Un tuffo nel mondo onirico di Daniele Fortunato | Intervista Music Voltage

Lo confessiamo, dopo aver ascoltato “Alla Radice Dei Sogni” di Daniele Fortunato siamo rimasti estasiati, e aver avuto la possibilità di interagire e scambiare quattro chiacchiere con lui è stato un onore.

Abbiamo chiesto quindi di potergli rivolgere alcune domande sui suoi progetti passati, presenti e futuri, e siamo lieti di condividerli con voi.

MV: Come si é sviluppata l’idea per questo album?

Daniele: Una serie di melodie registrate al volo nei momenti più improbabili: nel tragitto per andare a lavoro, in coda alle poste, correndo al parco, nel cuore della notte (cercando di non svegliare nessuno!) davanti alla moka del mattino, e anche durante contesti casalinghi non esattamente silenziosi e meditativi (con incursioni sonore dei miei figli ad arricchire gli appunti vocali!!).
Queste linee melodiche sono rimaste in attesa delle parole giuste per diversi mesi. Poi un pomeriggio ho scritto di getto il testo del brano che dà il titolo al disco, e ho compreso che c’era un tema caratterizzante della mia vita che potevo raccontare in forma canzone…


MV: “Alla radice dei Sogni” … come mai questo titolo?

Daniele: Nasce dal profondo legame che ho fin dall’infanzia con il mondo onirico. Sono una di quelle persone che ricorda (a volte ne farei volentieri a meno!) i propri sogni quotidianamente. Ho un diario, dove prendo nota di quelli più significativi, intricati, criptici, destabilizzanti… e che spesso rimangono ancorati alla mente anche durante la giornata. 

Ogni canzone è la trascrizione di un sogno e del suo scenario. Ascoltando l’intero album si possono trovare citazioni e riferimenti che ci rimandano a psicanalisti come Sigmund Freud, Carl Jung, Jacques Lacan, e ai loro studi sui processi onirici.

La radice dei sogni è per me il luogo della consapevolezza, dove ognuno di noi può ritrovare la propria vera natura. 

MV: Hai un brano preferito per questo disco?

Daniele: Forse proprio Alla radice dei sogni. Mi piace l’atmosfera eterea che siamo riusciti a creare in studio. È una ballata delicata, sognante, ma il ritornello, supportato dal coro e dagli archi, riesce a tirare fuori una dirompente carica emotiva.
Nello scriverla mi sono quasi estraniato dalla narrazione personale, cercando di raccontare e interpretare punti di vista differenti dai miei. Volevo riunire insieme il cammino di persone che hanno fatto (e fanno parte) della mia vita. Magari, qualcuna di loro si accorgerà di essere tra quelle strofe.


MV: C’é un profondo significato in Nuvole di Cartapesta, ti va di raccontarcelo?

Daniele: Che bella domanda…un tuffo nel passato.
Quella canzone, che ho scritto nel 2012, è una “filastrocca” suonata con ukulele e xilofono, ma tutt’altro che spensierata.

Racconta di Angelo Licheri (venuto a mancare lo scorso anno) l’uomo che quarant’anni fa si calò nel pozzo di Vermicino per tentare di salvare Alfredo Rampi (per tutti “Alfredino”), un bambino di 6 anni.

Licheri riuscì a parlare con Alfredino, a sfiorargli il viso, e restò nel pozzo 45 minuti nel tentativo di salvarlo. Ho sempre immaginato questo brano come il canto di quell’uomo, disposto a scendere nell’abisso, per salvare una vita.

 MV: Com’é stato partecipare al Premio – Pigro Ivan Graziani?

Daniele: È sempre gratificante quando un gruppo di ascolto, al quale pervengono brani da tutta Italia, ti sceglie come semifinalista o finalista ad un concorso per cantautori. In quell’istante ti senti apprezzato, capito. 

E questo penso accomuni tutti gli artisti “emergenti”. Ma la musica, soprattutto la scrittura di canzoni, non dovrebbe essere una competizione. Per questo in certi contesti, nonostante la voglia di mettermi in gioco, mi sento quasi sempre fuori luogo. 



MV: Un artista o un gruppo con cui ti piacerebbe collaborare?

Daniele: Se continuiamo a parlare di sogni…allora sognamo in grande: su tutti, Daniele Silvestri!
Lo stimo come autore di canzoni, come performer, e adoro il suo timbro vocale. È capace di giocare con le parole, di creare suggestioni, destreggiandosi tra i più svariati generi musicali, senza mai accontentarsi di una sola identità. Mi piace perché veicola dolcezza, rabbia, tristezza e ironia con una semplicità disarmante.


MV: Possiamo aspettarci un tour o degli spettacoli dal vivo prossimamente?

Daniele: Non sai quanto lo desidero. Ma per il momento non c’è alcuna data certa all’orizzonte. La mia valigia di canzoni è comunque pronta. Aspetto.


MV: C’é qualcuno o qualcosa a cui vorresti dedicare questo album?

Daniele: Questo disco è dedicato a mia madre Graziella. Il viaggio attraverso il paesaggio dell’inconscio, ci accomuna da sempre. Ce li raccontiamo, nel bene e nel male, da quando sono bambino. E ancora adesso, che siamo distanti, ci ritagliamo il nostro momento per “i sogni al telefono”.
C’è molto del mio vissuto in questi testi, ma anche del suo. Lei non lo sa, ma è come se l’album lo avessimo scritto a quattro mani.
Questo suo riverberare tra le canzoni rappresenta la mia comprensione e accettazione di tutto ciò che lei ha percorso e dovuto affrontare nella vita , un “romanzo di formazione” che custodisco con amore implacabile, come solo un figlio può fare.

Ringraziamo ancora una volta Daniele per il tempo, la considerazione e la premura per il tempo a noi dedicati … E a voi musicomani, ricordiamo di ascoltare il nuovo album “Alla Radice Dei Sogni”, disponibile ora ovunque.

Trovate qui il link per poterlo scaricare da Amazon e qui per ascoltarlo su Spotify.

Buona fortuna a Daniele

E buon ascolto a tutti voi!

Gabriele Romano