Nicolas Michaux si racconta attraverso i suoi album gemelli: Amour Colère e Les Chutes | Intervista Music Voltage

Dopo aver ascoltato gli incredibili due album Les Chutes e Amour Colère, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il grande Nicolas Michaux, autore e musicista belga, padre dei due dischi qui citati, entrambi usciti quest’anno.

Una strabiliante carriera, dischi pieni di amore e passione accompagnano ormai la discografia eclettica e dalle mille sfumature di Nicolas, che oggi, qui a Music Voltage, decide di raccontarsi.

MV: Nicolas, è un piacere avere l’opportunità di parlare con te. Ne siamo molto grati e ti auguriamo il meglio per te e i tuoi dischi gemelli, che sono ECCEZIONALI! A tuo dire, quali sono le differenze principali tra Les Chutes e Amour Colère?

Nicolas: Grazie, è un piacere anche per me. E’ giusto parlare di “dischi gemelli”, è come se fossero uniti da un legame parentale. Amour Colère è stato il progetto principale, quello che mi ha dato il senso di Amore e Rabbia e quello che questi due sentimenti hanno da dirsi l’un l’altro. È un concept album nonstante resti minimalista e basico.

Les Chutes invece è una collezione di registrazioni che ho fatto durante il periodo di creazione di Amour Colère. E’ una specie di “dietro le quinte”testimone del precedente progetto. Ma alla fine è anche un progetto a se stante, con contenuto e struttura. E’ più di una semplice raccolta di B- Sides, è come se raccontasse le stesse storie e sentimenti di Amour Colère, ma con diversi brani.

MV: Produci, scrivi e registri musica per conto tuo, ad eccezione di pochi lavori il merito è tutto tuo. Come riesci a gestire da solo una simile responsabilità?

Nicolas: E’ vero, in questi due dischi ho deciso di lavorare da solo suonando e registrando gli strumenti per conto mio, con l’unica eccezione della batteria che è stata suonata dallo straordinario Morgan Vigilante, e il risultato è stato quello che voi conoscete.

Faccio questo lavoro da quando sono un teenager, e a furia di essere in studio di registrazione con svariati produttori, ho “rubato il mestiere”. Oramai posso fare questo lavoro sia per le mie canzoni che per quelle degli altri, per esempio ultimamente ho contribuito nella produzione del nuovo album di Turner Cody.

In genere adoro collaborare con gli altri, ma negli ultimi due anni ho vissuto a Samsø con la mia famiglia, una piccola isola in Danimarca. Nonostante fossi lontano da Brussels, la mia città natale e un po’ isolato dal resto del mondo, ho dovuto fare da solo.

Da quando ho firmato con la Capitane Records però, il mio lavoro si è esteso, tra meetings e altri impegni, quindi lavorare ai miei progetti da solo, lavorare ai miei obiettivi, è ormai una forma di riposo e pace.

MV: I tuoi lavori si articolano tra filosofia, letteratura e i migliori momenti della storia musicale. Qual è, a tuo dire, il giusto connubio tra queste materie e la vita di ogni giorno?

Nicolas : Penso che la letteratura, la musica e la filosofia dovrebbero essere parte della vita di ogni giorno. Siamo tutti artisti e filosofi quando si tratta della vita. Personalmente, non divido troppo queste due cose, provo a vivere la vita individualmente seguendo il mio sentiero olistico che è ciò in cui credo. Ciò che leggo, che guardo, che sento, mi nutre; e scrivere e cantare è il mio modo per ringraziare, per offrire il mio perché e rispondere alla fatidica domanda: cosa significa essere un uomo o una donna che cammina su questo pianeta?

MV: Ci sono canzoni per cui sei particolarmente legato in questi album?

Nicolas: Lavoro molto alle mie canzoni, e quando sento che non sono abbastanza robuste,le cestino. Quindi ciò che viene portato sul disco è già una parte di ciò che faccio. Ciò significa che sono legato a tutte le canzoni degli album. Ma qualcuna mi è più cara di altre.

Per esempio mi piace Une Seconde Chance tanto. Potrebbe essere la mia canzone migliore.

Mi sento come se nello scriverla sia riuscito a esprimere qualcosa di veramente personale e universale allo stesso tempo, seppur rimanendo sullo stesso canva della “heartbreak song”.

Perso nella notte arancione,

Dove ci inseguono le periferie,

Lascio passare la tempesta, limito la rottura;

Amo la vita

Sempre puntuale al funerale

Ho smesso di pensare

Alla ragazza del liceo

Nicholas Michaux

MV: Sappiamo che vivi a Samsø, una isola Danese, come mai hai deciso di vivere così lontano da casa? Ti manca il Belgio?

Nicolas: Sono le circostanze della vita a portarmi qui in realtà. Ho incontrato una ragazza a Parigi tanti anni fa e ci siamo innamorati. Veniva dalla Danimarca.

Dopo aver vissuto qualche anno a Brussels, abbiamo deciso di trasferirci in Danimarca. Dopo qualche tempo a Copenaghen con un bambino di un anno, ci siamo trasferiti a Samsø per una breve vacanza autunnale, e abbiamo amato questo posto a tal punto da decidere di stabilirci qui. E ora è da 4 anni che abitiamo a Samsø. E’ una bellissima realtà, un po’ estrema sotto certi aspetti.

Voglio dire, l’isola può essere adorabile a volte, la primavera è una carezza con i suoi fiori e la natura brulica di vitalità con i suoi colori vividi, gli uccelli che cantano ovunque, andiamo in spiaggia e passiamo molto tempo fuori casa.

Ma d’altro canto l’inverno è rigido, lungo e buio, con un vento che ti arriva fino alle ossa. E’ una estrema esperienza vivere a Samsø. Ti porta un senso di umiltà, non puoi sovrastare Samsø, il potere degli elementi ti ricorda quanto piccolo tu sia.

MV: Cosa ne pensi del mondo dell’indie rock dei nostri giorni?

Nicolas: Non saprei in realtà. Non seguo molto le notizie musicali. Penso che l’indie non sia al massimo delle sue doti creative, perché c’è molto conformismo e revivalismo coinvolto nel suo stile. Ma dall’altro lato penso che l’home recording con la sua creatività e convenienza nel creare musica ha aiutato molto nel ridare forma alle giuste cose e a riportare un po’ d’aria nuova.

Ragazzi come Mac De Marco o Andy Shauf in Canada, hanno spinto molta gente a liberarsi delle proprie inibizioni.

MV: In un mondo che sente sempre il bisogno di tutto e di niente, cosa ne pensi della società odierna?

Nicolas: Come molti di noi, posso vedere che stiamo affrontando diverse crisi che se messe insieme possono portare al collasso della civilizzazione moderna, basata su processi tecnici e l’estrazione di risorse naturali. Il capitalismo ci farà schiantare contro una catastrofe.

E’ un ecocidio causato dal capitalismo globale, dal feudalismo tecnologico e dalle grandi aziende. L’unica via d’uscita sarebbe dire addio a questa configurazione avida e distruttiva e abbracciare un sistema eco – socialista o qualcosa che dia priorità alla lunghezza della vita sulla terra, piuttosto che il correre senza sosta per più profitti e, di conseguenza, più pazzia.

C’è un’emergenza antropologica ed ecologica, di abolire il capitalismo e di transitare verso un modello più resiliente: è tempo di prendersi cura del pianeta, della gente, degli animali … è tempo di curare le ferite causate dalle precedenti generazioni, poiché siamo tutti traumatizzati. Ci vorrà tempo, amore e coraggio per cambiare le cose così come sono.

MV: Dopo il rilascio di questi due dischi, andrai in tour? Se così, ci sarà la possibilità di vederti su qualche palco italiano?

Nicolas:  Spero di si. Come saprete bene, al momento la situazione dei concerti è molto contorta.

Mi piacerebbe tornare in italia per qualche spettacolo. Ho avuto la fortuna di essere in italia nel 2017 e ne ho grande memoria. L’Italia è uno dei miei posti preferiti al mondo. Mia nonna era di Treviso e passavo ogni anno in Liguria per un mese.

Non appena le cose si sistemeranno, sicuramente passerò dall’Italia!

E noi non possiamo fare altro che aspettarti!

Auguriamo a Nicholas il meglio per i suoi due album e un sereno anno nuovo, a lui come a tutti voi!

Restate sintonizzati e … ascoltate Amour Colère e Les Chutes!

A cura di Gabriele Romano