Lorde: “Solar Power” | Recensione Music Voltage

I Hate the Winter, can’t stand the cold”… sono queste le parole con cui si apre la canzone “Solar Power”, primo singolo dell’album omonimo di Lorde, pubblicato dall’ etichetta Universal. La cantante neozelandese torna con il suo terzo progetto discografico dopo il successo di Pure Heroine (2013) e Melodrama (2017).

Questo album è un mix tra pop, folk psichedelico ed indie/pop, accompagnato da chitarre acustiche ed
elementi elettronici ed è nato con l’intento di denunciare lo sdegno della cantante verso la fama e la vita
delle “celebrities”.

Oltre al singolo omonimo, sono stati estratti dall’album Stoned At The Nail Salon e il nuovissimo singolo
Mood Ring.

Composto da 12 tracce, l’album si apre con The Path, una traccia soft/pop/elettronica che già dalle prime
note anticipa una sintesi del concept dell’intero album:lo stress emotivo a cui la cantante ventiquattrenne è stata
sottoposta negli ultimi anni.

Con la title track Solar Power questo concetto esplode prepotentemente: stanca della fama, preoccupata
per le condizioni climatiche del pianeta e la perdita del suo cane Pearl, la cantante scappa nella “spiaggia”
immaginaria che ricrea nella sua mente, per trovare la sua tranquillità interiore…Il video è un pezzo d’arte
contemporanea!

In California la cantante cita l’amica Carole King, parla del suo passato da sedicenne e di tutti i ricordi più
belli che rimangono ancorati in Nuova Zelanda, non contaminati dal successo che di li a poco l’avrebbe
travolta… Il sound tranquillo e rilassante fa quasi pensare che il tema del brano possa essere leggero.

Ed ecco la prima nota stonata: Stoned At The Nail Salon, un ritmo che non colpisce come i brani sopra
citati, un brano calante.

Fallen Fruit strizza l’occhio alla musica indie, ma la chitarra acustica la fa apparire come una canzone pop,
gradevole nel suo genere.

La cantante Robyn appare nel pezzo Secrets From A Girl (Who’s Seen It All), tenete d’occhio questa
canzone… Una delle migliori dell’album! Nella parte finale , sentiamo Robyn nei panni di una hostess della
“Strange Airlines” che annuncia un volo con destinazione “tristezza”… Che trip!

Lorde

La voce di Lorde diventa un sussurro impercettibile in The Man With The Axe, per poi accendersi nella
parte finale del pezzo, e non smette di mettersi in discussione, citando se stessa come “qualcuno che ha in mano solo un pugno di canzoni che fa male suonare”… Una ballad un alquanto soporifera, carica di
tensione, che ahimè ,non si coglie sempre bene nelle singole canzoni.

Dominoes è il pezzo più “easy” dell’album, una canzone folk caratterizzata dalla voce della cantante,
pulita e senza stavolgimenti.

Big Star è un altro pezzo che non convince, troppo monotono; mentre Leader Of A New Regime è un
pezzo di 1.33 che nonostante la breve durata, ti trasporta dentro la melodia.

Mood Ring è uno di quei brani che ami o odi, musicalmente il momento più alto del disco, invece per
quanto attiene al testo il brano prende di mira la cultura hippie degli anni Sessanta: risulta quasi banale o,
al contrario, può essere un concentrato di verità assoluta, dipende dal punto di vista con cui ci si approccia.

Concludiamo l’album con Ocean Feeling, un brano con un tocco di “luce” che lo contraddistingue
dall’oscurità dei primi 2 album… Questa canzone ha un concept rilassante, una base ripetitiva (ma voluta)
che non ti fa notare che il brano dura ben sette minuti!.

Sono vastissimi i temi citati in questo cd: crisi climatiche, introspezione, riconnessione con la natura o vita
da star, ma l’attenzione rimane alta per tutto l’ascolto dell’album.

Non siamo ai livelli dei primi lavori, ma non vi è dubbio che Lorde rimanga una delle cantanti più iconiche e
camaleontiche dell’ultima decade musicale, un artista che riesce a far “rumore” in un mondo anestetizzato.

Potete trovare Solar Power qui.

Recensione di Marco Gruttaglia

Correzione a cura di Valentina La Viola