Green Day: Saviors | Recensione

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Finalmente, il nuovo album Saviors dei Green Day è disponibile su tutte le piattaforme e negli store, a voi la nostra recensione che siamo stati lieti di scrivere.

Saviors è il quattordicesimo album della band punk statunitense Green Day, largamente anticipato dal singolo “The American Dream Is Killing Me”, la recensione.

A TUTTO ROCK CON I GREEN DAY! I Green Day sono una delle band piú irriverenti del panorama musicale mondiale. Poter riassumere quello che hanno creato in piú di 30 anni di attività in poche righe, beh…sarebbe troppo riduttivo.
Il loro sound punk graffia nei cuori di tutti coloro che son cresciuti con i loro testi, le loro chitarre, la loro stravaganza.


Album come ‘’Dookie’’, ‘’American Idiot’’ o ‘’Warning’’, giusto per citarne alcuni, suonano ancora attuali, affrontando tematiche come la politica, la depressione, le dipendenze, la voglia di rivalsa.
Ed ecco che è appena arrivato il loro quattordicesimo lavoro dal titolo ‘’Saviors’’, edito da Reprise.
Billie Joe Armstrong & co. tornano a lavorare con un pezzo da 90, un certo Rob Cavallo, un nome che è una garanzia assoluta.
Il disco è stato registrato tra Las Vegas e Londra, e contiene al suo interno ben 15 pezzi.
È anticipato dai singoli ‘’The American Dream Is Killing Me’’, ‘’Look Ma, No Brains!’’, ‘’Dilemma’’, ‘’One Eyed Bastard’’ e la nuovissima ‘’Bobby Sox’’.
La copertina dell’album mostra un bambino durante i ‘’the troubles’’, ossia i disordini causati dal conflitto nell’irlanda del nord; scontro avvenuto negli anni ’70 tra comunità cattolica e protestanti.


Con questo disco la band ha dichiarato di tornare alle origini, sia per il sound ma anche per il ritorno di Cavallo, e mostra un lato abbastanza crudo, che fan ben sperare i fan che hanno amato i Green Day di nella loro controversa fase anni ’90.
La critica inneggia giá a questo nuovo album, definendolo il migliore da ‘’American Idiot’’ uscito ben 20 anni fa.
Ma non tratteniamoci troppo e partiamo subito con l’ascolto, ed iniziamo con il primo singolo estratto.
‘’The American Dream Is Killing Me’’ inizia con un riff di chitarra che ci butta subito nella mischia, che effettivamente ci rimanda ai fasti di ‘’Dookie’’, considerato uno dei migliori lavori della band.
Nel video musicale si vede la band suonare in mezzo ad una vera e propria apocalisse zombie. La band stessa è in versione zombie, e la scelta di girare un video in bianco e nero fomenta quest’atmosfera di macabro. Questo pezzo vi fará impazzire.


‘’Look Ma, No Brains!’’ è un bel ritorno alle radici punk, a quei suoni sporchi che hanno sempre una gran originalità e non sono mai stucchevoli. Con ‘’Bobby Sox’’ si rallenta un pó, nonostante la rabbia intrinseca nella voce di Billie, un pugno allo stomaco che ha di psichedelico, a suon di ‘’Do you wanna be my girlfriend?’’.


‘’One Eyed Bastard’’  deve essere cantato a squarciagola, un vero e proprio inno alla rivalsa, alla libertá, alla voglia di farsi ascoltare. Un ritornello che ti entra in testa, un tripudio di chitarre e batteria, un pezzo alla Green Day! ‘’Dilemma’’ tratta delle dipendenze  di Armstrong, tra alcol e droghe, di uno stato in cui lo stesso Billie si definisce un ‘’dead man walking’’.
Un modo quasi ‘’divertente’’ di raccontare un lato oscuro della vita personale del leader della band, con un’ ironia  devastante.


‘’1981’’ è un brano breve, ma riesce a far centro smussando anche gli animi piú scettici, con quel suo sound molto diretto; mentre ‘’Goodnight Adeline’’ è la prima vera ballad per cosí dire. Un tocco morbido, ma non troppo, che riesce ad inserirsi perfettamente nel contesto. Una canzone da mille ascolti, di quelle che non vi faranno mai annoiare.
‘’Corvette Summer’’ ha il tipico gusto estivo, profuma di libertá e di viaggi, all’insegna dell’avventura. Pezzo pieno di vita, stratosfericamente puro e intriso di un bel ritmo vibrante. ‘’Suzie Chapstick’’ ha un’ atmosfera da anni ’70, di quei pezzi che richiamano il passato con un tocco di modernità, un mix perfetto, un trip malinconico.

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‘’Strange Days Are Here To Stay’’ potrebbe essere considerata come una canzone che fa seguito a ‘’Basket Case’’, contiene gli stessi giri di chitarre e la stessa irriverenza del pezzo che ha reso celebri i ragazzacci 30 anni fa.
Un messaggio suonato di getto, cantato e arrangiato, che parte direttamente dal cuore.
‘’Living In The 20’s’’ ci fa scivolare ancora una volta in un luogo dove tutto è concesso, dove non c’è nulla di sbagliato, e lasciarci trasportare da tutto questo caos è la scelta migliore.
Il caos distrugge ma, dopo di esso, tutto si rigenera.
‘’Father To A Son’’ ci distoglie per un attimo da questo caos, ci riporta con i piedi per terra. Provate ad immaginare di toccare il cielo con un dito… ascoltando questa canzone, ci riuscirete. Bella prova musicale, un messaggio di speranza racchiuso nelle  note di una chitarra e una batteria rullante…e anche qui il lato malinconico la fa da padrone.


‘’Saviors’’ è il brano che da il titolo all’album, e non potevano far scelta migliore. Questa canzone rappresenta un’ unione tra il passato, il presente ed il futuro dei Green Day, un piccolo ponte tra quello che è stato e quello che ancora deve essere. Un’ ancora alla quale tutti coloro che si sentono tristi o soli, possono aggrapparsi senza indugio.


Questo ritorno molto atteso è all’altezza delle aspettative, provocatorio e coeso, brillante e mai noioso. Ancora una volta Billie, Mike e Tré hanno dato vita a qualcosa di eccezionale, hanno messo se stessi all’interno di questo calderone e, mescolando sapientemente, hanno dato vita a quello che è’Saviors. Un album che ci dona spensieratezza, quella dei 20 anni, ma che allo stesso tempo ci da alcune lezioni di vita, di quelle degli anni della maturità.

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Non perdetevi la band agli I-days a Milano il 16 giugno, pronti a pogare come se non ci fosse un domani, con la consapevolezza che la loro musica è un faro che risplende di luce propria.
Il verde da gioia, e questo è risaputo!

Senti come suona


Marco Gruttaglia