Sanremo: Serata troppo soft; poche luci e la musica tende a spiccare il volo

Archiviata la seconda serata (troppo bella per essere replicata), oggi non possiamo dire di esserci
divertiti.

Tutto troppo piatto o per usare un eufemismo, tutto insapore. Per carità, la musica deve essere il centro di tutto, ma se a questo non abbini la leggerezza nel trattare i grandi temi, rischi seriamente di far addormentare tutti.

Amadeus si impegna, ma si avverte la mancanza di un vero leader, di un traghettatore capace di trasportare il pubblico in sala.
Fatti i convenevoli al presidente Mattarella, suscita grande attenzione la presenza di Drusilla Foer.

Serata Sanremo 1
Fonte: Vanity Fair


Personaggio bizzarro, creato dal fotografo toscano Gianluca Gori, che ad oggi non vuole classificarsi in nessuna definizione precostituita.


La vera star musicale della serata è Cesare Cremonini, al suo debutto assoluto sul palco dell’Ariston. Grande soddisfazione da parte di Amadeus, perché (a suo avviso) è riuscito nell’impresa. Cremonini è un poeta contemporaneo, che con le sue melodie fantastiche riesce a tenere tutti incollati alla Tv.

Scenografia elegante e di grande risalto, i brani interpretati evidenziano la maturità di questo artista. Il festival aveva bisogno di Cremonini e della sua buona musica. Senza ombre di dubbio, l’unica nota lieta di questa serata.


Splendido momento di riflessione di Roberto Saviano, che ci riporta indietro di 30 anni. Rievocare i martiri di questa era ci deve spingere a riflettere. Giovanni Falcone e Poalo Borsellino vivono nei nostri cuori e non vanno assolutamente dimenticati. Per questo motivo, le parole del monologo di Saviano sono un tocca sana: “Il ricordo di oggi non è passivo. Li rimettiamo nel cuore, senza nostalgie ma riportandoli in vita. Il coraggio è sempre una scelta”.

Serata Sanremo 2
Fonte: La Repubblica


La serata si conclude senza nessun sussulto degno di nota se non quello della classifica finale, che ovviamente non soddisfa tutti.

Classifica terza serata

1.Mahmood & Blanco

2.Elisa

3.Gianni Morandi

4.Irama

5.Sangiovanni

6.Emma

7.Massimo Ranieri

8.Fabrizio Moro

9.La Rappresentante di Lista

10.Dargen D’Amico

11.Michele Bravi

12.Ditonellapiaga e Rettore

13.Aka 7even

14.Achille Lauro

15.Noemi

16.Rkomi

17.Matteo Romano

18.Iva Zanicchi

19.Giovanni Truppi

20.Highsnob & Hu

21.Giusy Ferreri

22.Le Vibrazioni

23.Yuman

24.Ana Mena

25.Tananai

Pagelle scomode

Giusy FerreriMiele” (5): Musicalmente il brano è orecchiabile, presentando un’ottima melodia
anche a livello strumentale. Purtroppo questa canzone non sembra adatta a lei (abituata a tutt’altro
genere).

Highsnob & Hu “Abbi cura di te” (6,5): Brano nel complesso carino, che tra l’altro evidenzia la
grande intesa tra i due artisti. Certamente non stiamo parlando di un tormentone, ma la sonorità
proposta non è da buttare.

Fabrizio Moro “Sei tu” (7): Forse ci si aspettava di più da lui, ma non possiamo nascondere la
grande caratura del testo. Il cantante romano dimostra un grande feeling con il Festival e siamo certi
che sarà sul podio.

Aka 7even “Perfetta cosi” (4): Nessuno vuole tarpare le ali alle nuove generazioni, ma quanto meno occorre fare un bel bagno di umiltà. Il brano non è nulla di eccezionale, appare come la classica musichetta adolescenziale.

Massimo Ranieri “Lettera di là dal mare” (7-): Nessuno osa commentare la straordinaria
carriera di questo artista polivalente. Il brano è un classico stile sanremese, una ballata dal
significato nostalgico. Risolti i problemi di audio della prima sera, finalmente riesce ad essere se
stesso.

Dargen D’Amico “Dove si balla” (5,5): Una prestazione leggermente migliore (vista la scorsa),
vogliamo attribuire le mancanze all’emozione. La presenza scenica non manca, ma musica e testo
sono discrete. Insomma, una canzone adatta da ballare al mare con gli amici, ma niente di più.

Irama “Ovunque Sarai” (6): Dopo il “centrino della nonna”, che ha scatenato i meme di ogni
genere, Irama si presenta sul palco in stile idraulico. Apprezzabile lo sforzo di aggregarsi allo stile
del festival, e il suo brano non è poi così male. Infatti, nonostante i dubbi, ha dimostrato di
possedere una grande potenza vocale.

Ditonellapiaga e Rettore “Chimica”(8): Un duo inedito e ricco di energia con un brano esplosivo.
Testo senza censure e musicalmente perfetto. Un sound variegato, che fa ballare un po’ tutti.

Michele Bravi “Inverno dei fiori” (7,5): Brano molto particolare, che non pecca di grande
ricchezza musicale. Le interpretazioni di Bravi sono sempre state sopra ogni più rosea aspettativa.

Rkomi “Insuperabile” (3): Sound orecchiabile, ma interpretazione scadente. Infatti, non ci sono
molte differenze rispetto alla scorsa esibizione. Da rivedere con la speranza di farci un’opinione
diversa.

Mahmood & Blanco “Brividi” (9): Polifonia da “brividi”. Questi artisti sono il vero duetto
rivelazione di questo festival. Energici e scenicamente perfetti.

Gianni Morandi “Apri tutte le porte” (7): L’eterno ragazzo continua a stupire per la sua grande
capacità di adattamento. Questa sera appare meno emozionato e riesce a portare a casa una grande
prestazione. Il brano funziona soprattutto a livello radiofonico.

Tananai “Sesso Occasionale” (2): Non abbiamo ancora capito realmente la sua presenza a questo
festival. Brano privo di significato e di sound. Il muoversi troppo sul palco non è sinonimo di
bravura.

Elisa “O forse sei tu” (6): Il festival non è un premio alla carriera (anche se la sala stampa ha
dimenticato questo sottile particolare). Il brano non è nulla di eccezionale , la voce nessuno osa
metterla in discussione.

La Rappresentante di Lista “Ciao Ciao” (8): Una nota lieta per il festival. Un duo dinamico e
ben affiatato, con un brano leggero e cantabile. Sono da seguire.

Iva Zanicchi “Voglio Amarti” (5): L’unico brano in gara con un degno assolo di chitarra, ma la
Zanicchi appare in ombra anche questa sera. Un brano classico (forse troppo) che non fa breccia nel
cuore del pubblico.

Achille Lauro “Domenica” (Non classificato): Oltre il presunto battesimo celebrato nella serata di
apertura, il suo brano è una perfetta fotocopia degli scorsi.

Matteo Romano “Virale” (5-) : Capiamo l’emozione di quel palco, ma l’inesperienza di questo ragazzo è sconcertante. La classica melodia psuedo giovanile non giustifica la sua presenza. Un ragazzo che fa quasi tenerezza, ma per gareggiare al festival occorre una buona dose di personalità.

Ana Mena “ Duecentomila ore” (6): Nonostante il successo dei suoi tormentoni estivi, questo
festival si sta trasformando in un vero incubo. La sala stampa non ha gradito e il televoto non può
fare miracoli. Il ritmo latino risuona quasi scontato. Insomma, una brutta copia di Elettra
Lamborghini.

Sangiovanni “Farfalle” (7): Il successo di questi mesi non ha avuto effetti avversi. L’umiltà del
giovane cantante dimostra la voglia di emergere. Prestazione di sostanza e gran carattere, grazie ad
un brano energico e orecchiabile.

Emma “Ogni volta è cosi” (6): Acclamata come una probabile vincitrice, non ha entusiasmato.
Interpretazione sufficiente come anche la canzone. Troppo poco per poter ambire alla vittoria bis

Yuman “Ora e qui” (5,5): La sua voce non si discute, ma testo e musica sono da rivedere
soprattutto nella parte melodica. Poco orecchiabile e noioso nella parte centrale

Le Vibrazioni “Tantissimo” (4): Vogliamo ricordarli per altri brani, non certamente per questo.
Non riescono a fare da collante con la loro esperienza, il loro pezzo risuona sconclusionato e privo
di patos. Spesso voler imitare qualcuno rischia di renderci ridicoli.

Giovanni Truppi “Tuo padre, mia madre, Lucia” (6): Un genere nuovo, diverso ma non per
questo meno apprezzabile. Amadeus ha avuto coraggio nel portalo, ma Truppi sembra ancora
ingessato.

Noemi “Ti amo non lo so dire” (3): Il fatto che il brano sia stato scritto da Mahmood, non
significa che sia un successo assicurato. Probabilmente questo brano rispecchia la personalità
canora di Noemi. Peccato, nelle scorse edizioni ha dimostrato di poter fare di più.

Giuseppe Capano

Correzione di Valentina La Viola

Fonte immagine copertina Il Messaggero