James Blunt: Who We Used To Be | Recensione

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James Blunt torna con Who We Used To Be : la recensione.

Dopo quattro anni di assenza dalle scene musicali, ritorna James Blunt con il suo nuovo album Who we used to be di cui a seguito la recensione. Un album adulto, un album che profuma di malinconia della giovinezza, di quei giorni ormai andati, ma che riesce comunque a far respirare a pieni polmoni e far sentire un forte senso di realizzazione che, solo in età adulta spesso si prova.

Who we used to be, quindi, racconta di una crescita, della crescita dello stesso artista che, mentre prima dedicava canzoni ad una perfetta sconosciuta incontrata per qualche istante in metropolitana, adesso nei suoi testi, mette il cuore per la moglie, per la sua famiglia, per gli affetti a lui più cari.
Adesso addentriamoci in questo mix di sentimenti, e sentiamo come suona il nuovo album di James Blunt.

Saving a life è un grido disperato, non di aiuto, ma con intento di aiutare. Aiutare chi, per orgoglio o per sfida personale crede di riuscire a farcela con le sue sole forze. A volte bisogna mettere tutte le nostre emozioni da parte, lasciandoci semplicemente salvare.
Testo super romantico quello di Some kind of beautiful, dal beat anni 80 che, col remix giusto, potrebbe farci davvero ballare. E ne uscirebbe anche un ottimo mash up con Titanium di David Guetta.
Beside you suona più come un brano introspettivo, una sorta di preghiera in cui , Blunt si chiede perché, e spera di poter sentire ancora il suo cuore battere.


Brano piuttosto toccante quelle di The girl that never was, un pezzo che parla di una figlia mai nata: i genitori soffrono la sua non nascita, soprattutto la madre. È un dolore condiviso da una coppia, in particolar modo da quella che doveva essere la madre, che ha perso l`ipotetica figlia “dai capelli biondi”. Il padre invece, si sente morire nel vedere la compagna colpevolizzarsi per come sono andate le cose.
Could shoulder è un rimpianto di un amore perduto, ma anche la speranza che, quell’amore stesso, possa ritornare.


I won`t die with you, nonostante le trombe, che vorrebbero farlo apparire un brano leggero, e una musicalità che sembra da ascoltare e cantare a squarciagola per qualche Route… beh, il titolo potrebbe lasciare invece più a desiderare. Lui non vuole morire con lei. Lei è morta dentro, ma il cuore di lui batte ancora …
Dark thought, forse il testo più bello dell’album, anche se è difficile poter dire quale canzone sia più bella e/o profonda. Dark thought è la dedica alla migliore amica, la migliore amica che non c’è più. La migliore amica che non ha parlato con lui di ciò che non andava nella sua vita e, senza chiedere aiuto, ha lasciato il protagonista davanti al suo cancello, con le lacrime a rigargli il volto, vedendo come quella casa, man mano stava sgomberandosi dagli affetti personali dell’amica, per mano di perfetti estranei. Ma oltre a ciò, ha visto anche, quanti avvoltoi pronti ad avere delle esclusive giornalistiche, facciano passare la morte di una ragazza “in secondo piano”.
Bellissima e malinconica traccia quella di Confetti and Roses (Bonus track). Un matrimonio dove una terza persona si ritroverà con l`amaro in bocca e il veleno nel cuore.
A thousand lives (Bonus track) è la prova che solo l`amore non basta. Tante volte ci si ritrova a pensare come sarebbe andata se fossimo rimasti ancora con il nostro vecchio amore… non sarebbe andata, semplicemente perché ogni storia, ogni relazione ha il suo corso. Ma lasciamo cantare questo nubiloso vecchio amore a James Blunt, perché lui sa come dare voce anche al cuore.

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When you`re gone (Bonus track) è una canzone che altro non vuole avere a che fare sia col passato che col futuro. Un po’ come a dire: “godiamoci questo giorno e quel che sarà sarà“. Lo si percepisce anche dallo stesso ritornello di When you`re gone, col suo ritmo incalzante che da  spazio solo alla danza e alla spensieratezza.

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Piacevolissima sorpresa questo nuovo lavoro di James Blunt, chi l`ho ha ascoltato poco durante la sua carriera, tenderebbe a pensare che Who We used to be sia un album pieno di ballad zuccherose, e invece no!
We used to be è un album completo sotto al punto di vista sentimentale. Una dedica alla moglie, una canzone ad una figlia mai nata, un brano dedicato all`amica scomparsa. Who We used to be è un tripudio di emozioni, di sentimenti intensi che non lasciano sfuggire all`ascoltatore, ogni singola parola dei brani, si sfiora quasi una vena poetica.
I ritmi non sono lenti, anzi… è un album che arriva dove vuole arrivare e sa come farlo.
We used to be è un album ben arrangiato sotto ogni punto di vista, dalla musicalità alle liriche e anche ascoltandolo per la prima volta, il vostro voto base non scenderebbe sotto il sette.
Insomma… sentire (come suona) per credere!

Roberta Lo Giudice