Taylor Swift : The Tortured Poets Department | Recensione

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A pochi anni da Midnights, Taylor Swift è pronta a tornare con The Tortured Poets Department, il suo nuovo disco di cui segue la recensione.

Lei è la cantante dei record, la donna con i maggiori incassi degli ultimi anni, tanti azzardano etichettandola come ‘’nuova regina del pop’’… insomma, amata o odiata, non possiamo negare che Taylor Swift abbia una marcia in piú!

Esce il suo undicesimo album di inediti dal titolo ‘’The Tortured Poets Department’’, edito da Republic e anticipato dal singolo ‘’Fortnight’’ in duetto con Post Malone.

Un mix di pop/rock, con dei richiami al folk, questo nuovo lavoro discografico di Miss Swift contiene 16  brani, è stato già “definito il culmine della sua carriera da cantautrice.” 

Una riflessione a tutto tondo sulla vita e gli eventi che intorno ad essa orbitano, quasi una visione fatalistica in un certo senso.

Nella copertina, troviamo la cantante in uno scatto in bianco e nero, non viene mostrato il viso , sdraiata su di un letto in una posizione che potremmo definire sensuale.

Una piccola chicca: esiste una versione ‘’antologica’’ dell’album dove, oltre alle canzoni, vi sono altre 15 tracce inedite… per cui c’è davvero da sbizzarrirsi.

Ma iniziamo immediatamente con l’ascolto partendo con il singolo di lancio.

‘’Fortnight’’ è un brano a tratti psichedelico e a in stile anni ’70, con quelle atmosfere calde e senza sbavature. Sarebbe stato giá ben costruito anche senza la presenza di Malone, ma evidentemente Taylor ha voluto arricchire questa canzone con questo duetto che c’è e non c’é… strana scelta.

‘’The Tortured Poets Department’’ ha un bel pianoforte in sottofondo, ma è arricchita da elementi elettronici che riportano ad una certa modernità. A tratti un pó ripetitiva, ma nel complesso accettabile. ‘

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My Boy Only Breaks His Favorite Toys’’ mantiene un pó lo stile della canzone precedente, ma facendo un balzo in avanti: una canzone molto piú spinta musicalmente parlando, che ti acchiappa dalla prima nota. La vogliamo come singolo, ce la meritiamo.

‘’So Long London’’ ha un non so che di onirico, questo beat impercettibile che si mischia con un cantato quasi sussurrato, come una dolce ninna nanna a notte fonda… che bella sensazione.

‘’But Daddy I Love Him’’ rimarca i successi del passato della Swift, principalmente quelli dei primi album. Un country contornato da sfumature pop; la penna cantautoriale esce fuori con tutta la sua forza.

‘’Florida’’ è un brano eseguito insieme a Florence + The Machine, e giá da subito ci sentiamo catapultati in un’altra dimensione. L’unione delle voci delle due cantanti suona cosí bene che non potremmo trovare un difetto anche volendo. Altro momento di alta musica, impossibile non sentirsi coinvolti.

‘’Guilty As Sin?’’ ha una semplicità armoniosa, che per assurdo risulta pure il suo  punto di forza: sentirsi liberi, come il mare…sconfinato e profondo, come l’animo umano.

‘’I Can Fix Him (No Really I Can)’’ è uno dei brani che dura meno dell’album, ma riesce a trasmettere questo senso di costrizione emotiva che talvolta affligge la nostra vita. Per apprezzare il brano, vi consigliamo di ascoltarlo in cuffia, al buio, in una stanza dove i pensieri vengono lasciati fuori la porta.

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‘’I Can Do It With A Broken Heart’’ è un bel pezzo melodioso, carino nel suo insieme e che non aspira a grandi pretese, ma la vera chicca è il pezzo successivo, dal titolo ‘’The Smallest Man Who Ever Lived’’. Una bella ballad particolarmente coinvolgente, che riesce ad unire la tranquillità della melodia e un testo unico nel suo genere. Da ascoltare piú e piú volte.

‘’Clara Bow’’ ha un basso che introduce il pezzo, accompagnato dalla voce morbida della Swift. Particolare attenzione nella cura dei suoni, dove tutto sembra in disordine ma che poi va a ricongiungersi in un unico trionfo di stile. Questo pezzo calza a pennello come chiusura del disco, e da un senso di completezza nell’ascoltarlo.

Un buon album quello di Taylor, in linea con quello che la cantante stessa aveva anticipato. Uno stile semplice, che richiama quello che l’artista ci propone da 18 anni a questa parte, con un pizzico di modernità.

Forse ci aspettavamo giusto qualche pezzo piú movimentato, qualche pezzo al ‘’veleno’’, di quelli che hanno reso celebre la cantante e che ci hanno così tanto emozionato. Potremmo dire che chi si trova ad ascoltare questo nuovo album, si trova di fronte una Taylor Swift matura, consapevole, sincera. Con dei testi ricchi di spunti per tutti coloro che, anche solo per un attimo nella propria vita, hanno smarrito la retta via, ma che sanno sempre come ritrovare la strada di casa.

Senti come suona

Marco Gruttaglia

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