Tornano i Rammstein con il loro attesissimo album Zeit. La recensione
I Rammstein sono una band industrial metal tedesca, ci accompagnano con la loro musica da quasi 20 anni; adesso sono pronti a rilasciare “Zeit”, ottavo album in studio edito da Universal.
Questo disco arriva a tre anni dall’ultimo lavoro discografico, nei quali la band è stata impegnata in un tour più volte rimandato a seguito della pandemia. Il leader della band Till Lindemann e gli altri membri hanno iniziato a comporre nuova musica, che si è poi tramutata nel nuovo lavoro, composto da 11 tracce ed anticipato dai singoli Zeit, Zick Zack e Angst.
Molto curiosa la copertina: il musicista e fotografo canadese Bryan Adams ha scattato la foto dei Rammstein sui gradini del Trudelturm a Berlino-Adlershof, un imponente monumento dedicato alla ricerca aerea, nel parco aerodinamico della città.
Il nuovo album sarà pubblicato come CD digipack standard, con un libretto di 20 pagine, un CD digipack a sei pannelli in edizione speciale, con un libretto di 56 pagine con sovraccoperta, e come doppio vinile 180g con un libretto di 20 pagine in grande formato e ovviamente in digitale.
Ma iniziamo subito. La canzone che apre l’album si intitola: Armee Der Tristen, pezzo elettro/rock dove la possente voce di Lindemann risuona piena. Un coro in sottofondo da un sound quasi onirico al pezzo e nella parte centrale il tutto si amplifica creando un effetto sonoro perfetto.
Zeit ha dei toni più pacati, per lo meno all’inizio. La chitarra e la batteria sono i veri protagonisti di questo sound molto duro, mentre la voce del cantante prende il sopravvento nelle strofe dove ha il suo effetto migliore. Un pezzo molto particolare, nel video musicale, la vita si contrappone alla morte, la guerra e il caos alla natura mite.
Schwarz richiama lo stile del pezzo precedente, qui però si rimarca molto più il tono cupo della voce del cantante, coadiuvato dalla lingua tedesca che, a differenza di altre lingue, conferisce un tono più serioso e freddo. Questo pezzo è uno dei migliori dell’intero album.
Giftig fa riaccendere il ritmo. Un vortice di ritmo e metal, impossibile non rimanere colpiti. Il ritornello è il punto centrale, dove insieme alla voce del nostro carismatico leader si mischiano quelle degli altri componenti. Che potenza, che rabbia.
Zick Zack potremmo descriverla come una canzone “narrata”, dove non c’è un vero eproprio cantato, ma una storia raccontata in musica. Ritroviamo un po’ di elettronico inalcuni tratti, che non guasta per niente, e nel complesso il pezzo funziona, ma forse non uno dei migliori.
Ok ha la base musicale migliore, quella che ti entra direttamente nelle vene. Vi invitiamo a sentire questa canzone con le cuffie, a tutto volume…Vedrete che effetto vi farà; Meine Tranen ci ributta in un sound più tranquillo, nonostante il titolo della canzone significhi “le mie lacrime”.
Musicalmente parlando non c’è un pezzo in questo disco dove ci sia un imperfezione, tutto molto curato e queste melodie un po’ “fredde” e un po’ dure riescono a riscaldare la nostra voglia di musica.
Angst sarebbe perfetta come colonna sonora per un film horror. Riesce a metterti ansia e inquietudine nello stesso momento, ti provoca un fastidio che però ti porta a risentire ilpezzo più volte, per assurdo. Ottima la chitarra martellante, la voce urlata nei punti focali del brano, che dire… Voliamo troppo alto!
Dicke Titten ha qualcosa che non ci convince: non ha quell’appeal che abbiamo trovato negli altri pezzi, nonostante abbia un bel giro di chitarre, mentre “Lugen” ci affascina e ci travolge con quella batteria che spacca i timpani e quel vestito molto dark che si porta dietro. Quando arriverete al ritornello impazzirete, avvertirete l’essenza stessa del metal!
Adieu conclude l’album; troviamo un pianoforte quasi malinconico nei primi secondi del
brano, che viene immediatamente distrutto dalle chitarre e dalla batteria.
L’idea di un “arrivederci” cantato in inglese, francese e tedesco è molto originale, qualità che non manca in tutto il disco.
I Rammstein sanno ancora il fatto loro. Sanno ancora come comunicare con il proprio pubblico, come abbattere le pareti delle convenzioni ( solo il fatto di cantare in tedesco ne è la prova ), rimanendo fortemente ancorati allo stile, che li caratterizza da sempre.
Per tutti gli amanti dei suoni sporchi e non, non vi pentirete di aggiunger “Zeit” nelle vostre playlist… E chissà, tra qualche mese diventerete pure bravi col tedesco!
SENTI COME SUONA!
Hai già ascoltato il nuovo album di Clementino? Lo trovi qui.
Marco Gruttaglia
Correzione a cura di Valentina La Viola