Miley Cyrus: Endless Summer Vacation | Recensione

miley cyrus endless summer vacation recensione

Torna Miley Cyrus e lo fa in grande stile, con Endless Summer Vacation, il disco che ci ha regalato la hit Flowers, la recensione.


Dopo 2 anni dall’ultimo album in studio, e meno di uno dal suo ultimo album live, Miley Cyrus è pronta a
tornare alla ribalta con Endless Summer Vacation e noi siamo pronti a darvi la nostra recensione.
E’ un disco che si anticipa più introspettivo e biografico, a partire dal lead single, nonché hit a prova di
classifica: in Flowers con il suo ritmo rivisitato in stile anni ’70, e una risposta lettera per lettera all’ex
marito, Miley dichiara di bastarsi da sola, ed essere capace di vivere dignitosamente anche senza di lui. Un
pezzo che non colpisce al primo ascolto, ma dopo 2-3 si comincia a shakerare il bacino.


Si continua poi al ritmo di Jaded, un brano alternative pop, pieno di sintetizzatori e chitarre e con una voce
graffiata e matura, che segna una svolta fondamentale nella carriera della cantante. Il bellissimo pezzo,
parla di tutte le cose non dette, e che forse si vorrebbe comunicare una volta che una storia volge al
termine. Tuttavia, non sempre è facile riparlare a qualcuno che si è amato e che ci ha spezzato il cuore,
lasciando tali parole intrappolate.


Più orientato verso il soft rock è Rose Colored Lenses, un brano più dolce e sognatore che parla dei primi
momenti di una relazione: un periodo più romantico e ottimistico, dove si sentono le farfalle nello stomaco
e la fantasia spicca il volo.
Thousand Miles è una collaborazione con Brandi Carlile; è più acustica rispetto ai brani precedenti, sullo
stile di Younger Now del 2017. E’ un brano bellissimo, che ripercorre gli sbagli compiuti, cercando di
rimediare ad essi, correggendosi e migliorandosi, senza però essere troppo duri con se stessi se non si
arriva dove si vorrebbe. Un riferimento a “Like A Rollin’ Stone” di Bob Dylan è presente nel brano, più un
omaggio nel testo e nella parte strumentale.
Avevamo già avuto un’assaggio di You ,l’anno scorso con il live di Attention, e ora abbiamo finalmente la
versione in studio e completa. Superlativa: una ballad di altri tempi eseguita con maestria: rock, classe e
amore in un pezzo che piacerà tantissimo ai romanticoni.


Il contrario è Handstand, un brano sperimentale che strizza l’occhio all’acid rock e al pop psichedelico, forse
richiede più di qualche ascolto per farsi apprezzare, ma al momento non attrae moltissimo: è un brano
decisamente di nicchia, che si sposa male con lo stile del disco.
Più elettronica e maliziosa è River, il secondo singolo del disco. Orecchiabile, veloce ed estremamente
catchy questo brano ci fa capire che a volte, a buttarci giù siamo proprio noi, poiché anche quando tutto
sembra andare a rotoli, qualcosa ci sta già tirando su.


Con Violet Chemistry ci spostiamo invece in una sezione più anni ’80 con dei passi più elettronici e ripetuti.
Un pezzo molto bello e dalle armonie interessanti, ma dal testo più blando rispetto ai pezzi precedenti.
E veniamo adesso ad uno dei brani più interessanti del disco, nonostante sia anche il più breve: Muddy
Feet
, in collaborazione con Sia. Un pezzo che torna alle atmosfere rock della prima parte del disco senza
escludere un lato country molto interessante. Un bellissimo pezzo che parla di delusione, chiudere una
relazione tossica che, probabilmente, include anche un tradimento. Unica pecca? Sia è solo una corista,
come ormai sta succedendo in tutte le collaborazioni pop dell’ultimo anno.
Ci rifacciamo con Wildcard? Lo stile torna ad essere una leggera tecno capitanata comunque da una base
pop. Non dedicate molto tempo alla produzione della parte strumentale, sarebbe davvero spicciola se nonci fosse la voce della Cyrus a cantare a pieni polmoni. Ancora una volta, il tema portante è l’amore … pare
che la Miley sia rimasta davvero scottata dall’ultima esperienza …

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Island crea un’atmosfera più chill a quest’album un po’ burrascoso. Un ritmo più reggae e R’n’B prende il
sopravvento, regalandoci un momento di pace, un po’ come quello che si gode lei in un momento di
solitudine alla fine di una convivenza,con tanto di rumore delle onde a fine brano. Una vera chicca se amate
i suoni caldi e naturali.
Si conclude il disco con la bellissima ballad, quasi tutta suonata al piano: Wonder Woman. Un inno al
femminismo e ad essere forti e sicure di se stesse. Essere delle eroine, pur non nascondendo le lacrime e i
lividi di tanti sacrifici a cui le donne sono sempre sottoposte. Un finale meraviglioso.


Tirando le somme:
Da fan di Miley sin dagli esordi, devo dire che al primo ascolto questo album non supera il 7. E’ sicuramente
un lavoro migliore di quello che fu fatto con dischi più datati come Bangerz o Younger Now, ma comunque
inferiore a Plastic Hearts o Can’t Be Tamed. Il perché non è da rintrscciarsi tanto in uno stile altalenante,
tanto quanto in brani molto simili tra loro, che fanno fatica a distinguersi, con dei significati sempre e solo
legati all’amore, dal quale, forse, riesce a staccarsi solo nell’ultimo brano.

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Ciò non toglie ad Endless Summer Vacation di essere un momento piacevole e di compagnia per gli amanti
della popstar che hanno (abbiamo) aspettato quest’album con trepidazione, aspettando di gustarlo in
questa primavera ed estate come un vero e proprio inno.
Grazie Miley,
E ora dedica un tour a noi poveri europei, che sono 10 anni che non vieni a visitare.

Senti come suona


Gabriele Romano