Anitta: Versions of Me | Recensione

anitta versions of me recensione

Torna Anitta e lo fa con il nuovo album Versions of Me: la recensione.

A 3 anni da Kisses, Anitta ritorna con Versions Of Me, il nuovo album prodotto con la collaborazione speciale di Ryan Tedder e Andrès Torres, e featuring del calibro di Cardi B, Saweetie e Myke Towers: la recensione.

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Il disco è più orientato a colpire il mercato statunitense, difatti il singolo Me Gusta è il primo ad entrare nella classifica Billboard Hot 100, ma  successo equivarrà a qualità?
Ci sono ben 15 tracce e 5 singoli già estratti in questo nuovo progetto, della durata media di tre minuti … Andiamo a sentire come suona.


Envolver è il quarto singolo estratto dal nuovo album ed è un brano estremamente basico e commerciale, trito e ritrito. Sa il fatto suo d’altro canto, è un pezzo reggaeton fatto apposta per essere ballato senza troppe complicazioni, fresco e leggero proprio come una hit estiva.


Passiamo adesso a Gata, una collaborazione con Chencho Corleone; track più frizzante pur mantenendo lo stile del pezzo precedente. Ricorda i brani del 2000 che tanto hanno infiammato le piste all’epoca. Probabilmente non ha niente da invidiare a questi ultimi, ma anche qui, la qualità viene meno rimanendo una canzone “giusta” e leggermente femminista.


Più “americana” è invece I’d Rather Have Sex, che ricorda i pezzi alla Cardi B o Doja Cat pur distaccandosi leggermente dagli stili di queste ultime. E’ il primo brano inglese che ascoltiamo. Una giusta fusione tra la musica di entrambe le americhe. Più elaborata, una produzione meglio riuscita e un brano dove il senso, seppur ovvio, colpisce l’ascoltatore.

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Con nientemeno che una collaborazione con Ty Dollar Sign e una campionatura di La Bamba, Gimme Your Number è un’altra canzone latina che strizza l’occhio alle produzioni statunitensi senza tuttavia dimenticare il proprio stile. Un cantato, più elaborato e degli accordi non scontatissimi, ma anche questo è un
brano semplicemente ballabile.


Con Afro B e pochi vocalizzi si apre Maria Elegante, e si ritorna allo stile delle prime tracce pur mantenendo trainante la lingua inglese. Una produzione semplice e d’impatto, fatta per muovere i fianchi e non concentrarsi troppo sul testo e il significato; ma semplicemente per ballare.


Leggermente più pop rock è invece Love You. Al momento una delle migliori tracce del disco, ricorda i vecchi successi delle dive pop degli anni 2000, con una leggera sfumatura RnB che rende  tutto più attuale. Finalmente un cambiamento in un album che iniziava già a sembrare ripetitivo. Ottimo cantato e ottima produzione nonostante non sia eccelsa, ma in questo caso ci sta, grazie alle percussioni e bassi che la accompagnano.


Il nuovo singolo Boys Don’t Cry ricrea invece un’atmosfera decisamente più rock ed elettronica. Una produzione che spacca e un sound travolgente nel modo giusto. Un brano degno di nota e di ascolto, trascinante, travolgente e perfetto sotto tutti i punti di vista. Ottima scelta di singolo, finalmente un pezzo
che da una svolta al disco!Stessa cosa si può dire della title track Versions Of Me, anche se questa si muove su atmosfere più elettroniche senza scordarsi del pop. Si, qui la produzione resta basilare e già ascoltata, ma il brano è fresco, un testo più pieno e delle note che ballano già tra di loro, creando un momento degno di nota e piacevole, tanto da far dimenticare le imperfezioni e i riferimenti musicali al decennio passato.


Ritorna lo stile più latinoamericano con Turn It Up, muovendosi ancora su percussioni latine ma estremamente riciclate e scontate. Il peggio è che in questa produzione, il brano resta noioso e senza vie di fuga, perdendo anche quel senso di ballabilità pura che avevano donato le prime tracce. Saltarla e ascoltare il prossimo pezzo, non è una scelta così sbagliata.


Passiamo adesso ad un’altra collaborazione, in questo caso con Khalid e la nuova Ur Baby. Lo stile è sempre reggaeton e a differenza del brano precedente è più fedele alle prime tracce seppur la lingua predominante resti l’inglese. Anche questa però, nonostante si sforzi ad essere un buon pezzo, non spicca mai il volo restando chiusa nel suo piccolo, restando vagamente orecchiabile e noiosa.


Girl From Rio è stato il secondo singolo estratto per l’album; curiosamente era anche il titolo originale del progetto.
Musicalmente è molto simile al brano precedentemente ascoltato, ma ha un vibe più “positivo” e accattivante. E’ un brano “da spiaggia”, da giorno, e anche da strada con i suoi riferimenti Hip-Hop che piacciono e adornano la traccia con un tema che abbraccia le culture, ancora una volta, di entrambe le americhe.


Continuando con Faking Love, abbiamo la collaborazione con Saweetie. Il pezzo ricorda, soprattutto nella parte strumentale qualche pezzo di Ariana Grande, ma la parte vocale ha uno stile simile, ma diverso. Lo
stile latino e i richiami reggae ton e latin pop sono molto evidenti. Un testo con un significato diverso rispetto ai precedenti, che ancora fatica a fare centro, così come tutta la canzone, che di per sé non è brutta, ma risulta un’altra traccia filler.


Molto bella è invece Que Rabão. Un brano portoghese gestito da pochi beat e da un frizzante pianoforte e un rap esemplare da parte di Mr. Catra, senza nulla togliere al talento di Anitta. E’ sicuramente uno dei
–pochi- pezzi strutturalmente sperimentali del disco, una vera chicca che sorprenderà i fan.
Veniamo adesso al “pezzone” di Me Gusta. Uno dei pezzi più commercialmente riusciti dell’album e che conta l’ennesima collaborazione di questo disco, ma anche la più importante perché conta i nomi di Cardi B
e di Myke Towers. Un pezzo fresco ed estivo, non troppo elaborato, semplice nella struttura ma con quella verve tamarra, che tanto piace agli amanti del reggae ton e del latin pop. Un buon risultato che consola
certe pecche che ci sono capitate poco prima.


Finisce l’album con Love Me, Love Me, anticipato da una dolcissima chitarra acustica e poi accompagnato da una dolce voce sexy, che regala l’unico pezzo più simile ad una ballad di tutto il disco. Una canzone spagnoleggiante, vecchio stile che tanto ci piace e che trova la sua unicità nel disco. Cosa che invece non
avrà al confronto con altre canzoni al di fuori di esso, poiché la traccia è ancora troppo piatta per essere apprezzata appieno.


In conclusione: Versions Of Me NON MOSTRA tutte le vere sfaccettature dell’artista, come lei vuole farci credere. Ci prova, racconta un po’ di se, ma poi si lascia trascinare nel blando mondo della commercialità  più spicciola, facendo cascare tutto. Sicuramente questo album non fa acqua da tutte le parti, più di
qualche pezzo si salva, ma la strada da fare per creare un vero capolavoro è ancora lunga …
Nel frattempo continuiamo a ballare!

Hai già ascoltato la riedizione di Confusa e Felice di Carmen Consoli? Trovi la recensione qui.


Gabriele Romano

Correzione a cura di Valentina La Viola