Taylor Swift: Midnights | Recensione

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Midnights è il titolo del decimo album di Taylor Swift, edito dalla Republic Records. E’ l’album più atteso di questo mese, forse di tutta l’ autunno 2022, data la grande notorietà e il talento della ragazza dei record, che torna in studio, dopo il nuovo rilascio di Fearless e Red, e dopo i suoi album gemelli Folklore ed Evermore. La recensione


Si tratta di un concept album sui pensieri notturni e la meditazione, nonché un vero e proprio ritorno alla musica pop, che ha portato la Swift al successo, ma sotto una nuova veste: più scura ma anche più dolce.
Tutti ottimi presupposti per un nuovo album di successo, ma qualcosa manca all’interno di
Midnights, poiché non è Red, non è Reputation, non è Lover e tantomeno Folklore, ma è un insieme di tutti questi, e non sempre si arriva dove si vorrebbe. Ma andiamo per gradi ascoltandolo e leggendo la recensione .


L’album si apre con Lavender Haze, un brano pop con sfumature techno anni ’80, cori e archi ariosi ed umidi. Se considerato nel contesto di un album funziona bene come brano di apertura, ma singolarmente, non da lo stesso effetto, dato che questa sfumatura di tecno e questa variante del pop, nonostante siano compatibili, sembrano far fatica a mescolarsi.
Procediamo con Maroon, e la situazione migliora. Cori perfetti e un’acustica impeccabile. Un dark pop che si fa ascoltare e per qualche verso ricorda dei pezzi di Reputation. E’ un ulteriore ingresso dentro Midnights che sembra promettere bene.
Così passiamo al lead single dell’album Anti- Hero. Con le sue sfumature più dolci nella base e amare nel testo. Un brano di fattura country-pop che colpisce, parlando delle insicurezze della cantante e di quanto
senta la pressione del suo nome, che fa avvicinare a lei le persone più per il suo status, che non per la ragazza che è davvero.


Passiamo adesso alla tanto attesa collaborazione tra Taylor Swift e Lana Del Rey che prende vita in Snow On The Beach. Una canzone che parla di due amanti che si innamorano e provano le stesse emozioni, allo
stesso tempo. Un’atmosfera notturna, così dolce da sembrare una canzone natalizia. Peccato però che non sembri una collaborazione, ma una canzone di Taylor Swift dove eccezionalmente Lana Del Rey ha fatto da corista.
Tema contrario sarà invece You’re On Your Own, Kid, quinta traccia e al momento la migliore del disco. Con le sue sfumature che ricordano vagamente Red; questo brano parla del rendersi conto che alla persona a cui siamo interessati non importa molto di noi e di come, alla fine dei giochi, si rimanga da soli con un cuore
aperto e difficile da richiudere. E’ una dura lezione che ci viene imposta, ma accompagnata da sonorità allegre e dolci, che addolciscono la pillola.

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Veniamo adesso a You’re On Your Own,Kid, e qui qualcosa non va. Il pezzo ha una produzione spicciola e scontata, con beat ripetitivi e banali, su una base urban pop di dubbio gusto e un testo che seppur romantico
(viene pur sempre dalla penna di Taylor Swift) è stato visto e rivisto in tutti gli album di Taylor Swift in più canzoni. Mettere sul piatto della bilancia le aspettative di entrambi gli amanti e rendersi conto di essere diversi:
“come il sole splendente e la pioggia di mezzanotte” e di avere altri progetti per la vita. Infatti, sarà proprio Taylor che, per non soffrire, si concentrerà sulla sua musica e sulla sua carriera.

E se Midnight Rain qualcosa di buono lo aveva, non si può dire lo stesso di Question..?. La settima traccia del disco sembra venir fuori dall’album di esordio di qualche ragazzina di quindici anni, che scopre che
il suo ragazzo non è quello che dice di essere, poiché si prende gioco di lei. Potrà colpire i nuovi fan, ma gli storici la salteranno con molto piacere. Un brano senza entità, né carattere; dov’è la Taylor di Folklore? Di Reputation? Di Red?


Forse è in Vigilante Shit? L’attenzione ritorna e ci regala il pezzo migliore del disco! Una Taylor aggressiva, più donna che ragazza. Ferita si, delusa si, arresa? No. Una Swift che medita vendetta, che mostra i lati migliori di se al mondo, per far capire che dopo la rottura non è lei ad averci rimesso, ma il suo lui. Taylor Swift
In questo brano brama potere, brama tornare ad essere se stessa e riprendere il trono della propria vita desiderando vendetta su colui che l’ha usata. Ottimo!


E Bejeweled farà più o meno lo stesso del precedente, ma con il 40% del carattere in meno. Qui Taylor, tra note dolci e spensierate, ci parla di un lui che non la apprezza per quella che è, lei allora si fa bella per sé e si mette in carreggiata, per il mondo che la desidera. Il tema può essere interessante, in fondo a chi non piace vedere una bella ragazza, indipendente e forte? Ma questa musichetta, questa produzione così becera, non fanno onore al nome di Taylor Swift.


Labirynth invece riprende lo stile musicale che per anni è stato dettato dalla collega e amica Lana Del Rey e infatti, la produzione adesso ha un certo carattere e stile. Ma qualcosa ancora non va, la canzone sembra essere il classico esempio di traccia filler, che non arriva da nessuna parte, con questo testo scontato alla: “sono stata ferita, ho paura di innamorarmi, ma il cuore vuole quello che il cuore vuole”.
E nella undicesima traccia, Karma, finalmente si cambia tema: si parla di qualcosa di diverso, non troppo diverso però eh, ricordiamoci che stiamo ancora parlando di un album di Taylor Swift e amore-delusione sono i temi fondamentali! Ma il principio del Karma è un tema al quale la nostra beniamina è molto
legata, tanto da averne già parlato nelle tracce di Folklore (my tears ricochets) e Reputation (Look What You Made Me Do). Qui definisce il Karma come il suo fidanzato e il suo Dio addirittura, che se lei non “colpisce” e “non fa male”, lui invece è più aggressivo. Dopo due tracce facilmente dimenticabili, eccone
una di un certo spessore! Una spanna sotto Vigilante Shit, ma comunque degna di nota!


In questa dolce ninna nanna chiamata Sweet Nothing, Taylor Swift ringrazia il suo fidanzato Joe Alwyn per essere con lei e non pretendere nulla da lei se non il suo amore. Curioso come i due abbiano scritto questo brano insieme, nonostante debba essere una dedica per lui, ma del resto non è la prima traccia dove i due
collaborano.Una traccia è di buona fattura: semplice ma genuina.

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E volgiamo al termine con Mastermind, una canzone con i fiocchi, che fa sbattere le cuffie a terra dalla furia e dal pensiero che fosse COSI che doveva essere tutto Midnights! Un brano techno-pop di strabiliante fattura, nel quale i suoni elettronici e quelli naturali si incontrano e si fondono bene insieme (al contrario di
Lavender Haze) regalandoci un pezzo d’oro, in cui la Swift prende consapevolezza di se e di ciò che è: un’artista, un genio, una visionaria capace di esprimere le proprie emozioni e di muovere la musica su quello che lei vuole! Un’autoproclamazione di tutto rispetto.


Insomma, Midnights non è l’album migliore di Taylor Swift,non è innovativo, non ha il carattere e lo stile dei suoi precedenti lavori curati nei minimi dettagli, piuttosto sembra un “vincere facile” con i suoi testi già sentiti e risentiti e con produzioni scarne e basilari. Tranne 4/5 canzoni veramente degne di nota, il
resto sembra una trovata commerciale per fare qualche soldo in più con produzioni spicciole e temi triti e ritriti.
Molti hanno anche insinuato che Taylor sia ritornata al pop per riprendere il trono che duramente si era sudata e che in qualche modo, artiste come Billie Eilish, Lana Del Rey o Lorde cercavano di toglierle.

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L’intento sarebbe stato anche quello di scopiazzare un po’ dai precedenti lavori, ma onestamente non credo sia così. Sicuramente la Swift si è ispirata a queste artiste, il che è del tutto lecito, è lecito anche voler
collaborare con gli stessi produttori, ma Billie, Lorde o Lana hanno presentato prodotti di carattere che in Midnights tendono a mancare. Tuttavia, la penna è della Swift, lo stile è della Swift … La vera domanda che mi porrei da fan sarebbe se questo disco non fosse una raccolta di unreleased riarrangiate
(malamente per alcune) di precedenti album, messe in commercio per sfruttare il nome della loro creatrice…
Chissà!
Buon ascolto!

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Gabriele Romano

Correzione di Valentina La Viola