Nuovo Lavoro di Mari Conti, si chiama “Invisible Things”

Bella, talentuosa e soprattutto creativa. Mari Conti , presenta oggi al mondo intero il suo nuovo
album: “Invisible Things”, scritto a quattro mani con Osmond Wright (in arte Mozez, ex
frontman degli Zero 7) che compare nella traccia “Love Is A Heart”, pronto a rubarci l’anima con
le sue “cose invisibili”.

Foto a cura di: Tony Zecchinelli

Dopo aver collaborato con i WA e GoldLounge nel 2019, e aver rilasciato il lead single “Hangin’
On A Kiss”,
a distanza di un anno, finalmente il nuovo disco di Mari é pronto, e si definisce
“pluridimensionale” e “surreale” con brani dal sound attuale e moderno.
Riuscirà a colpire anche i nostri cuori elettrici? Vediamo un po’.

La prima traccia é proprio “Hangin’ On A Kiss”, un brano che sembra un inno all’amore, e a far
ricorso proprio ad esso. La traccia strumentale si basa su beat elettronici, che in certi punti sfiorano
la tecno, lasciando che la voce e i cori (volutamente modificati) prendano parte, quasi
completamente, al brano che si chiude gloriosamente con dei violini.


Più lenta, e se si vuole più dark, é la seconda traccia “Shine On Me”. Il brano é accompagnato da un pesante pianoforte e da beat trance, nonché da vocals e cori ancora una volta modificati. Ricorda molto gli ultimi pezzi pubblicati da Madonna, più sperimentali, che giocano molto sulla produzione vocale, sia essa con effetti che con tecniche di canto.


“Chances”, invece, si articola attraverso atmosfere più urban e vagamente R&B, con deliziose
chitarre e pianoforti ad accompagnare i beat più elettronici. Il testo é molto bello, trattando il tema
del colorare la propria vita come meglio si crede, non astenersi dal fare il passo più lungo della
gamba e “accettare te stesso, la vita non é tua nemica”.

Foto a cura di: T. Zecchinelli


Un grande coro e dei beat elettronici danno il via a quello che potrebbe essere il brano più invitante
del disco:“Live Now”.Questo pezzo non ne vuole sapere di lasciarti seduto ad ascoltare, devi
alzarti e ballare. Le influenze degli ABBA e di Madonna sono ben evidenti in questo pezzo, e
mentre dei beat più europei si articolano nella parte strumentale, quasi in contrasto con i cori, il
testo scorre favorevole al pensiero del “cogliere l’attimo” e sfruttare le infinite possibilità che si
hanno perché “non si sarà più gli stessi” in futuro.

Arriviamo alla title-track ritornando alle atmosfere più urban, accompagnate anche dai violini, per la
prima grande ballad del disco:”Invisible Things” , che è anche il nuovo singolo del progetto. Un
brano con un testo non molto articolato, ma di forte impatto; “ci sono cose che non puoi vedere,
ma sono li con te”, riferendosi alle emozioni, ai sentimenti e ai presagi provati in prima persona, poi
il testo cambia leggermente rotta: “ci sono cose che non puoi sentire, ma sono li con te” riferendosi
alle emozioni, i sentimenti e i presagi altrui, che per quanto possiamo cercare di comprendere, non capiremo mai fino in fondo. Bel brano, ma in certi punti i violini sono talmente in primo piano da offuscare la voce, rendendo distorto il momento.

La voce di Mari diventa più chiara in “About Love”, e nonostante ci siano ancora effetti sulla
voce, il talento della cantante esplode: falsetto, acuti e tecniche vocali colorano un brano “elettro
blues” originale e assolutamente piacevole; tutti gli strumenti si armonizzano l’uno con l’altro
creando quella che sembra essere una spontanea jam session che celebra l’amore per se stessi e
l’amore in generale; l’amore che dovrebbe essere libero e spensierato, richiedendo che piuttosto
che fare gesti privi di amore, questi non vengano fatti del tutto.

Foto a cura di: Toni Zecchinelli

Dei fischi e un pò di eco anni ’80 caratterizzano l’ingresso in scena di “New Dawn”, uno dei brani
con la durata maggiore del progetto. Si é immersi- di nuovo- nei suoni eurodance, ma più sperimentali rispetto
alle altre tracce, lasciando alla traccia strumentale più spazio; anche vocalmente, c’é più voglia di
sperimentare che di ricercare il testo giusto, che é quasi assente nel brano.

Abbandonati i beat elettronici ,e cascati negli strumenti più blues, “Scared” ci regala uno dei
momenti più magici dell’album, con il suo sound unico e una potenza vocale, che domina su tutta la
traccia. Il testo parla di confusione, di “paura” riguardo una situazione non facile: letteralmente non
sapere come sentirsi in un momento di bilico per qualcosa che non va, pezzo in cui é molto facile
rispecchiarsi.

Si ritorna nella dance, e veniamo anche a conoscenza del timbro vocale della guest star, nonché
produttore del disco: Mozez, che esordisce immediatamente dentro la traccia, cavalcando i suoi
armonizzi. “Love Is A Heart”, é un pezzo che sancisce le regole per una buona relazione: mettere
insieme un po’ dell’uno e un po’ dell’altro, per creare il giusto equilibrio e funzionare bene come un
cuore che batte. Peccato che in questa traccia tale equilibrio non ci sia stato, dato che é cantata tutta dal
produttore, e di Mari giunge solo qualche vocalizzo in background … Decisamente non la traccia
migliore.

Foto a cura di: Giovanni D’Achille

Arriviamo finalmente alla tanto attesa traccia italiana del disco, la fantastica cover di Lucio Battisti
“Amarsi un Po'”. Il brano si presenta sempre con atmosfere urban, ma stavolta sorrette da punte
funky, che rendono il brano più accattivante. La caratteristica più forte del pezzo é sicuramente la
voce che colora e armonizza tutta la base strumentale, prima di essere sorretta da una chitarra
verso metà brano. É anche una delle poche tracce del disco dove la voce di Mari non é
processata, anzi si lascia andare al suo talento.

Si arriva alla traccia più sperimentale- paradossalmente- a fine disco. “Trasparent”, sembrerebbe
essere una ballad, ma é anche una traccia urban, con sfumature orientaleggianti accompagnate
da una strumentazione non leggera, che anche qui , tende a mettere in secondo piano la voce,
facendo sembrare il brano ipnotico e mai scontato o prevedibile, e questo per tutta la sua durata.
Curiosamente, il brano tratta della protagonista, che é una “trasparente” cura per le preoccupazioni
della persona a cui é indirizzata la canzone, rendendo il fulcro della questione una delle “cose
invisibili”.

Foto a cura di: Toni Zecchinelli

Decisamente un bel disco, molto poetico, sperimentale e ben studiato. Unica pecca é la
produzione non proprio perfetta, ma si può benissimo sorvolare. Non é un album da tutti, é un
album che va ascoltato e va capito; é proprio questo che rende “Invisibile Things” un momento
unico: l’idea di poter uscire dagli schemi, fare introspezione ed esprimere la propria anima
attraverso la musica.

A cura di: Gabriele Romano

Correzione a cura di: Valentina La Viola