Lady Gaga: Born This Way 10th Ann.| Recensione Music Voltage

In occasione del decimo anniversario di Born This Way, è stata pubblicata la nuova
edizione del secondo album in studio di Lady Gaga
Born this way The Tenth Anniversary!

Possiamo dire anche in occasione del pride month!
Gaga ha ammesso un mese fa sui social che l’ispirazione per Born this way (sia la canzone
che tutto l’album) è riuscita a trovarla grazie a Carl Bean, un attivista religioso, gay e nero
che predicava, cantava e scriveva di essere “Born this way”. 
Dopo 10 anni dall’enorme successo Lady Gaga ha voluto far risuonare i brani dell’album
ad artisti rappresentanti e sostenitori della comunità LGBTQIA+.

Ogni artista ha voluto far spiccare il proprio stile e soprattutto l’emozione nel cantare dei brani che ormai sono divenuti degli inni per le persone di questa comunità! 
Ad aprire le danze troviamo una delle regine indiscusse della disco degli ultimi tempi nonché grandissima icona gay, stiamo parlando di Kylie Minogue!
Che con la sua voce delicata, ci introduce una nuova versione di Marry the night :iI tutto
inizia con un lavoro di synth che trasmettono quell’atmosfera dark tipica del sound di “Born
this way” ma già dal primo ritornello possiamo notare le influenze disco elettroniche tipiche
della musica di Kylie. 
Fresca e potente, questa nuova versione come l’originale, riesce a farci scatenare!
La seconda traccia dell’album è Judas cantata da Big Freedia, è stata la prima cover ad
essere pubblicata ed è sicuramente anche quella più radio-friendly.

La versione della famosa rapper e Drag Queen racchiude elementi di Bounce music (sottogenere dell’hip-hop) e una sezione di corni che segue questo beat molto potente ed ipnotico, in più
abbiamo diversi cori che confermano questo brano come un vero e proprio inno da
cantare ad alta voce.


Arrivati alla terza traccia vi sembrerà di ritornare all’era Joanne. Per questa nuova versione
di Highway Unicorn (Road to love) Gaga ha richiesto un gruppo country femminile The
Highwomen
insieme ad altre due cantanti Brittney Spencer e Madeline Edwards per
quest’altro inno che ci invita a seguire l’amore e ad essere forti. Le voci in coro e il piano ci
rimandano immediatamente alle composizioni degli ABBA , con la parte strumentale che
resta una bellissima variazione in stile Country. 

Lady Gaga


Alla quarta traccia c’è l’attore e cantante Ben Platt che ci regala una versione più soft e
sinfonica della ballad You and I:
Iniziando subito con un’emozionante intro di strumenti ad arco e procedendo con la sua
voce dal vasto range, su una base acustica di piano che gradualmente va ad arricchirsi di
cori e batteria ,possiamo notare infine le influenze del suo repertorio da musical. 
Nella penultima traccia The Edge of Glory troviamo gli Years & Years, famoso gruppo di
musica house ed elettronica dell’ultimo decennio, con Olly Alexander come lead singer e
recentemente anche protagonista della mini serie britannica “It’s a Sin” che racconta il
periodo buio dell’AIDS negli anni 80. 

Molto più upbeat dell’originale, questa versione è davvero un mix di vari suoni elettronici,
molto ballabile e liberatoria.


E come poteva chiudersi la nuova edizione di un capolavoro? 
Con la title track “Born this way/ “the country road version”!

 Questa volta stravolta dalle sue origini, viene resa acustica e con arrangiamento Country
dal cantante e musicista Orville Peck, divenuto noto  per apparire sulle scene mascherato,
non ha mai mostrato il suo volto al pubblico, una sorta di Marshmallow versione Cowboy!

Il giovane artista omosessuale accompagna questa versione Country con la sua calda ed
espressiva voce da baritono, rendendola sua a tutti gli effetti!

Bruno Galeone