Tornano i Placebo: “Never Let Me Go” è il titolo del nuovo album
Una delle band più controverse del panorama musicale mondiale ritorna con il nuovo album dal titolo
Never Let Me Go: tornano i Placebo!
Questo ottavo album, edito da Rise Records, arriva dopo ben 9 anni dall’ultimo lavoro della band, ed è il
primo album dove il trio musicale diventa duo, dopo l’abbandono del chitarrista Steve Forrest nel 2015.
Brian Molko e Stefan Olsdal si sono cimentati nella realizzazione dell’album già da tempo, ma il tutto è stato
rallentato dalla pandemia; tra i produttori troviamo Adam Noble, che aveva lavorato con la band tra il 2013
e il 2016, inoltre sono stati ingaggiati ben 2 batteristi per le registrazioni dei vari brani.
Questo album arriva sicuramente in un momento difficile per la band: può essere una disfatta o una
rinascita, noi ci auguriamo tanto la seconda.
Composto da 13 pezzi e anticipato dai singoli Beautiful James, Surrounded By Spies, Try Better Next
Time e Happy Birthday In The Sky, questo album, un misto di rock ed elettronica, si apre con Forever
Chemicals, un groviglio di chitarre “elettrizzanti” e distorte, quel tocco di dark che la band ha sempre
mantenuto, nonostante i suoi 26 anni di carriera.
Beautiful James è la perla del disco. Un pezzo che tratta l’abbandono, che sintetizza i suoni e ci aggredisce
con la sua ferocia melodica, bella e senza tempo; mentre Hugz parla dell’affermarsi e far valere la propria
identità, con un riff finale di rock pesante ma anche molto malinconico.
Happy Birthday In The Sky è una canzone dedicata a chi non c’è più: emotiva e commovente, ci
accompagna in un viaggio lungo più di 5 minuti. Inizia quasi in sordina per poi esplodere, scelta molto
appropriata come singolo. Tenetela d’occhio, vi piacerà subito.
The Prodigal ha un interessantissimo inizio con i violini, sembra un brano che si distacchi volontariamente
dal resto delle altre tracce, mantenendo comunque una solidità ben amalgamata con il resto delle canzoni.
Surrounded By Spies non ci convince granchè. Forse troppo oscura, forse troppo “diversa”
sonoricamente, si fa ascoltare ma non ci da un colpo allo stomaco che chiedevamo.
Try Better Next Time, richiama i successi dei primi anni della band, troviamo un suono più pulito e più
pop, il ritornello ti entra subito in testa e non tralascia quella piccola nota elettrica in sottofondo.
Sad White Reggae ha come protagonista il basso, anche qui notiamo una nota di malinconia nel sound,
ma la ripetitività di alcune parti ci fa un po’ storcere il naso. Twin Demons, così come il pezzo successivo
dal titolo Chemtrails sono aggressive e un po’ “schizofreniche”, ma in senso più che positivo. Se nella
prima traccia troviamo la batteria che scuote tutto il brano, nel secondo pezzo assistiamo al suono di una
chitarra più presente, in diverse sfumature, con il tipico graffio vocale del nostro carismatico frontman.
This Is What You Wanted è una ballad di classe, quasi come a dimostrare che la band abbia buio e luce
nel proprio repertorio. Suono pulito, niente estremismi. Questo mood continua in Went Missing, ma qui
si passa ad un livello diverso. Troviamo il cantante che sussurra il testo, come se ci volesse accompagnare
in un nuovo capitolo della storia di questo lavoro, ma più dolcemente.
Fix Yourself conclude l’album. Ha molta elettronica dentro, senza essere ripetitiva o stantia.Ha il potere di
rilassarci, chiude questo ciclo musicale e “normalizza” questa atmosfera dark, che caratterizza tutto il
progetto, dandogli nuova linfa vitale.
Siamo molto colpiti da questo lavoro della band, ci ha preso dall’inizio alla fine e non ci ha affatto delusi.
Ancora una volta assistiamo a un lavoro ben fatto; del sano vero rock, “sporcato” da nuove tendenze, che
restano comunque in linea con il significato stesso dell’idea iniziale della band: fare buona musica.Ve lo
consigliamo, risveglierà le anime “oscure”di molta gente, e non vi lascerà più.
Hai già ascoltato il nuovo album di Machine Gun Kelly? Leggi qui la recensione di Music Voltage.
Marco Gruttaglia
Correzione a cura di Valentina La Viola