Nuovo album per Demi Lovato dal titolo Revamped. Il nuovo disco è uno sguardo al passato con uno stile tutto nuovo. La recensione.
Nessuna star Disney, tranne forse la collega Miley, è risultata mai così camaleontica come Demi Lovato, soprattutto negli ultimi anni.
Nonostante un periodo non molto felice vissuto nell’ultimo decennio, Demi Lovato si è affermata come artista a tutto tondo e musicista di alto rango, con degli album che sono usciti sempre più dalla comfort zone del pop e si sono spinti sempre più verso un pop-punk prima, e un vero e proprio rock dopo.
Una voce straordinaria, un talento che molti sognano, Demi Lovato è pronta a stupirci ancora con Revamped, una raccolta che include brani rivisitati totalmente in chiave rock.
Il disco ha messo radici già l’anno scorso, con rilasci di tracce nonostante la grande promo per il suo album Holy Fvck, e come un grande puzzle, ora è disponibile ovunque.
Dolce anima costretta a portarsi addosso il peso di quel macigno che è la Disney, che lancia baby artisti per poi abbandonarli, quando ormai non sono più tanto bambini; attivista e di animo buono, giudice di X-Factor, attrice e cantante, Demi è proprio inarrestabile, Demi è una sopravvissuta dell’industria.
E come celebrerà questa sua liberazione? Ma attraverso un capitolo tutto nuovo e scritto secondo le sue regole! Già il disco uscito lo scorso anno ha sancito la fine della sua carriera pop, ma sopprimere il passato, oltre che inutile, nel suo caso è anche poco proficuo. Quindi si è pensato bene di tingere della nuova nuance musicale i pezzi che hanno scalato le vette e ricominciare da capo, per davvero.
Demi comincia il suo progetto con Cool For The Summer, cambiandone anche il testo e rendendolo più aggressivo così come la sua strumentazione: “non dirlo a tua madre” recitava nel 2015, oggi sprona e sfida con “vai, dillo a tua madre” (e forse anche all’avvocato?)
Cambia i temi, stravolge le sue stesse parole, come in Tell Me You Love Me, brano del 2017, ma con sottigliezza, proprio per far prendere alla frase quella piega che spinge il testo su un senso diverso o opposto … forse quelle linee non le sono mai andate a genio?
Nonostante una strumentazione studiata ad hoc per l’occasione, non si apprezza bene il cantato della giovane: non perché la voce non sia bella, ma il riverbero eccessivo rende alcuni momenti appannati, costringendo la voce in secondo piano, un po’ come avviene nelle band rock o punk … ma qui non siamo in un gruppo musicale, Demi Lovato è una solista! Non la si può mettere in secondo piano! E di questo ne soffrono in particolar modo le tracce Confident e Heart Attack, due dei brani più forti.
E impreziosiamolo ancora di più questo album! Mettiamoci qualche collaborazione con degli esperti del settore: Give Your Heart a Break, Neon Lights e Sorry Not Sorry vedono la presenza niente meno che di Bert McCracken, frontman degli Used, con i The Maine e con Slash, direttamente dai Guns N’ Roses.
Ovviamente la loro presenza era un creare qualcosa di nuovo, lo stile e la storia, sono ben radicati nel nome della autrice originale.
Il momento più bello è forse in Skyscraper. Una ballad che era struggente già dieci anni fa e che fa male ancora oggi, ma nella sua versione rock crea un momento ancora più profondo e drammatico.
Il disco si chiude poi con La La Land, direttamente dal suo esordio. Un po’ come a finire esattamente da dove tutto è cominciato … riuscita? Forse, ma l’alone di quel genere che all’epoca era ben rappresentato da Avril Lavigne e Hilary Duff si è salvato.
In conclusione: Demi Lovato ha davvero tanto da dire. Ha fegato da vendere e non ha mai avuto paura di buttarsi in progetti nuovi, impegnandosi fino in fondo affinchè fossero più che credibili. L’anima rock o si ha o non si ha, e con i suoi pezzi, già dagli albori, Demi ha dimostrato di avercela … oggi ci mostra però, che all’epoca non le fu concesso mostrarla.
Gabriele Romano