Il fenomeno Harry Styles è inarrestabile e torna con il suo nuovo album: Harry’s House; per voi la recensione.
A pochi anni dall’album che ha consacrato il suo successo Fine Line; il giovane cantante ex membro dei One Direction è pronto a tornare in pista con il suo terzo album in studio. Milioni di dischi venduti, biglietti per i suoi spettacoli, venduti in pochissimi minuti, e servizi fotografici iconici, che stravolgono lo stile del gender
fluid. Harry Styles è il fenomeno pop che ti aspetti, ma che non riesci a prevedere.
Prodotto da Kid Harpoon, Tyler Johnson e Samuel Witte; il nuovo album si muove sui generi dell R&B, Pop funk e synth, pubblicato per la Columbia Records.
Falsetti e bassi prorompenti sono i protagonisti di Music From A Sushi Restaurant, che esplode nel ritornello con motivetti e trombette anni ’70; ai quali il brano si rifà molto,regalando un misto tra prima traccia e intro, ideale per un album. Carino, strutturalmente non ad hoc, ma “ci può stare”.
Si continua adesso con Late Night Talking, quello che dovrebbe essere il secondo singolo estratto dal disco. Una traccia funky, che si impreziosisce di synth, enfatizzando le atmosfere disco anni 70, già stese dalla
traccia precedente. Si migliora rispetto al brano precedente; un’ ottima traccia di fattura pop, che trova radici nella ambiental e che regala allo spettatore un momento di spensieratezza; unica pecca è che non potrebbe proprio ipnotizzare un ascoltatore non assiduo di Harry Styles.
Sulla stessa linea si suona anche Grapejuice, dove però in primo piano troviamo le chitarre e una voce caratterizzata da una eco ovattata che, per quanto trovi senso nella base strumentale; onestamente non è la scelta migliore; non ritroviamo lo stesso modus nel ritornello! L’inizio farebbe pensare ad un’atmosfera più pop rock, ma risuona esattamente come il brano precedente, solo con accordi diversi.
Il brano come i precedenti è di buona fattura e composto da piacevoli talenti, ma la struttura non tipica di questi brani, rischia di arrivare allo spettatore come una musica non completata.
As It Was è invece il primo singolo estratto dal disco, e nonostante la recente pubblicazione, ha già conquistato le classifiche di mezzo mondo. Effetivamente questo brano racchiude in pochi minuti quello che l’album rappresenta: un tributo alle atmosfere disco, funk e ambiental anni ’70, accompagnati anche da una voce che segue il timbro di quegli anni. Un disco originale considerando gli album attuali.
Le sfumature synth incontrano il funk con Daylight; canzone qualitativamente superiore rispetto alle precedenti, ma la struttura, la strumentazione, il cantato rimangono gli stessi;mentre si elogia un prodotto di buona fattura e si massacra scelte stilistiche come un’ovattatura non richiesta.
Colpisce di più, invece, Little Freak, con un buon riverbero e dei cori ipnotici accompagnati da gentili percussioni e una dolce chitarra sullo sfondo; creando un brano etereo e particolare nonostante la natura pop, che in questo caso strizza molto l’occhio alla musica psichedelica, senza tuttavia spostarsi molto dalle
sue radici.
Si cambia – finalmente- registro con Matilda, una ballad acustica; che abbandona gli artificiosi synth alla volta di una piacevole chitarra acustica, un timido pianoforte e una voce limpida e non sporcata da effetti
disco. Certo, il genere è sempre quello; e tutto l’album sembra seguire la stessa traiettoria, ma la struttura genuina di questo pezzo, lascia lo spettatore innamorato del talento di Harry Styles.
Un altro brano straordinario è Cinema. Un brano che unisce le atmosfere funky e disco al più attuale R&B creando un connubio tra l’epoca d’oro dei primi due generi, rapportandoli e facendoli infine arrivare in maniera eccelsa nelle radio attuali; ricordando per certi versi, qualche bel pezzo che Prince portò ai suoi tempi.
Daydreaming, è invece l’unica canzone che più si avvicina per stile ed orecchiabilità a quello che nel 2020 era Watermelon Sugar;pur non portandosi dietro la stessa orecchiabilità e struttura. Un brano che si fa apprezzare mettendo in risalto il talento del suo artista in toto. La sua orecchiabilità e la struttura fatta
veramente, e finalmente, a regola d’arte, fanno di Daydreaming uno dei pezzi più belli da ascoltare da questo album.
E’ la canzone più breve dell’album Keep Driving, con solo 2 minuti e 20 di durata. Un pezzo di buona fattura, con poche aspirazioni; non si discosta particolarmente dalle prime tracce del disco, ma si differenzia per un mixing della voce impeccabile e una squisita chitarra elettrica; che gestisce il brano da dietro le quinte come un magistrale regista.
Non cambia molto però nella traccia numero 11, Satellite se non per il fatto che sembra più moderna, portandosi più nelle atmosfere anni ’80 del funk; essendo più energico e dal ritmo più veloce, il che lo potrebbe far risaltare leggermente sulle altre tracce, ma non apportando nulla di sostanzialmente nuovo al
disco.
Caso contrario è Boyfriend, che sembra essere più sperimentale rispetto al resto, inserendo la tecnica del Backwarding nella intro, per poi lasciarsi andare ad una chitarra acustica e un coro che regala un momento unico all’interno del disco, con un testo bello e profondo. Una ballad unica e spettacolare, con
una produzione e una interpretazione magistrale che regala al disco un momento unico e una sfumatura diversa, creando un piano più profondo a Harry’s House.
Si conclude il disco poi con Love Of My Life, approdando nelle musicalità più attuali che strizzano l’occhio all’elettropop con un ottimo connubio tra ballad e disco, inusuale ma possibile. Love Of My Life regala un
testo di buona fattura assieme ad una orecchiabilità alta e di gran classe: il giusto pezzo di cui questo disco
sentiva la necessità. Un piano frizzante chiude tutto l’album.
In sintesi:sulla qualità dell’album non c’è nulla da ridire; che vi piaccia o no, Harry Styles ha talento e una voce impeccabile, adatta al suo genere (non a caso ha vinto X Factor UK, è stato membro di una delle band più influenti degli ultimi 20 anni, ed ha venduto dischi in quantità industriali), lo stile dell’album è ricercato
ed elegante, con i riferimenti alla musica d’altri tempi, pur restando dannatamente attuale rispetto alla wave che nuovi anni ’20 stanno portando. Un album frizzante, eclettico,sperimentale e di classe.
D’altro canto molte delle tracce si somigliano, tranne qualche brano, suonano tutte allo stesso modo, senza considerare che l’orecchiabilità, a differenza di Fine Line, non è scontata, il che può essere un problema se si aggiunge uno qualsiasi di questi brani ad una playlist più varia, fermo restando che i brani di Harry Styles risultano si belli, ma difficili da ricordare se non per i punti evidenziati poc’anzi. Ok, un album deve seguire uno stile e una tematica per essere riconoscibile e distinguibile, ma esagerare
crea il problema opposto, ovvero si rischia di creare un disco monotono e piatto seppur bello.
Fortunatamente, canzoni come Matilda, Daydreaming, Boyfriends e Love Of My Life evitano l’ingigantirsi del problema.
Ottimo lavoro Harry!
Hai ascoltato il nuovo album di Gemitaiz? Trovi la sua recensione qui.
Gabriele Romano
Correzione a cura di Valentina La Viola