Il Nuovo Album di Justin Timberlake- “Everything I Thought It Was”

Il Nuovo Album di Justin Timberlake- “Everything It Thought It Was”

Il Nuovo Album di Justin Timberlake-‘’Everything I Thought It Was’’, edito da RCA, anticipato dai singoli ‘’Selfish’’ e ‘’No Angels’’. Torna il ragazzo d’oro, il piccolo biondino del Mickey Mouse Club, ex fidanzato (tanto chiaccherato negli ultimi tempi) di Britney Spears, membro degli Nsync e poi solista.

Definito dal re del pop Michael Jackson:

“Unico e vero erede”

questo è Justin Timberlake.

Photo by: Simon Ly

Il Nuovo Album di Justin Timberlake- “EveryThing It Thought It Was”

Dopo uno stop di ben sei anni, l’artista vuole cavalcare il successo con questo lavoro, che è  un miscuglio di rNb, funk e pop.

Diciotto tracce, e al suo interno persino un duetto con la sua storica band: gli Nsync, per gli amanti dell’effetto nostalgia, è un bel viaggio nelle emozioni.

Prodotto dallo storico produttore e amico di Justin, mister Timbaland, questo nuovo album ha un titolo che prende ispirazione da un amico di Timberlake che, dopo averlo ascoltato, gli ha detto che racchiudeva tutto quello che si aspettava di voler da lui.

E il gioco è fatto.

Un lungo tour sta per arrivare tra qualche mese, che vedrá l’artista girare mezzo globo con uno show imperdibile e ricco di emozioni. Ancora nessuna tappa italiana, ma chissá che nei prossimi mesi possa saltare fuori.

Iniziamo subito con l’ascolto.

Photo by: Simon Ly

La prima traccia si intitola ‘’Memphis’’, canzone quasi psichedelica all’inizio, che poi va crescendo col passare dei secondi. Un pó piatta, senza grandi stravolgimenti, a tratti monocorde… troppo forse. Ma la sufficienza gliela diamo.

‘’F##kin’ Up The Disco’’ alza di parecchio il mood. Un retrogusto anni ’80, con qualche richiamo alle canzoni dei primi anni 2000. Questa canzone ti inchioda dal primo ascolto. Perfetta, per l’appunto, per una bella serata in disco, con una redbull in mano e in testa una malinconia latente.

‘’No Angels’’ segue lo stile del pezzo precedente, ma ha un bel beat potente e piú marcato; sintetizza tutto quello che è stato Justin in questi anni:un artista completo, preciso, con una tecnica ben precisa. Una popstar che non ha bisogno di fronzoli per imporre la propria supremazia. ‘

’Play’’ ha una base funky niente male, con un bel rappato cantato al di sopra. Nonostante il brano duri poco, lascia una bella impronta sfacciata e a tratti sexy. Si, siamo dentro questo groove.

‘’Technicolor’’ ha un nonsoché di noiosetto, non ha quell’incisivitá che ci si aspetta dai suoi pezzi. Oltre sette minuti dove ci si focalizza piú sulla riuscita del pezzo, perdendo di vista il lato emotivo dell’ascoltatore. Un peccato.

‘’Drown’’ si distacca da quello che abbiamo ascoltato fino ad ora, ha un gran potenziale. Se potessimo definire questo pezzo con un aggettivo, sceglieremmo ‘’audace’’ a mani basse.

‘’Infinity Sex’’ ridefinisce il concetto di canzone pop: unisce la parte dark del pop e la fonde col caro vecchio rNb che non passa mai di moda e che ci piace tanto.

Photo by: Simon Ly

‘’Love & War’’ ha un ritornello a tratti fastidioso, si salva giusto nelle strofe. Anche il sound non è dei migliori, una canzone che sembra essere fatta a tirar via, una riempitiva per intenderci. Abbiamo passato da poco metá album, vediamo cosa ci aspetta dopo.

‘’Sanctified’’ ha un sound molto rockeggiante, particolarmente invitante giá dal primo ascolto. Non possiamo definirla una hit, ma si difende bene da altri pezzi, che risultano vuoti o privi di un’ anima.

’My Favorite Drug’’ non è un semplice pezzo…è il pezzo! Molto orecchiabile e ballabile, si accosta bene a quel mondo che JT ci mostra di volta in volta con un suo nuovo album: un mondo dove tutto è possibile, soprattutto se fai un genere di musica degna di essere chiamata tale.

Photo By: Simon Ly

‘’Flame’’ ha una vena nostalgica, sia nella base musicale che nel tono di voce del cantante, che ci porta in un viaggio introspettivo dell’anima. Una fiamma che viene sempre alimentata dalla vita, che ci mette davanti sfide piú o meno impegnative.

‘’Selfish’’ è il classico pezzo che al primo ascolto non ti dice chissá che, al secondo ti fa canticchiare e al terzo ti fa impazzire. Molto semplice nel suo contenuto, ma è proprio questo il suo punto di forza… ottima scelta lanciarlo come primo singolo, da un’aria di completezza all’intero disco.

 ‘’Alone’’ è il primo pezzo in stile ballad, solo pianoforte/violino/voce, molto toccante e maturo, conferendo un’ impronta del tutto inaspettata che ci fa balzare il livello di interesse molto in alto. 

‘’Paradise’’ è un pezzo in duetto con gli Nsync, e l’effetto nostalgico è palese, come era stato anticipato . Nonostante ci si aspettasse un brano ritmato, ci troviamo davanti una canzone lenta e struggente. L’unione fa la forza, e in questo caso è davvero cosí. 

Concludiamo con ‘’Conditions’’, pezzo squisitamente pop che ci lascia delle belle sensazioni, come quando concludi un bel viaggio.

Non è importante la destinazione, ma quello che accade durante questo cammino.

Questo album è un bell’esperimento, in alcune parti un pó forzato, ma 18 tracce non aiutano. Sono  troppe! 

Photo By: Simon Ly

Ancora una volta ci troviamo davanti un lavoro curato sapientemente, un percorso musicale che descrive a tutto tondo questo grande artista.

Siamo piú affezionati ai primi lavori, come succede nella maggior parte dei casi, ma possiamo dire che questo nuovo album di Justin Timberlake ci da una visione di quello che è stato, e di quello che ancora può essere.

Il re è tornato, e non è mai stato dimenticato.

Senti come Suona!

Marco Gruttaglia