The Smile : Wall Of Eyes | Recensione

the smile wall of eyes recensione

Wall Of Eyes è il secondo album della band The Smile, formata da Thom Yorke, Jonny Greenwood e il batterista Tom Skinner; un bellissimo continuum per la band figlia dei Radiohead, ed ora la recensione.

Sono passati due anni dal primo progetto A Light of Attracting Attention , e quella che sembrava una parentesi nella carriera dei Radiohead, si è voluta trasformare in qualcosa di più grande. The Smile , è un progetto ambizioso e pieno di intensità, ben lontano da un semplice momento. Con Wall Of Eyes , i The Smile cambiano produttore, affrontano nuovi stili, si cimentano in scritture di brani più complessi e ci regalano momenti preziosi per il soft-rock.

Wall Of Eyes è prodotto da Sam Petts-Davies; si apre con la traccia omonima, nella quale bene si può sentire la voce di Yorke, che parte da un armonico e quasi etereo inizio per poi arrivare come ad un punto di rottura, con discrepanze in crescita, che ci invitano in un mondo sempre etereo, ma in qualche modo meno paradisiaco e più confusionario.

Teleharmonic ci riporta sulla terra, con un cantato più funky-soul, inusuale per la band, che si dipinge di colori nitidi e vibranti, fino all’arrivo della psichedelica ballad: Read The Room, che si rilancia ancor di più nei colori stravaganti e nelle armonie in qualche modo suggerite già dalla copertina del disco stesso.

Under Our Pillows riprende lo stile del primo album, pur mantenendo una natura inedita per il pubblico. Questa canzone ha fatto il suo debutto proprio qui in Italia, nel luglio del 2022, durante lo show al Fabrique. La canzone parla di sogni, partendo dalle esperienze oniriche, che racchiudono desideri e paure, fino alle ambizioni e le difficoltà di trasformarle in realtà nella vita quotidiana.

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Friend Of A Friend è il terzo singolo estratto dall’album, e richiama i lavori dei cantautori anni ’70 con un ovvio omaggio ai Beatles. E’ una canzone più dinamica, più “rock” sotto certi aspetti, un mix tra nostalgia e ciò che sarebbe servito al panorama musicale del 2024 per riscattarsi. Anch’essa è stata presentata nel tour del 2022, ma nella versione studio ci regala un’esecuzione più raffinata.

Mentre I Quit non lascia particolarmente il segno a differenza dei brani precedenti, decisamente la situazione cambia con il lead single del disco: Bending Hectic, dalla incredibile durata di 8 minuti, tipico di dischi di altri tempi, e ben lontano dai brani odierni che a malapena sfiorano i tre minuti. Ma l’ascolto di un brano così lungo, vale la pena? Personalmente non credo nei brani più lunghi di cinque minuti, poiché  l’attenzione cala, ma bisogna ammettere che in questo particolare brano, la lunghezza sia giustificata e gradita. E’ un brano empirico, sancisce la gloria di maestri che sfoggiano la loro professionalità e la loro passione nel lavoro che svolgono.

Il disco si chiude con un classico You Know Me! Per chiosare nel migliore dei modi, e con un pezzo d’impatto, concludendo così il mistico viaggio nel mondo ultraterreno e  poi il rientro in quello umano.

Wall Of Eyes è un disco da non perdere. E’ pieno di citazioni: dai sentimenti che si provano nella vita di tutti i giorni, alla frenesia della vita, ai sogni e alle speranze, passando attraverso una visione ad ampio spettro della musica degli ultimi ottant’ anni. Classico sotto un punto di vista strategico, ma impavido e sicuro del fatto che i suoi creatori non hanno abbandonato nulla al caso.Quindi si, “Wall Of Eyes” è sicuramente un disco da sentire come suona

Gabriele Romano