Due chiacchiere con Ubertone | Intervista

uberone intervista

Oggi intervistiamo un artista eclettico: cantautore, scrittore e sceneggiatore; si tratta di Ubertone, all’anagrafe Marcello Ubertone, nato a Rovigo nel 1982, laureato in lettere cantautore diplomato presso il CET grazie a una borsa di studio conferitagli proprio da Mogol, dopo aver ascoltato le sue canzoni, attualmente vive tra Rovigo e Milano.


Noi di Music Voltage lo abbiamo incontrato durante un suo concerto presso il Mare Culturale Urbano,
Giovedì 9 Marzo e approfittando della sua disponibilità e gentilezza, abbiamo deciso di conoscerlo meglio,
e farvelo conoscere meglio, attraverso una serie di domande.

Innanzi tutto, ciao Marcello e iniziamo con la prima domanda senza ulteriori indugi:
Quanto ha caratterizzato il tuo percorso di vita e la tua carriera, e anche la
tua musica, il fatto di solcare una strada completamente opposta rispetto a
quella della tua famiglia?

Il mio bisnonno era avvocato, mio nonno anche, mio padre, mio zio e mio fratello sono avvocati (anche se mio fratello in realtà lavora in ambito accademico come filosofo del diritto e professore universitario). Questo fa di me la pecora nera, non della famiglia ma della stirpe!
Tuttavia devo dire, a differenza di quanto si possa pensare, in famiglia la scrittura è sempre stata praticata assiduamente. Il mio nonno avvocato infatti lavorava parallelamente come giornalista, ed è arrivato anche a dirigere alcune riviste. Mia nonna, che era laureata in lettere antiche, oltre ad aiutarlo nella stesura dei suoi articoli (talvolta sostituendosi a lui come ghost writer!) si dilettava nella poesia. Mio padre, ha pubblicato diversi libri, tra racconti e romanzi, e a dire il vero uno di questi è un libricino che abbiamo scritto a sei
mani io, lui e mio fratello. Lo abbiamo firmato col nome collettivo M. Ubertone, dal momento che tutti i nostri nomi cominciano con la M. Insomma non sono per nulla l’unico creativo della famiglia e sicuramente in
casa – per fortuna! – non ho respirato solo giurisprudenza.

Da laureata in giurisprudenza mi sento leggermente chiamata in causa, ahahah…ma andiamo avanti.


Nella scrittura della tua musica abbiamo notato che, nonostante i temi trattati siano estremamente importanti e seri, è sempre presente una vena di ironia, potresti parlarci di questa scelta di stile?
Il tentativo di far coesistere profondità e leggerezza è una mia aspirazione. Non sempre ci riesco, ma cerco di andare in quella direzione. Alcuni degli scrittori di canzoni che ammiro di più sono maestri in questo: De Andrè,
Johnny Cash, Eminem. Devo ammettere però che talvolta mi concedo il lusso di essere solo serio o solo stupido. Nella vita di tutti i giorni siamo tante cose diverse, e il mio obiettivo è quello di mostrare con sincerità diversi aspetti di me.

Nella scrittura della tua musica quali sono le tue fonti di ispirazione ?
Sono un consumatore di musica abbastanza onnivoro e credo che questo si possa percepire ascoltando quello che faccio. Però l’ispirazione può venire da ovunque: un film, un libro, una conversazione con un amico, un temporale. Tutto finisce nel frullatore: musica, parole, immagini, fantasia e realtà.

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In un mondo nel quale tutti cercano la facilità, abbracciare la carriera del cantautore non è tra le scelte più facili da perseguire, ti andrebbe di parlarci del perché di questa scelta?

Io ho sempre affiancato all’attività di cantautore altri lavori legati alla scrittura: ho fatto l’editor, l’insegnante di scrittura creativa, l’autore televisivo. Però le canzoni sono sempre state al centro del mio mondo e ultimamente mi sto impegnando soprattutto in questo. Si tratta di un percorso impervio, lo so, ma penso che avere una passione così forte per qualcosa sia una fortuna immensa, che non capita a tutti. E la mia motivazione, in fin dei conti, è sempre quella: la passione.

Il clima è quello del film Yesterday, un ragazzo che fa successo in un mondo in cui nessuno conosca le canzoni dei Beatles…Ecco se avessi la possibilità di scrivere una canzone che qualcun altro ha già scritto, in un mondo in cui questa è sconosciuta , quale sarebbe e soprattutto perché?

Questa domanda, lo ammetto, rischia di farmi esplodere il cervello. Potrei pensarci per giorni senza arrivare a una conclusione. Se devo darti una risposta di cuore però dico Il cielo in una stanza di Gino Paoli. La motivazione ha qualcosa a che fare con la magia di quel pezzo, che per definizione è insondabile, quindi fatico a dirti il perché. Se mi metto a razionalizzare la cosa non ne esco più… ti posso dire però che se mi appropriassi di quel capolavoro poi probabilmente me la vivrei malissimo proprio come il ragazzo del film!

Durante il tuo concerto abbiamo avuto la possibilità di ascoltare diversi inediti , immaginiamo che faranno parte del tuo nuovo progetto, puoi svelare in esclusiva a Music Voltage qualche dettaglio in più o semplicemente
qualche curiosità?

Sì, certamente! Alcuni inediti confluiranno nel prossimo album (che sarà una sorta di seguito di Meconio), ma altri fanno parte di progetti che arriveranno addirittura più avanti. Per fare due esempi, Il drago sarà all’interno di un album interamente medievaleggiante, mentre Quel niente di un album interamente ispirato dal cantautorato italiano degli anni ’60.

Quale tra i tuoi brani ha un valore particolare, insomma quello al quale sei più legato. Raccontaci se ti fa piacere il motivo.

Ce n’è uno bellino che ho scritto ultimamente, si chiama “Il cielo in una stanza”… Ah! Esiste già? Peccato… io ci ho provato! Si vede che ho sbagliato universo!
Scherzi a parte faccio veramente fatica a scegliere. Vado a periodi… tra quelli che ho suonato giovedì oggi ti dico Ferragosto, perchè mi ricorda una parte di me ingenua, che un po’ detesto e un po’ mi sta simpatica.

Per concludere è doverosa la domanda su uno dei tuoi personaggi…

Ti prego Marcello, la tua “La Nonna “ci ha fatto morire dal ridere, ma………è o no un personaggio reale, svelaci l’arcano! E In un modo o nell’altro sappi che anche il nostro team ne è fan, non potevamo fare altrimenti…

Intanto… sono io a ringraziare te e tutto il team di Music Voltage! Per quanto riguarda “La nonna”, il personaggio è vero, si tratta di mia nonna Fosca, quella di cui parlavo prima. Quando era in vita, ha apprezzato molto il pezzo.
Una volta l’ho suonata dal vivo e lei era tra il pubblico… per far capire a tutti che non avevo detto proprio tutta la verità, senza però insultarmi, si è alzata in piedi e ha gridato: “Mio nipote… che fantasia!”. Mia nonna ne sapeva una più del diavolo.

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E noi diciamo…Bè adorabile!!!!!


Siamo giunti alla conclsione di questa intervista ti ringraziamo molto
Marcello, per noi è stato un immenso onore avere l’opportunità di intervistarti,
in bocca al lupo per il tuo magnifico lavoro!

Senti come suona

A cura di Valentina La Viola

Fotografie di Anna Casazza