La serata revival di Sanremo. Riusciranno le cover a stravolgere la classifica?

Amici musicologi, bentornati alla rubrica Festival di Sanremo , giunto già alla quarta e penultima puntata.

Dopo una settimana carica di nuove canzoni, esibizioni più o meno discutibili, grandi performance e comicità irriverente, questa serata è una delle più interessanti: arrivano le cover!

Ognuno dei 25 concorrenti in gara quest’anno all’Ariston proporrà una cover di un artista italiano o internazionale degli anni ‘60, ‘70, ’80 e ‘90, personalizzando la performance con la propria grinta o con “l’aiuto” di altri artisti.

Ci siamo! Si apre la serata, grazie anche alle perfette esecuzioni dell’orchestra, e in questa nuova puntata, ad affiancare Amadeus, troviamo Maria Chiara Giannetta, attrice che ha affermato il suo successo grazie alla fiction Blanca, in onda su Rai 1.

Sanremo 1
Fonte: Corriere Della Sera

La prima ad esibirsi è Noemi, con manifesto della black music diventato leggenda: (You Make Me Feel Like) A Natural Woman di Aretha Franklin, canzone datata 1967.
La cantante vuol stupire la platea, accompagnata da lei stessa, inusualmente al piano , senza tralasciare il graffio della sua voce, caratteristica preziosa in tale esecuzione. Performance precisa, acuti impeccabili, il mood della Franklin c’è tutto, siamo proprio dentro il pezzo… Che brividi!

2
Fonte: RaiNews

Seconda performance: Giovanni Truppi, accompagnato da Vinicio Capossela e Mauro Pagani: “Nella Mia Ora Di Libertà” di Fabrizio De Andrè, datata 1973.
Questo pezzo è un brano “denuncia” della società borghese dei tempi, le voci dei cantanti si mescolano bene nel complesso, trasmettendoci una sorta di racconto narrato in musica, con qualche stonatura in alcuni tratti. L’armonica a bocca suonata da Pagani dà quel tocco in più all’esecuzione, piacevolmente gradita.

Terza performance: arriva Yuman, accompagnato al pianoforte da Rita Marcotulli, con la stupenda My Way di Frank Sinatra, datata 1969. La storia narra che Sinatra non volesse incidere questo pezzo, passato poi alla storia come il suo più grande successo, e in questa nuova veste la voce calda del cantante non abbraccia completamente l’atmosfera jazz.
Un inizio un po’ piatto, per poi esplodere nella parte centrale dell’esecuzione; finale esplosivo, peccato che tutta la performance non ha avuto questo taglio.

3
Fonte: RaiNews

Quarta performance: Le Vibrazioni sono accompagnati dalla leader di un gruppo britannico interessante ed un’eccellenza tutta italiana: Sophie And The Giants e il maestro Peppe Vessicchio. Il pezzo che propongono si intitola Live And Let Die di Paul McCartney, datato 1973.
Colonna sonora del film 007 – Vivi e Lascia Morire, questo pezzo fu scritto dallo stesso McCartney e dalla moglie; in questa energica esecuzione la grinta di Francesco Sàrcina si sposa con la voce di Sophie, il tutto condito dalla maestria di Vessicchio al pianoforte e dalle chitarre distorte della band.
Ci piace, ci piace “tantissimo”, se capite cosa intendiamo.

4
Italian band Le Vibrazioni (L) and British band Sophie and The Giants (R) perform on stage at the Ariston theatre during the 72nd Sanremo Italian Song Festival, Sanremo, Italy, 04 February 2022. The music festival runs from 01 to 05 February 2022. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Quinta performance: l’idolo delle teenagers Sangiovanni arriva, accompagnato da Fiorella Mannoia per eseguire A Muso Duro di Pierangelo Bertoli, datato 1979.
Questo brano narra il difficile rapporto di Bertoli con la sua casa discografica, che non gli permette di esprimersi musicalmente come lui vorrebbe. L’inizio è cantato da Sangiovanni, accompagnato nella seconda strofa dalla Mannoia: la voce del cantante non è proprio adatta a questo pezzo, troppo “fanciullesca” e poco incisiva, fortunatamente la Mannoia corre a “salvare” la situazione, graffiando la melodia. Il ritornello camuffa questo “disagio” musicale, forse in questo caso si è fatto il passo più lungo della gamba, a Sanremo non dovrebbe succedere.

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Fonte: RaiPlay

Sesta performance: Emma accompagnata da Francesca Michielin; esegue una pietra miliare della musica pop internazionale: …Baby One More Time, della principessa del pop Britney Spears, datata 1998. Grande tributo ad una star da anni distrutta dalle vicissitudini familiari, ed adesso libera dalle costrizioni che l’hanno imprigionata per ben 13 anni. Il brano viene completamente sconvolto: cucito su una base condotta da un pianoforte, il pezzo diventa orchestrale e le voci delle due cantanti si alternano nell’esecuzione. Ma poi arriva un cambio di registro: si passa ad una sonorità più briosa, mantenendo l’atmosfera iniziale. Nel complesso le due voci sono bene mescolate, nonostante la voce della Michielin spicchi di più, per via della morbidezza che nella voce di Emma non ritroviamo, adatta ad esecuzioni più dure. Iconico il “It’s Britney, bitch!” alla fine.

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Fonte: Oggi

Settima performance: un pilastro della musica italiana, Gianni Morandi, accompagnato dal dj Mousse T alla direzione dell’orchestra e Jovanotti; eseguono un medley musicale di Occhi Di Ragazza/Un Mondo d’Amore/Ragazzo Fortunato/Penso Positivo”.
Un mix tra le hit dei due artisti, una performance sopra le righe! L’irriverenza di Jovanotti e la grinta di Morandi sono l’unione idilliaca per smuovere gli animi del pubblico, ci fanno ballare e cantare a squarciagola, anche se notiamo alcune imperfezioni. Siamo buoni stasera, e sorvoliamo su questo piccolo particolare, il pubblico in standing ovation travolto da tanta energia!

7
Fonte: Il Quotidiano

Ottava performance: arriva Elisa con una hit degli anni ’80: What A Feelin di Irene Cara, colonna sonora del film Flashdance, film che ha aggiudicato un oscar al talentuoso Giovanni Giorgio Moroder, per l’indimenticabile colonna sonora . Ad accompagnare la nostra cantante troviamo Elena D’Amario, che ci regala una performance danzante splendida . Siamo sicuri del fatto che le performance in inglese di Elisa, siano quelle che arrivano di più ai nostri cuori, e anche in questo caso è così. Ottima tecnica, grande mood….Grande risultato! Nuova standing ovation, stra meritata. Conclusa la performance, Giorgio Moroder ringrazia personalmente Elisa tramite un video, essendo il compositore del brano.

8
Fonte: Il Messaggero

Nona performance: il cantante Achille Lauro entra accompagnato dalla mitica Loredana Bertè per eseguire una delle hit di quest’ultima: Sei Bellissima, pezzo del 1975.
Inizia Lauro: la sua cantata “sforzata” ci convince poco… Loredana, d’altro canto, con il suo graffio urlato definisce il brano, anche con alcune imperfezioni. Che dire… ci si aspettava di meglio, anche se il pubblico pare accettare bene l’esecuzione andando di terza standing ovation.

9
Fonte: Leggo.it


Subito dopo Amadeus legge un biglietto scritto da Lauro per la Bertè, che appare visibilmente emozionata.
Un attimo di stacco: piccolo sketch della Giannetta con il comico Maurizio Lastrico, di poco conto, trascurabile
Decima performance: Matteo Romano arriva accompagnato da Malika Ayane, per eseguire una canzone che è impossibile descrivere: Your Song di Elton John, datata 1970.
Questo pezzo narra dello stesso Elton John, innamorato, si approccia a cercare di trovare un regalo adatto per l’uomo che ama, non ha molti soldi per acquistare una casa dove vivere insieme, non è uno scultore o un uomo di spettacolo che fa pozioni in spettacoli itineranti , ” il mio regalo è la mia canzone, e solo questa per te, e tu potrai dire a chiunque QUESTA È TUA CANZONE , e forse è estremamente semplice ma ora che è fatta spero che non dimentichi mai QUANTO È BELLA LA VITA SE TU ESISTI “. Insomma la dichiarazione d’amore per eccellenza, che dite? Sembra davvero impossibile replicare l’iconicità propostaci da Sir Elton.
Il giovane Matteo si siede al pianoforte e parte la canzone: viene accompagnato dalla voce delicata di Malika, che troviamo giù di corda. Precisa l’interpretazione di Romano ma nonostante ciò per noi è un NO. Senza rancore, non ci convincono.

10
Fonte: GingerGeneration.it

Undicesima performance: Irama entra accompagnato da un grandissimo Gianluca Grignani, cantando il pezzo con in quale Grignani si presentò a Sanremo Giovani nel 1994: La Mia Storia Tra Le Dita.
Ed ecco che parte la tristezza: il pezzo ci riporta nel passato, ci emoziona, ci fa cantare di cuore! Irama appare sicuro nell’esecuzione, mentre Grignani sembra quasi svogliato, come se stesse recitando più che cantando il pezzo. Poi i due cantanti si mescolano tra il pubblico, raccogliendo grandi consensi. Passabile, ecco il termine perfetto per questo duetto.

11
Libero Quotidiano

Dodicesima performance: Ditonellapiaga e Rettore entrano presentando Nessuno Mi Può Giudicare di Caterina Caselli, brano datato 1966.
Canzone irriverente, coì come la cantante che la interpreta, nella versione del duo ha una suono che non si allontana molto dall’originale. La Rettore tenta di impressionare, ma il risultato non è quello sperato… Bene per Ditonellapiaga, intonazione giusta… Peccato che nessuno delle due si sia sbilanciata quel tanto che bastava per rendere il pezzo più brioso. Davvero un peccato.

12
Fonte: Il Gazzettino

Tredicesima performance: Iva Zanicchi, che omaggia la grande Milva con Canzone, pezzo del 1968.
Nella versione originale il pezzo era interpretato anche da Adriano Celentano e presentato a Sanremo, classificatosi al terzo posto. Narra di un amore dove, dopo la rottura, uno soffre e l’altro no. La particolarità di questa esecuzione è vedere la stessa Milva cantare nello schermo dietro la Zanicchi, un “duetto virtuale” che ci emoziona. Che dire… Iva sei tutti noi! Grande performance, una voce forte e decisa, che fa sfigurare molti artisti in gara quest’anno al Festival. Standing ovation meritata, il pubblico è impazzito, meravigliosa!

Quattordicesima performance: Ana Mena accompagnata da Rocco Hunt con un medley di tutto rispetto: un tributo a Jimmy Fontana, Alan Sorrenti e Julio Iglesias.
Si inizia con Il Mondo, pezzo del 1965: la vocalità spagnola della cantante sembra aver sconvolto la natura stessa del pezzo, intonazione buona ma ci lascia un po’ perplessi tutto il resto.
Entra Rocco Hunt su Figli Delle Stelle del 1977: un po’ di rap a casaccio e un po’ no, questo secondo pezzo risulta più adeguato alle due voci senza grandi slanci però.
Ed ecco l’ultimo pezzo: Se Mi Lasci Non Vale, pezzo del 1976: anche qui la cantante ci da una prova di una sicurezza musicale, rendendo gradevole il brano e facendo ballare tutto l’Ariston.

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Fonte: RaiNews

Quindicesima performance: La Rappresentante di Lista insieme a Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra ci deliziano con Be My Baby dei The Ronettes, anno 1963.
Pezzo storico quello eseguito dal terzetto musicale, è definita una delle canzoni più importanti di sempre.
L’unione di stili diversi dei cantanti sul palco ci incuriosisce: parte la cantante de La Rappresentante di Lista, sicura e precisa nell’esecuzione, accompagnata dalle altre due artiste che fanno il coro. Il pezzo poi si trasforma in un pezzo elettro, atmosfera da club infuocato… E infine, le atmosfere iniziali, rockeggianti e di un pop chic. Bella performance, molto bravi, super originalità.

14
Fonte: Gingergeneration.it

Sedicesima performance: ecco che arriva Massimo Ranieri che viene accompagnato da Nek per eseguire Anna Verrà del compianto Pino Daniele, canzone del 1989.
La grandezza poetica di Pino Daniele è una certezza della nostra cultura musicale. Questo pezzo è dedicato alla grande attrice Anna Magnani e in questa nuova veste ci piace molto. Ranieri, che nelle scorse serate ci è sembrato impreciso nelle sue esecuzioni, lo vediamo in questa serata sicuro di se e in perfetto equilibrio nel brano. Stesso discorso vale per Nek, fluido e amalgamato alla voce di Massimo Ranieri. Ci piacerebbe sentire qualcosa di inedito fatto insieme, che ci possano accontentare in futuro? Restiamo sintonizzati.

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Fonte RaiNews

Ed ecco che rientra a sorpresa Jovanotti. Il cantante parla della prima volta che vide Amadeus nel 1987, un po’ di dolci sviolinate che non guastano mai, un viaggio nel viale dei ricordi. Segue una cover di “Che Sarà” dei Ricchi e Poveri. Ma Jovanotti lo ha capito che non è in gara quest’anno?

Ed ecco un piccolo squarcio in diretta dalla Costa Toscana: Orietta Berti e Fabio Rovazzi annunciano una performance dei Pinguini Tattici Nucleari con Ringo Starr, canzone presentata a Sanremo nel 2020. Il brano risuona ancora nelle nostre playlist.
Ma ritorniamo alla gara.
Diciassettesima performance: Michele Bravi interpreta Io Vorrei… Non Vorrei… Ma Se Vuoi di Lucio Battisti, datato 1972. Il testo parla dell’esitazione di un uomo di fronte ad una nuova storia d’amore, nella versione di Bravi dapprima calante esplode nella parte finale. Grande intenzione, scarso risultato.

16
Fonte: RaiNews


Diciottesima performance: Mahmood e Blanco propongono Il Cielo In Una Stanza di Gino Paoli, brano del 1960. La canzone narra dell’incontro del cantante con una prostituta, un tema scottante. La versione dei due cantanti appare leggera e d’impatto, molto delicata. Le loro voci sono perfette insieme, sembra quasi una ninna nanna d’amore. Bravissimi.

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Fonte: La Repubblica

Diciannovesima performance: Rkomi con i Calibro 35 ci canta un medley di Vasco Rossi, nello specifico Deviazioni, Fegato Spappolato e Cosa Succede in Città, tutti brani degli anni ‘80. Grande grinta ma non paragonabile all’estro del Vasco. Carini ma che altro dire? Niente di più.

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Fonte: Il Resto Del Carlino

Ventesima performance: AKA 7even arriva accompagnato da Arisa per una canzone stupenda: Cambiare di Alex Baroni, anno 1997. Il cantante, scomparso 20 anni fa, ci ha lasciato un eredità musicale non indifferente e le sue estensioni vocali ancora oggi sono quasi inarrivabili.
In questa nuova versione vediamo AKA al pianoforte mentre Arisa inizia a cantare, molta precisione da parte della cantante, le voci insieme poi suonano bene ma Arisa va a coprire la voce di AKA 7even. Nella parte finale notiamo troppe “urla” da parte di Arisa, l’ esperimento musicale si configura quindi come un mix non proprio perfetto.

19
Fonte: Fanpage.it

Ventunesima performance: Highsnob & Hu, accompagnati da Mr. Rain. Il Brano scelto è Mi Sono Innamorato Di Te di Luigi Tenco, datato 1962. Un brano che parla di amore, visto non come sentimento puro ma come semplice scappatoia dalla noia. Si inizia con un pianoforte, c’è un atmosfera quasi da opera teatrale. L’esecuzione risulta buona, tranne che per qualche imprecisione, Mr. Rain ha inserito un po’ di rap, giusto per modernizzare un po’ il brano.

20
Fonte: RaiNews

Arriva Lino Guanciale, attore che presenta le fiction Noi e Sopravvissuti di cui è protagonista, facendo pure un piccolo tributo ai Beatles.

Ventiduesima performance: Dargen D’Amico canta La Bambola di Patty Pravo, brano del 1968.
Primo grande successo della Pravo, in questa versione “modernizzata” non ci colpisce moltissimo, possiamo definirlo un esperimento andato male. C’è un non so che di enfatizzazione che disturba già dalle prime note, non tutte le ciambelle vengono con il buco.

21
Fonte: RaiNews

Ventitreesima performance: Giusy Ferreri accompagnata da Andy dei Bluvertigo che canta Io Vivrò Senza Te di Lucio Battisti, anno 1968.
Atmosfera molto rock, la Ferreri rende sua la canzone, impreziosita dal sassofono di Andy che da un tocco jazz al tutto. Troviamo delle imprecisioni nella parte centrale, mentre la resa migliore si ha nelle note alte.

22
GingerGeneration.it

Ventiquattresima performance: Fabrizio Moro canta Uomini Soli dei Pooh. Questa canzone vinse Sanremo nel 1990, sancendo la prima ed unica partecipazione alla manifestazione da parte del gruppo. Moro ha trasformato il pezzo in una ballad rock, facendola sua in tutto e per tutto. L’inizio è un po’ altalenante, ma dopo poco il brano esplode, dimostrando la versatilità delle sue doti canore. Bravo Fabrizio, ci complimentiamo con te!

Fonte: RaiNews

Ultima performance: Tananai con Rosa Chemical, che scelgono di omaggiare la più grande showgirl di tutti i tempi: Raffaella Carrà. Per l’occasione eseguono “A Far L’Amore Comincia Tu”, brano del 1976. Il pezzo coinvolge il pubblico per la sua iconicità, non di certo per la performance per niente di nostro gradimento… Ci sentiamo di commentare con un gigantesco MAH!

23
Fonte: Rainews

Si chiude il televoto…Per ingannare l’attesa, arriva sul palco il dj Massimo Alberti che ci delizia con un medley delle più belle canzoni della musica anni ‘70/’80 e ’90.

Ed ecco arrivare la classifica delle cover, stabilita dalla somma dei voti di giuria demoscopica, sala stampa e pubblico da casa. Vengono svelate solo le prime 3 posizioni dove troviamo al terzo posto Elisa, al secondo Mahmood & Blanco e al primo posto Gianni Morandi & Jovanotti, che si aggiudicano il premio di vincitori della serata cover… Hanno fatto centro!

Ed ecco infine arrivare la classifica generale che conclude la quarta serata:

1.Mahmood & Blanco

2.Gianni Morandi

3.Elisa

4.Irama

5.Sangiovanni

6.Emma

7.La Rappresentante Di Lista

8.Massimo Ranieri

9.Fabrizio Moro

10.Michele Bravi

11.Achille Lauro con Harlem Gospel Choir

12.Matteo Romano

13.Dargen D’Amico

14.AKA 7even

15.Noemi

16.Ditonellapiaga & Rettore

17..Iva Zanicchi

18.Giovanni Truppi

19.Rkomi

20.Le Vibrazioni

21.Yuman

22.Highsnob & Hu

23.Giusy Ferreri

24.Ana Mena

25.Tananai

Vogliamo anche noi di Music Voltage, come di consueto, proporre la nostra personalissima classifica della serata:

1.Noemi

2.Elisa

3.Fabrizio Moro

4.La Rappresentante Di Lista/ Cosmo/Margherita Vicario/Ginevra

5.Le Vibrazioni/Sophie And The Giants/Giuseppe Vessicchio

6.Iva Zanicchi

7.Mahmood & Blanco

8.Massimo Ranieri/Nek

9.Giusy Ferreri/Andy

10.Emma/Francesca Michielin

11.Gianni Morandi/Jovanotti

12.Achille Lauro/Loredana Bertè

13.AKA 7even/Arisa

14.Matteo Romano/Malika Ayane

15.Highsnob & Hu/Mr. Rain

16.Yuman/Rita Marcotulli

17.Giovanni Truppi/Vinicio Capossela/Mauro Pagani

18.Rkomi/Calibro 35

19.Ditonellapiaga/Rettore

20.Sangiovanni/Fiorella Mannoia

21.Irama/Gianluca Grignani

22.Michele Bravi

23.Ana Mena/Rocco Hunt

24.Dargen D’Amico

25.Tanani/Rosa Chemical

E voi quale classifica preferite? Vi ricordiamo di rimanere sintonizzati per l’ultimo imperdibile appuntamento sanremese…E al solito “Senti come suona” !

Marco Gruttaglia

Correzione a cura di Valentina La Viola

Fonte copertina: Il Messaggero