Anastacia: Our Songs | Recensione

anastacia our songs recensione

La cantante statunitense Anastacia torna nel circuito musicale con il suo ottavo album in studio: “Our Songs”; edito da Stars by Edel, a sei anni di distanza dall’ultimo lavoro discografico; la recensione.

Attesa con molta pazienza, amore, e una manciata di dubbi, l’annuncio di un progetto di cover tedesche ha diviso i suoi fan, perlomeno in un primo momento. La scelta di eseguire in lingua inglese brani famosi di artisti provenienti dalla Germania, ha messo in agitazione i fruitori di una voce tanto apprezzata nel panorama mondiale. Ma oltrepassato il muro delle perplessità, a fronte di una fase riflessiva che si ostina, giustamente, a porre i fan su due fronti, Anastacia si cimenta nell’interpretazione di dodici brani. Il processo di selezione, secondo quanto dichiarato dalla star internazionale, non è stato semplice, in quanto ha lavorato molto per individuare le tracce che più di altre innescassero una relazione emotiva e personale con sé stessa. A quanto pare l’obiettivo è stato centrato.

Tuttavia l’album richiama sonorità ben lontane dai lavori a cui ci ha abituati nel tempo; sonorità che nulla hanno a che vedere con il genere “Sprock”- termine da lei coniato- e che rappresenta la forza congiunta del soul, del pop e del rock. Motivo per cui i fan di vecchia data ricercano in lei quel legame che attualmente rimane incastonato negli anni passati. In fondo pur sempre di cover stiamo parlando, e di artisti così diversi  da formare un miscuglio di categorie: il risultato è un disco soft rock.

Si tratta di una responsabilità non da poco, poiché i brani hanno già un’anima, ma la straordinaria capacità interpretativa della cantante permette a questi di entrare anche nelle corde di Anastacia.

Best Days è il lead single con cui Anastacia si ripresenta nell’universo musicale; il video ufficiale è stato girato a Lisbona, una città che offre meravigliose location. Il brano è il manifesto dell’attesa che giunge al termine quando si può finalmente ricongiungersi ai propri affetti e ritrovarsi tutti insieme, mettendo da parte i conflitti interiori. Tipica espressione di positività che da sempre la contraddistingue. Un brano estivo, fresco, allegro, che vuole imprimere negli ascoltatori il senso che i giorni migliori sono quelli vissuti in compagnia, senza preoccupazioni, lasciandosi abbracciare dal calore dell’amicizia.

Now Or Never rappresenta il coraggio di prendere le proprie decisioni, senza l’influenza di qualcun altro, non guardare al passato: adesso o mai più, non importa se vinci o perdi, perché la vita è una; la vita è adesso. Ed è qui che Anastacia tira fuori la sua grinta, moderata, ma comunque di impatto.

Con Beautiful emerge la dolcezza del timbro camaleontico della cantante, che in questo caso si ammorbidisce, e attraverso la voce tende la mano a chi ha paura di non piacere, a chi porta nel cuore una maschera che conduce alla sofferenza. Nessuno se ne accorge, perché ci si impegna a nascondersi. La sua voce, guida verso la consapevolezza che è bello essere quello che siamo, anche quando nessuno ci comprende, ma in realtà c’è chi lo fa, perché sono i nostri colori a renderci belli.

Still Loving You emana la forza di un amore che non smette di vibrare, anche quando un errore compromette la storia, e la ferita richiede un tempo indefinito per guarire. Quasi come fosse autobiografica Anastacia imprime ad ogni frase il perfetto significato del testo, rafforzando di proposito alcune parole, come a rimarcare il dolore, urlando quindi tutto l’amore che c’è ancora.

Monsoon é il più grande successo dei Tokio Hotel qui viene smontata e arricchita dalle sfumature vocali della cantante, che ne fa una canzone coinvolgente, senza però portare al massimo livello le sue doti.

anastacia our songs recensione

Performance di alto livello per Born To Live, che conserva alcuni ricordi del passato in grado di spezzare il cuore, ma non per questo ci si deve dimenticare di quanto preziosa sia la vita, e di quanto importante sia convivere con il nostro tempo, fino alla fine del per sempre.

Il suono disteso di Cello ci porta in un mondo di profonda ammirazione rispetto a chi subisce il fascino della musica; esprime la bellezza di chi la ascolta e di chi la crea. Eseguita senza sforzi, con facilità, fin troppo semplice per una cantante del suo calibro.

L’album è inoltre impreziosito dall’unico duetto presente nel disco: Just You cantata con Peter Maffay, autore del testo datato 1979, che contribuisce a formare un quadro musicale che si dilata nel tempo. Una canzone d’amore scritta per evidenziare l’importanza di avere una persona accanto, che sia la cura, che sia il sostegno reciproco. E’ l’autenticità di due persone che si amano; è l’idea che l’amore non muore anche quando muore la vita. Le parti che si alternano nelle strofe tra la voce maschile e quella femminile culminano in una commistione di cori; da qui un caos generale che oscura, o quasi, la voce della cantante, ospite, in questo caso, del musicista.

Magistrale è l’esecuzione di Anastacia in Symphony, la vera sorpresa del disco che ha messo tutti d’accordo: oltremodo delicata, delinea i contorni dello smarrimento, che approfondisce mediante il falsetto, narrando in musica la fine di qualcosa.E ci si sente perduti. Senza sapere come andare avanti; le parole risultano inefficaci. E persino il desiderio di un abbraccio potrebbe non bastare.

E’ la fine della sinfonia. Fa male. Meno male rispetto a una situazione peggiore. Sentirsi a pezzi, aggrappandosi al ricordo più bello.

La facoltà di poter essere una ragazza in grado di fare ogni cosa viene messa in risalto in Supergirl,  a tratti sensuale, ben definita e sicura, anche quando gli ostacoli rallentano il percorso. Ma soprattutto niente e nessuno deve sminuire una donna, la cui forza è un esempio per il mondo intero. Caratteristiche che combaciano perfettamente con la resistenza e lo spirito combattivo di Anastacia, da sempre sostenitrice dell’uguaglianza.

anastacia our songs recensione

Forever Young viaggia nella dimensione della giovinezza come concetto della mente, che vede nell’invecchiamento uno stato di decadimento. Tutti siamo diversi, eppure siamo destinati alla stessa fine, per cui è molto meglio vivere con la giovinezza nel cuore. Qui Anastacia viene affiancata da un coro, che in questo caso rende pregiato il prodotto finale. Nessuna forzatura nella presenza di più voci che si uniscono.

A chiudere l’album è stata scelta An Angel: un canto che si popola di voci innocenti, quelle dei bambini, probabilmente metafore di note che si espandono in un mondo etereo; essa è una traccia che racconta la fuga dalla realtà per immergersi in un luogo sognato, onirico, un paradiso con gli angeli che volano.

Our Songs” tratteggia il ponte tra il passato e il futuro di Anastacia, è il disegno attuale che trascina con sé polemiche e consensi; al suo interno c’è un freno, c’è qualcosa che tace, una spinta, un atto di coraggio nel rischiare. C’è un racconto che non è stato scritto con le sue mani, del quale – però – si è fatta portavoce, e che costituisce a tutti gli effetti Il Ritorno della Bianca dalla Voce Nera.

Senti come suona

Alfio Vecchio

Un commento su “Anastacia: Our Songs | Recensione

  1. Alfio ti sto abbracciando virtualmente. Hai colto dei particolari (nel significato dei testi) che condivido. Simphony è qualcosa di sublime. Emerge la dolcezza e la parte sensibile che la contraddistingue. Best days è perfetta! Born to live è uno di quei brani che colpisce sin da subito, lei ha dato un tocco magico come anche in “Just you”(in cui unica pecca per me, avrei voluto che venisse oscurata un pochino di meno la sua voce ahah)
    Amo questo progetto ed il suo modo unico di trasmettere emozioni. È la regina della musica. Ovviamente la vita va avanti noi cresciamo e anche lei personalmente ed artisticamente evolve è normale che non può essere uguale a come lo era ad inizi carriera. Dovremmo smetterla “noi” di farci viaggi mentali inutili. È una persona quanto noi ed è normale che sia piu consapevole in alcune cose e che abbia delle sfumature musicali diverse (che amo) rispetto al passato. Io ne sono ogni giorno sempre di più innamorata per quel che è ossia una donna dolce profonda ed artista completa che continua ad emozionarmi in una maniera unica. Si chiama processo della vita, ed è uguale per tutti noi figuriamoci per un’artista cosi straordinaria.Questo album è la rappresentazione (anche se non c’è bisogno di dimostrarlo) che Ana può letteralmente tutto. Vorrei sottolineare la capacità e difficoltà di cucirsi addosso dei brani originalmente non di altri ma che ha reso perfettamente suoi nonostante l’ostacolo della metrica, il significato e la lingua diversa dalla sua. Lei è unica. Penso che i veri intenditori di musica apprezzeranno questo capolavoro!

I Commenti sono chiusi.