Simple Minds: Direction Of The Heart | Recensione

simple minds direction of the heart recensione

I Simple Minds sono una band iconica famosa in tutto il mondo. Con oltre 40 anni di attività, ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo e regalandoci pezzi meravigliosi come “Don’t You (Forget About Me). Direction Of The Heart è il loro nuovo disco, la recensione:

Pubblicano l’album numero diciannove che si intitola “Direction Of The Heart”, edito da BMG ed anticipato dai singoli Vision Thing e First You Jump e descrivono questo nuovo lavoro come un album rock elettronico creato in un momento non proprio roseo (per via della pandemia).

Ha preso forma in Sicilia, dove il leader del gruppo Jim Kerr e il chitarrista Charlie Burchill vivono, ma è successivamente stato inciso in Germania. Nella copertina vediamo un primo piano di una maschera anti gas, dove però crescono dei fiori, tutti intorno. Come a simboleggiare che, dopo la tempesta, arriva sempre il sereno.

Composto da nove tracce (più due della deluxe edition), questo lavoro si apre con Vision Thing, un pezzo elettronico ritmato dove la possente voce del cantante risalta in tutta la sua pienezza.

Una ventata di potenza che si respira in tutto il brano.

First You Jump ha le vesti di un classico brano rock, portato avanti da una batteria possente. L’atmosfera che ci trasmette sa di libertà, di gioia, di voglia di vivere. Fantastico il giro di chitarre nella parte finale, un pezzo da lode.

Human Traffic è un pezzo pop/rock con sfumature elettroniche dove troviamo la partecipazione di Russell Mael, leader del gruppo Sparks. Un pezzo davvero potente, uno dei più interessanti dell’intero album, con queste atmosfere un po’ da anni ’80 e dove le voci dei due cantanti si fondono quasi come fossero una sola.

Who Killed Truth? rimarca ancora quest’atmosfera un po’ retrò, però in questo caso abbiamo un pezzo che strizza l’occhio alla disco music. Un testo forte che si sposa benissimo con la melodia, un grande esperimento musicale che profuma di perfezione.

Solstice Kiss ha un appeal orientale, un’intro molto coinvolgente, che esplode in un tripudio di chitarre prepotenti. Ancora una volta veniamo investiti dalla professionalità di un brano che è tutto fuorché ordinario.

Natural è una canzone pop elettronica molto orecchiabile, si perde un po’ nel ritornello ma riesce a catturare ugualmente; Act Of Love mantiene le atmosfere anni ’80, ma vacilla in alcuni punti, nonostante il potenziale ci sia.

Planet Zero è una canzone monocorde, quasi spettrale. Unisce buio e luce ed affronta tematiche importanti, come la salvaguardia dell’ambiente. Sembra essere registrata nello spazio, per assurdo.

The Walls Came Down è il tipico pezzo da cantare a squarciagola in tour, compreso di mega ola.

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Elettronica allo stato puro, chitarre che si introducono all’interno del pezzo, una gran festa fatta di euforia e casino. Come poter rimanere fermi?

“Direction Of The Heart (Taormina 2022)” e “Wondertimes” sono le due bonus tracks. La prima è un pezzo molto “macchinoso”, fatto di distorsioni vocali e un sound elettronico. La seconda invece ha uno stile opposto, molto rock e decisa, nonostante non sia accattivante come i pezzi precedenti.

Bel ritorno, un album che è stato concepito per essere una bomba! Ci piace moltissimo il fatto che alterniamo l’ascolto tra musica rock e elettronica, un connubio già sperimentato da altri cantanti m che qui viene rafforzato dalla professionalità che una band come i Simple Minds può fare.

Congratulazioni ragazzacci, siete magnificamente mitici.

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Marco Gruttaglia

Correzione di Valentina La Viola