e’ Nina Simone, e andando ancora più indietro nel tempo mi piace la musica del periodo Barocco.


MV: Pensi di ritornare presto in italia? Magari per qualche spettacolo?

Jem: Si, pero’ non c’e’ ancora nulla di concreto. Ho sempre sognato di fare un tour in Italia e lo faro’ quest’anno. Occhio ai social.

Gabriele Romano

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