U2: Songs of Surrender | Recensione

u2 songs of surrender recensione

Gli U2 sono una delle band rock storiche della musica mondiale. Originari dell’Irlanda, si sono imposti nello scenario della musica mondiale giá dagli anni ’80 sfornando un successo dopo l’altro, capitanati dall’inconfondibile voce di Bono e il graffio della chitarra di The Edge, la recensione.


Esce infatti ‘’Songs Of Surrender’’, edito da Interscope: un album dove vengono riarrangiate le 40 canzoni più importanti per la band, 4 cd che portano i nomi dei quattro componenti ( The Edge, Larry, Adam, Bono ) la recensione del nuovo album degli U2.


Un viaggio ricco di emozioni e suoni che ci hanno accompagnato per oltre 40 anni con un tratto distintivo che nessuno potrá eguagliare.
Immergiamoci subito in questo mondo acustico partendo da uno dei pezzi più famosi della band: ‘’One’’.
Ci troviamo di fronte un brano completamente inedito, una nuova versione molto toccante che se la gioca bene con la versione originale. Da canzone rock è diventata una sorta di power ballad, senza snaturarne l’essenza.


‘’Where The Streets Have No Name’’ ha delle fattezze oniriche, peró non ci convince moltissimo. In questo caso preferiamo la versione originale, più d’impatto; con ‘’Beautiful Day’’ invece rimaniamo piacevolmente colpiti, in quanto il pezzo conserva la sua moltezza, anche se questa versione risulta più ‘’calma’’, ma ció non ci sconvolge. Che pezzo meraviglioso!
‘’Every Breaking Wave’’ arriva da uno degli ultimi album della band. Originariamente il pezzo appare come una soft ballad, ma in questa nuova veste la troviamo immersa in un pianoforte malinconico che da quel tocco di malinconia che ben viene accolta dalle nostre orecchie. Ed arriviamo al pezzo dei pezzi: ‘’Pride ( In The Name Of Love )’’. Anche qui ci sentiamo di dire che la grandiosità del pezzo originale non può essere battuta o replicata. Piú che altro questa versione sembra più una cover di un’altra band, che tenta di replicare il successo dell’originale…ma quando la band in questione è la stessa che cantó il pezzo anni fa, il risultato è carino ma nulla di più. Genera confusione, ammettiamolo.


‘’Get Out Of Your Own Way’’ inaspettatamente diventa un pezzo quasi country in questa versione. Piacevole, ci sorprende; stessa sorte per ‘’Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of”, ci tocca le corde più profonde dell’anima.
“’Ordinary Love’’ fu scritta dopo la scomparsa di Nelson Mandela, ma questa nuova versione supera di gran lunga l’originale. Molto più profonda, emozionante, vera. Da brividi.
‘’Sometimes You Can’t Make It On Your Own’’ ci richiama ricordi del passato, la leggerezza di un periodo dove la musica era più d’impatto, e non smerciabile solo per far furore in classifica. Bella questa versione, un continuum temporale che non ci stancheremo mai di ascoltare.

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‘’The Miracle ( Of Joey Ramone )’’ sminuisce quasi l’originale: un brano che era giá perfetto, ma con questa versione viene snaturato…non ci convince. ‘’City Of Blinding Lights’’ si presenta come un brano molto calmo e senza esplosioni musicali. Bello nella sua composizione, ma anche qui in noi c’è quell’effetto nostalgia che non possiamo ignorare… appoggiamo l’impegno, ma noi siamo team original, senza rancore.
‘’Vertigo’’ ha un inizio con questi violini che sono qualcosa di veramente azzeccato, per poi essere scalzati da una chitarra acustica e la voce di Bono. Diretta e magica, ci prende dalla prima nota. Magica trasformazione.


Ottimo il riarrangiamento di ‘’Electrical Storm’’, vengono i brividi solo a sentire il ritornello. Il pianoforte è il punto focale del pezzo, che picchia sul nostro cuore senza lasciarci scampo.
‘’Song For Someone’’ richiama molto la versione originale, qui non c’è stato un grosso cambiamento musicale. L’unica differenza è la voce del cantante, che appare più decisa in questa versione. ‘’
With Or Without You’’ primeggia tra queste ‘’nuove’’ canzoni. Resta attuale nonostante gli anni che si porta addosso, forse in alcuni punti leggermente calante, ma perfetta nella sua interezza.
‘’Sunday Bloody Sunday’’ ci provoca quel magone allo stomaco, una sensazione più che positiva che ci fa rendere conto di quanto una canzone può toccarci nel profondo quasi come una carezza.

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Gli U2 sono grandiosi in tutto, e ancora una volta ce lo dimostrano con questo meraviglioso album che raccoglie tutto il loro mondo, tra luci ed ombre, tra alti e bassi, rimanendo fedeli al messaggio di unione che hanno sempre tramandato con la loro musica. Queste ‘’canzoni di resa’’ ci hanno dimostrato ancora una volta che l’unione può anche far la forza, ma nobilita l’uomo, esponenzialmente.

Senti come suona

Marco Gruttaglia