L’icona rock , in un disco che ripercorre in chiave acustica i suoi più grandi successi
Ne è passato di tempo da quando sentivamo “Bittersweet Symphony” alla radio, grande successo del ‘97 dei Verve, band inglese capitanata da Richard Ashcroft. Da allora sono successe molte cose, la band si sciolse, e Ashcroft iniziò la sua carriera da solista, che ad oggi conta sei album da solista e innumerevoli singoli.E’ proprio “Acoustic Hymns Vol.1” il titolo del nuovo progetto del cantante, distribuito da BMG e raccoglie le migliori hit dei Verve e quelle da solista, tutte totalmente registrate in versione acustica.
Questo disco è prodotto da Ashcroft stesso e Chris Potter ed è stato registrato nei mitici Abbey Road Studios di Londra, con Chuck Leavell al pianoforte, Steve Wyreman alle chitarre e Roody Bloomfield a guidare gli ottoni. Questo disco è un tuffo negli anni ’90, quest’anno Ashcroft ha compiuto 50 anni, ragion per cui ha deciso di regalare questo “nuovo” progetto ai suoi fans.
Composto da 12 tracce, l’album non poteva che aprirsi con “Bittersweet Symphony”, il pezzo di punta dei Verve. Questo pezzo rappresentò l’apice della band, e in questa nuova versione acustica non perde la sua potenza, i violini che caratterizzano il pezzo, come un segno distintivo che tutti hanno stampato nella propria memoria. Il pezzo inoltre è arricchito dalla presenza dei Coldplay, che duettano con il cantante. Traccia impeccabile, bellissima in questa nuova veste.
“A Song For Lovers” è stato il primo singolo da solista di Ashcroft; si presenta come un pezzo acustico ma che strizza l’occhio al pop in questa versione. La voce qui risulta più graffiante e matura rispetto all’originale, ma capace di attirare l’attenzione quasi come se fosse un pezzo che si ascolta per la prima volta.
“Sonnet” è un pezzo dei Verve, anno ’98. Una delle canzoni più belle ed emozionanti del loro catalogo, questa nuova versione risulta quasi più accattivante dell’originale, con una calma dovuta all’acustico della chitarra che ci accompagna in tutto il pezzo. Voto 10!
“C’mon People (We’re Making It Now)”, è un pezzo scritto inizialmente per i Verve, ma finito poi nel primo album da solista di Ashcroft uscito nel 2000. In questa versione troviamo una voce d’eccezione ad accompagnare il cantante, Liam Gallagher, componente di un’altra band storica ormai sciolta: gli Oasis. Non si nota quasi la fusione della voce dei due artisti, la timbrica simile, un ottimo connubio musicale che funziona e che provoca un colpo al cuore per i più nostalgici.
“Weeping Willow” è un altro pezzo dei Verve. Una canzone calma, un ritmo rilassante, un bel beat acustico/rock privo di sbavature e un suono tipico anni ’90, che mai stanca e che caratterizza lo stile del grande Ashcroft.
Definire “Lucky Man” con un unico aggettivo è un impresa impossibile. questo pezzo Verve è la perfezione, nella versione originale; questa nuova versione rende ancora più unica e dettagliata la struttura del pezzo, e chi ha avuto la fortuna di vivere gli anni ’90 sa di cosa parlo. Esiste un voto più alto del 10? Noi lo assegniamo!
“This Thing Called Life”, è una canzone di Ashcroft rilasciata nel 2010, che per l’occasione nel nuovo album si arricchisce di un video musicale. Il pezzo è molto radiofonico, d’impatto, ci mostra un artista maturo ma che mantiene la voglia di regalare innovazione, mentre esalta “Questa Cosa Chiamata Vita”.
“Space & Time” è un altro pezzo targato Verve. Anche qui troviamo una melodia dolce e delicata, “sporcata” dalla voce graffiante del nostro artista… Ogni nota di questo brano ci riporta indietro nel tempo, ci lascia un po’ di nostalgia e ci strappa un sorriso.
“Velvet Morning” è una ballad dei Verve. Inizio lento per poi prendere potenza nel ritornello, una batteria leggera, un violino in sottofondo e la mitica chitarra acustica completano il pezzo. Questo pezzo sa di vintage, sa di classe e non sente il passare degli anni, grazie a questa nuova versione.
“Break The Night With Colour”, è un pezzo di Ashcroft, uscito ben 15 anni fa. Il pezzo più famoso della sua carriera da solista, in origine suona come un pezzo alternativo, ma qui diventa limpido e trasparente, mostrandoci l’anima della canzone stessa.
“One Day” è un pezzo dei Verve, di tutta la raccolta è la canzone che prendemeno. Ma un gran plauso va alla versione completamente “rinnovata” che ha assunto questo pezzo, ma resta il brano meno potente del disco, dovuto alla sua ripetitività.
Chiudiamo con “The Drugs Don’t Work”, sempre dei Verve. Emozionante e potente, pezzo brillante tramutato in una canzone dal gusto fresco e nuovo. Non c’è da meravigliarsi quando un artista del suo calibro riesce a trasformare un prodotto già eccellente in qualcosa di ancora più innovativo, sbalordendo tutti.
Questo tributo all’album di maggior successo della band, ”Urban Hymns”, ci fa dimenticare (o ricordare ) che questo album ha compiuto ben 24 anni dalla sua uscita, inframezzato da alcuni pezzi della carriera da solista del leader. Consigliamo l’ascolto a tutti coloro che sono affamati di nostalgia e che sentono l’esigenza di confrontarsi con uno stile senza tempo.
A cura di: Marco Gruttaglia
Correzione a cura di: Valentina La Viola