A grande richiesta ecco Adele

Semplicemente una Diva, un nuovo disco per deliziarci

Tracce articolatissime, brani con emozioni contrastanti, trainate da una produzione all’inverosimile della maestria, un canto feroce ma emotivamente fragile é il nuovo album di Adele, “30”.

Photo by: Cliff Lipson/CBS via Getty Images


Dopo ben 6 anni d’attesa, e con una breve discografia che ha spazzato via tutta la concorrenza, vincendo grammy e premi di ogni genere, Adele ci presentava il nuovo disco solo un mesetto fa con il nuovo brano “Easy On Me”.

L’album é un’evoluzione dell’artista, che parla di temi più difficili come il divorzio, la pandemia e l’essere madre, senza tuttavia uscire dai propri binari e rimanendo nel suo stile senza farsi influenzare dalle mode attuali, rendendo “30” un vero e proprio lavoro marchiato Adele.


Strangers By Nature” sembra quasi una canzone alla Judy Garland, con un notevole sottotono natalizio, mentre Easy On Me, fortunatissimo singolo é un’elegante ballad dove timidamente l’artista chiede di potersi esprimere senza essere emotivamente trattata male.


My Little Love”, pezzo più intimo del disco, é un trionfo dei sensi di colpa per il figlio Angelo, che dovrà crescere con mamma e papà separati, dove la cantante chiede scusa e promette di amarlo incondizionatamente, promettendo di fare di tutto per la sua felicità.

Più ritmate, ma sempre sullo stesso schema compositivo sono “Cry Your Heart Out” e “Oh My God”, uniti da un’atmosfera più soul che pop, un passo più sperimentale per la nostra Adele.

Photo by: Simon Emmet

Non riesce a convincere invece “Can I Get It”, brano acustico sentito e risentito, una ballad alla Ed Sheeran che però può permettersi Ed Sheeran, non Adele! Ci vuole altro … Questo disco vuole essere qualcosa in più!

Con un giro gospel e una spruzzatina di soul, Adele in “I Drink Wine” ci parla del difficile rapporto con le relazioni, in un fantastico brano che (come prevedono le classifiche e i fan) proprio non delude.


“All Night Parking” é il momento jazz del disco, con un tributo a Errol Garner che si articola su atmosfere gospel.

É più biografica “Woman Like Me“. Adele si racconta lasciando più spazio al testo ma non escludendo la produzione in parte acustica e in parte soul, minimale ma estremamente innovativo. Un sapore diverso per l’industria musicale.

Photo by: Simon Emmet

Più o meno simile, ma più minimale é “Hold On”. Anche qui un pezzo ben strutturato e sperimentale, con cori gospel e una voce che colora vivacemente tutto il brano.


E gli amanti di” Someone Like You” saranno profondamente soddisfatti nel sentire ” To Be Loved”, un brano solo voce e piano. Un brano senza tempo e senza età, dettato solo dall’immensa bravura della sua cantante, del suo pianista e del suo produttore, il pianista in questione é Tobias Jesso jr.

“Love Is A Game”, ultima canzone del disco, riflette invece su quanto l’amore sia dannoso e non soddisfi sempre. Una canzone malinconica l’Ideale che però spicca tra le altre per la sua interpretazione: delusione, amarezza e tristezza sono parti fondamentali di un testo che lascia malinconia allo spettatore.

Photo by: Simon Emmet

In sintesi? “30″ é un’evoluzione modesta. Se da un lato si apprezza Adele per aver esteso il suo repertorio in altri generi, bisogna riconoscere che ci troviamo davanti a una delle più grandi artiste della nostra epoca, ma notiamo anche un azzardo compiuto a metà. Nulla di veramente nuovo, nulla di veramente maturo, questo lascia un po’ l’amaro in bocca. Nulla da togliere alla bravura di tutti gli “addetti ai lavori” che sono stati fenomenali, ma se questo passo fu già fatto con “25″ sei anni fa, “30” non é una rivendicazione, ma una semplice conferma dello straordinario talento di Adele

A cura di: Gabriele Romano